l'eterna capitale

Da Guchippai
come accennato ieri, sabato scorso sono andata a Roma. è stata una sorta di zingarata organizzata, nel senso che ho comprato il biglietto del treno pensando di fare una gita, ma senza avere in mente qualcosa di specifico da vedere, e solo in un secondo momento ho deciso dove andare. che a Roma c'è solo l'imbarazzo della scelta, per cui al limite potevo recarmi a vagabondare in centro e rivedermi le solite cose, che tanto della bellezza non ci si annoia mai. invece, nel corso delle settimane intercorse da quando ho fatto il biglietto a quando sono effettivamente partita, si sono materializzate due mete: il quartiere del Quadraro e Cinecittà. perchè il Quadraro? perchè mi piacciono i murales a mi era capitato di vedere in rete che lì ce ne sono alcuni interessanti, opera di artisti e frutto di un tentativo di riqualificazione della zona. a dire la verità, avrei anche potuto impegnarmi di più, nel senso che avrei potuto vedere Porta Furba o il Monumento ai deportati del 17 aprile 1944 (il quartiere era fortemente anti-nazista e anti-fascista), o ancora arrivare all'INA Casa 49, ma poichè avevo soprattutto voglia di sgranchire le gambe e prendere un po' d'aria, mi sono limitata a gironzolare alla come-viene-viene. ho anche avuto la fortuna di beccare un paio di artisti intenti a completare un lavoro:a mezzogiorno, per via che avevo fatto colazione alle 6, avevo già una fame che la vedevo arrampicare e quindi sono andata ad abbuffarmi di pizza al taglio a La Casetta (consigliatissima perchè la pizza era veramente ottima). con la panza piena, ho ripreso la metro e sono sbarcata poco più in là, proprio davanti all'ingresso di Cinecittà. essendo da sempre appassionata di cinema, avevo già tentato di visitarla più di vent'anni fa, trascinando il marito (allora solo moroso) in una discreta scarpinata sotto il sole (perchè mi sa che a quai tempi la metropolitana si fermava molto prima), per poi scoprire che i cancelli erano chiusi e tornarcene indietro con le pive nel sacco. adesso invece la visita a Cinecittà è possibile, paradossalmente grazie al fatto che sono calate drasticamente le produzioni che vi vengono realizzate e quindi i gruppi di turisti con il naso per aria non disturbano il lavoro delle troupe. ho scelto ovviamente la visita guidata che comprende un giro dei set, dal mitico teatro 5, il più grande d'Europa coi suoi 3200 metri quadrati e il prediletto da Federico Fellini, alla New York bruciata lasciata da Martin Scorsese, alla falsa Assisi costruita per lo sceneggiato di qualche anno fa su San Francesco, a un versatile sfondo urbano che si presta a essere modificato per sembrare, di volta in volta, Parigi, Chicago o la provincia italiana, alla perfetta e recentissima Roma antica del serial americano omonimo. qui siamo pure stati intrattenuti da un'animazione volta a mostrare come si gira un film: un regista e un aiuto regista hanno diretto un gruppo di figuranti in costume in un paio di scene. tutto molto divertente, un po' di meno per i centurioni con la corazza di metallo addosso sotto il sole gagliardo. a Cinecittà mi sono attardata per godermi la perfetta temperatura all'ombra della terrazza del bar dopo aver visitato le due mostre; a quel punto mancavano due ore alla partenza del mio treno e non avevo voglia di fare le corse, quindi sono sbarcata a Termini, ho gironzolato un po' lì nei dintorni (anche per finire le ultime 5 foto del rullino), ho fatto una merenda-cena e infine sono tornata a casa, anche se dev'essere destino che, quando arrivo a Bologna, il fato congiuri contro di me: a questo giro non c'era lo sciopero, ma un guasto sulla linea che ha provocato un ritardo di 40 minuti al mio treno.

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