L'essere umano "pensenziente"

Creato il 02 luglio 2013 da Lafenice

Alzi la mano chi non ha mai sperato di riuscire ad entrare nei meandri della mente di un uomo: io non posso, devo dirlo fin da subito. Ho voluto penetrare, in modo quasi disperato, il grigio ammasso di materia celebrale e neuroni maschili non tanto per appropriarmi e fagocitare uno schema mentale così basico e arcaico (da Wilma dammi la clava, in sostanza) quanto per capire per quale strana e ridicola ragione noi donne abbiamo storicamente ricoperto il ruolo di “menti diabolicamente complesse”.
Credo fermamente che l'essere umano di sesso femminile abbia – tra i tanti – uno straordinario dono: quello di avere la scatola cranica piena di una semplicemente incredibile sostanza gelatinosa e rivoltante chiamata.. cervello. Ad essere davvero importante, però, in questa mia analisi – che non vuole essere minimamente un'invettiva, ci mancherebbe altro – è ciò che risiede all'interno del cervello: perché, come ogni macchina, anche lui è stupido se non accompagnato, se non guidato direi, dalla giusta dose di, rullo di tamburi, intelletto. Questo le permette di dominare il cavallo dell'istinto (quello più brutale, animale e maschio, insomma) garantendole uno spessore, non tanto morale, quanto qualitativo di non poco conto. Le donne non contaminate da quella parte dell'universo maschile (di cui parlerò a breve) chiamata in linguaggio tecnico “pensenziente”, sono donne indipendenti, donne che non soltanto guardano ma vedono l'uomo che sta di fronte loro. Sono forse puritane? Assolutamente no: hanno le loro debolezze, cedono alla carne come ogni essere umano presente sul pianeta (perché, diciamocelo, la prospettiva di una vita di castità fino al matrimonio, soprattutto in tempi come questi dove il matrimonio ha smesso di esistere, è un tantino.. brutale) ma lo fanno con rispetto. Ovvero senza quell'invidiabile piglio animalesco presente nell'essere umano pensenziente che lo porta ad andare dove un certo attributo indica, indipendentemente da ciò che l'altra persona desidera. Sono donne franche, alle quali non piace ferire in cambio di un po' d'appagamento sessuale: perché certe cose si capiscono fin da subito, il coinvolgimento si tocca con mano, inutile negarlo.
Ecco, il fascino dell'essere umano pensenziente, ciò che mi porta a pensare “sarebbe bello poter penetrare un simile cervello e carpirne i meccanismi che lo spingono a funzionare in un modo sì fatto”, sta proprio nella sua vicinanza al mondo istintuale degli animali. In effetti, ammiro davvero in modo sconsiderato la capacità di questi uomini di non pensare, nel corso di fulminee relazioni sessuali, di aver a che fare con esseri umani con un cuore, dei sentimenti, con una propria sensibilità, ma soprattutto con un cervello. Hanno semplicemente a che fare con un po' di carne utile al fine di portare a compimento il proprio egoismo, un po' come una leonessa che caccia nella savana per procurarsi il cibo. Chiaramente non pensa a quella povera gazzella che ha appena dilaniato, e come potrebbe? La sua sopravvivenza dipende da lei, il suo stomaco pieno dipende solo ed esclusivamente da quella carcassa avvolta in un nugolo di mosche. Ecco, allo stesso modo, l'essere umano pensenziente caccia per sopravvivere alla dura legge della fame sessuale e trovare un fugace appagamento dei sensi. È la sua sopravvivenza, è il suo modo per evitare miliardi di docce fredde e svuotare le proprie.. le proprie, non c'è bisogno che dica cosa.
Insomma, non sono forme di vita estremamente affascinanti ed incredibilmente interessanti? Tra l'altro, la loro esistenza, soprattutto in tempi di crisi, potrebbe essere un valido aiuto a tutti quei ricercatori che muoiono dalla voglia di partire per l'Africa per studiare le bestie feroci ed il loro comportamento: ragazzi, restiamo in Italia! Ci sono tantissimi animali anche qui!;) Sappiate che c'è qualcuno che muore dalla voglia di comprendere come funzionano certi cerebri, che li ammira con una foga quasi incontenibile.

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