L’estetica del pre-giudizio di Tinto Brass al Festival di Sitges

Creato il 09 ottobre 2014 da Oggialcinemanet @oggialcinema

Se l’estetica è percepire attraverso la mediazione del senso e quindi, forse, essere “più contemporanei ai propri giorni” c’é indubbiamente un regista italiano molto apprezzato anche qui a Sitges proprio per questo, e che più di altri si è occupato dei falsi “pre-giudizi” e dei finti moralismi: Tinto Brass.

Il festival di Sitges gli rende omaggio a modo suo oggi, con una proiezione pomeridiana di “Con el corazon en la garganta” del 1967 con una giovanissima Ewa Aulin. La storia è quella di un attore francese che incontra una bella adolescente e che pare essere una periocolosa omicida. Un thriller girato interamente a Londra ai tempi dello “swinging london” in un periodo dove edonismo faceva rima con ottimismo e personaggi come Twiggy passeggiavano per Carnaby Road. Interessante come un “fashion film” ante litteram dove non è la vicenda quanto il meccanismo delle inquadrature, dei bianchi e neri e del colore psicadelico, della bella musica ad avere la meglio; come l’uso del bianco e nero e del ritmo, ben dimostra nella scena dell’inseguimento nella metropolitana: sulla scala mobile con la prospettiva delle scale (che salgono) mentre l’azione frenetica dei personaggi continua (ed è in discesa) .

Un personaggio interessante quello di Tinto Brass, fin dagli esordi, notato subito da Rossellini e che in questo film dal titolo italiano di “col cuore in gola”, esprime la prima fase del suo lavoro: quello non ancora convinto che l’erotismo non esista senza un linguaggio espressivo in un’epoca dove i video amatoriali sull’argomento la fanno da padrone, ma già certo che nessuna rivoluzione sarà possibile prima di una vera e profonda rivoluzione sessuale.

Nel film, presentato in lingua spagnola nella sezione Brigadoon qui al Festival di Sitges, non è difficile trovare suggestioni che saranno sicuramente piaciute al giovane Quentin Tarantino o a Joe Dante e che si racchiudono tutte nelle battute che i due protagonisti si scambiano amoreggiando nel parco: “non è nè male nè bene, ed io non sono nè buona nè cattiva” “e che cosa sei?” “sono come sono, si! sono come sono e basta” “e poi?” “e poi vorrei essere differente, ma non faccio nulla per esserlo.” Prodotto da Ermanno Donati e Luigi Carpentieri per la co-produzione italo/francese “Panda” tratto dal romanzo – Il sepolcro di Carta – di Sergio Donati, la musica è di Ermanno Trovajoli e la consulenza artistica di Guido Crepax.

Non stupisce la continua attenzione che i festival di cinema sparsi per l’Europa gli dimostrano. Non solo quello di Sitges, ma anche il Warsaw International Film Festival dove nella sezione Discoveries verrà presentato il documentario di Massimiliano Zanin dal titolo “IstintoBrass”, prodotto dalla Think’o Film e Wave, domani. Il documentario, in concomitanza con i 50 anni di carriera del regista, parte dalla testimonianza a livello professionale e personale di tante voci di attori famosi come Franco Nero e Gigi Proietti solo per fare alcuni esempi e che fanno coro a premi oscar del calibro di Helen Mirren e famosi critici cinematografici italiani e stranieri. Presentato nel 2013 nella selezione ufficiale alla 70° Mostra del cinema di Venezia, è stato al Rotterdam International Film Festival, PiFan – Puchon international Film Festival; Split Film Festival e nominato ai Nastri d’argento 2014 come miglior documentario sul cinema (arrivando tra i primi cinque). E, come dice uno dei protagonisti delle interviste di IstintoBrass, il genio di Tinto Brass non è solo la sua vocazione per il lato B “[..] ma è tomba, carne, disfacimento, morte, buio e questo ne fa un grande artista sinonimo di gioia e liberazione e non colpa e dannazione”. Pienamente in linea con il Festival di Sitges, quindi. Non stupisce insomma, di trovarlo anche qui.

di Cristina T. Chiochia per Oggialcinema.net


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