L'ESTATE DEL CANE NERO - di Francesco Carofiglio

Creato il 12 settembre 2011 da Ilibri

Titolo: L'estate del cane nero
Autore: Francesco Carofiglio
Editore: Marsilio
Anno: 2008

Il titolo mi aveva fatto pensare a tutt’altro… non so perché. Immaginavo una storia incentrata su un caso giudiziario e connesse investigazioni di polizia, e la cosa in quel periodo non mi interessava granché.

Mea culpa, indubbiamente, visto che sin dalla sua uscita il romanzo di Carofiglio è stato un grande successo e se ne parlava praticamente ovunque. Mi sarebbe bastato stare più attenta, guardare qualche trasmissione e leggere almeno una recensione. Ma talvolta, quando un libro scala rapidamente le classifiche e tutti lo commentano con entusiasmo quasi smodato, mi capita di guardarlo con sospetto, di considerarlo una sorta di fenomeno di massa, un oggetto alla moda che ciascuno vuole possedere a tutti i costi per far bella figura con gli amici, per cui tendo ad allontanarmene… Fortunatamente, dopo aver letto Radiopirata, pubblicato quest’anno sempre da Marsilio, ho avuto voglia di “studiare” Francesco Carofiglio, e in libreria la quarta di copertina de “L’estate del cane nero” mi ha chiarito che anche la trama faceva decisamente per me.

Nell’estate del 1975, Matteo ha solo tredici anni. Non ha mai baciato una ragazza, non sa fumare e la sua vita è fatta di libri per ragazzi e corse in bicicletta.

I suoi migliori amici, Alessandro e Beppe, sono praticamente l’uno l’opposto dell’altro. Alessandro è bello, muscoloso e sembra anche più grande della sua età; Beppe invece è grasso, pigro e goffo. È con loro che Matteo, timido ed insicuro, condivide le proprie avventure da adolescente; è grazie a loro che comincia ad osservare la realtà con occhi diversi e a capire che spesso non è esattamente come ci appare. Il grosso cane nero, che tra l’altro ci guarda minaccioso dalla copertina della prima edizione, sta proprio a testimoniare che anche quello che ci spaventa, che ci terrorizza, col tempo può diventare… niente, e farci persino sorridere.

Più che dagli amici maschi, comunque, l’estate di Matteo è letteralmente dominata e resa speciale da una ragazza, Valentina, la cuginetta che improvvisamente si è trasformata in una donna e gli provoca i primi turbamenti sentimentali…

Ritornai anche io sull’aia e nel bagliore africano si ritagliò una sagoma nuova e inaspettata, mi veniva incontro.

Portava un paio di jeans scoloriti sulle cosce, una maglietta a righe orizzontali gialle e rosse e un paio di scarpe da ginnastica bianche. Era più alta di me, aveva i capelli cortissimi e non portava più gli occhiali. Valentina.

Per un istante feci fatica a dire una cosa qualsiasi, lei mi sorrise e mi abbracciò con energia, e io avvertii un filtro molle tra il mio torace e il suo, una novità tattile che improvvisamente e inaspettatamente ci divideva.

«Come stai Matteo?»

Benissimo, dissi. E tu? Il viaggio a Londra era stato bellissimo si era divertita un sacco. Aveva fatto amicizia in aereo con un ragazzo inglese – non che non aveva paura di volare anzi – e il tipo veniva a Roma per un concerto al conservatorio di Santa Cecilia, suonava la chitarra ma quella classica mica le canzoni. Si erano scambiati gli indirizzi. Le dispiaceva tanto di non essere arrivata in tempo per il mio compleanno ma mi aveva portato un regalo dall’Inghilterra dopovedrai.

Ascoltavo simulando la solita disinvoltura ma ero in difficoltà. Lei era una donna e io il suo cugino nano. Lei aveva i jeans nienteocchiali e le tette, io un paio di bermuda con braccio di ferro e i sandali occhio di bue”.

Vi ho trascritto questo breve passo perché lo reputo abbastanza indicativo, sia del genere del romanzo che dello stile dell’autore: si tratta di una storia tenera e venata di malinconia che però sa anche essere divertente, scritta in uno stile sicuramente fresco ed immediato, ma anche molto gradevole ed attento.

“L’estate del cane nero” è una breve parentesi di vita, un po’vissuta e un po’inventata, fatta di risse, segreti, indianate, paure e primi dubbi esistenziali. Belle le descrizioni dei personaggi e molto curate quelle dei luoghi e delle tradizioni popolari. Comunque di particolare c’è soprattutto l’atmosfera di attesa, la suspense che l’autore riesce a creare sin dalle prime pagine, un alone di mistero che lascia presagire un qualcosa di terribile… Accadrà davvero?

Nel complesso il libro mi è piaciuto e l’ho divorato in pochissimo tempo. Definirlo un capolavoro, come ho sentito fare da qualcuno, ovviamente è azzardato, ma si tratta di una lettura che consiglio.


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