L’eterno, di Joann Sfar (ovvero: vampiro a sorpresa)

Creato il 18 aprile 2014 da Joeundfreida @JoeUndFreida

“Ha gli occhi del padre. Suo padre, tuo padre. Tutti quelli che ce le hanno scassate da sempre con “crescete e moltiplicatevi”. Solo a guardarla te lo fa venire moscio, perché pensi che scopandola farai contenti i tuoi genitori.”

È sempre la stessa storia: tutte le volte che prendo una decisione seria, esistenziale, capita subito qualcosa che manda all’aria tutti i miei fermissimi progetti e convincimenti. Ed è successo così anche questa volta quando, dopo una sfilza di cantonate del livello di Flirt e del terribile Vampire Academy, avevo giurato a me stesso che me ne sarei stato alla larga per un bel pezzo da tutto ciò che riguardasse i vampiri.

Il fattaccio è accaduto qualche giorno fa, in una nota libreria milanese. Mentre aspettavo che il commesso, piuttosto indolente e pure zoppo, andasse a recuperare il libro che avevo chiesto, ho afferrato il primo volume che mi è capitato sotto mano e l’ho aperto a caso per leggere qualche pagina. Mi è piaciuto. L’ho richiuso e ho guardato più attentamente titolo (L’eterno), autore (Joann Sfar), editore (Rizzoli) e copertina (con quell’esserino svolazzante che inizialmente avevo scambiato per un demonietto, invece che per una versione molto kawaii del Nosferatu di Murnau). Anche questi mi sono piaciuti. A questo punto sono passato a leggere la trama:

Ionas è un violinista ucraino ebreo arruolato nell’esercito russo nel 1917. È innamorato dell’austera Hiéléna, che lo aspetta nel paese natio per sposarlo, comandarlo a bacchetta e donargli tanti figli rigorosamente “kosher”. Ma il destino ha in serbo un altro piano: Ionas muore sul campo di battaglia e torna in vita sotto forma di… VAMPIRO!”

Zubat e vampiri hanno molto in comune. Entrambi succhiano il sangue, entrambi sono notturni… Entrambi ti finiscono tra i piedi ogni due passi.

Per poco non ho lasciato cadere a terra il volume che tenevo in mano, come se fosse rovente. Dannati succhia-sangue che ti prendono alle spalle non appena abbassi la guardia! Ormai il peccato era stato consumato: ero incappato nell’ennesimo libro sui vampiri, e quel che è peggio è che mi era anche piaciuto.

Giunto a casa mi sono attaccato al computer e ho cominciato a informarmi meglio sull’opera e sull’autore. Ho scoperto che Joan Sfar, che io avevo pensato essere un debuttante alle prime armi (mea culpa), è in realtà in fumettista famoso oltralpe e anche discretamente conosciuto in Italia, alle prese col suo primo romanzo. A questo punto ho letto l’anteprima gratuita su Google Libri, e ho apprezzato pure questa…

Decisamente preferisco questa versione del Piccolo Principe (by Joann Sfar).

Insomma, per farla breve questo libro mi piace. Rappresenta uno dei pochi casi in cui la quarta di copertina dice la verità riguardo al contenuto: il romanzo viene definito “brillante” e questo mi sembra proprio l’aggettivo giusto. Joann riesce a mescolare egregiamente horror, erotismo e comicità e tutto questo senza perdersi troppo in scenette di colore, mantenendo alto il ritmo e l’interesse per la narrazione. Si vede che si è divertito a scrivere, e per questo il lettore si diverte a leggere. Parlo di scene leggere e divertenti come quella in cui Ionas, già in versione Principe della Notte, in preda ad una crisi di depressione, cerca di suicidarsi. Prima, mentre vola sopra un vecchio cimitero, si lascia cadere a peso morto nel tentativo di farsi spiccare la testa di netto da una lapide, ma poi una folata di vento lo sposta e lo fa finire in un cespuglio. Allora pensa bene di impiccarsi all’albero dei condannati: si annoda il cappio attorno alla testa, si butta dal ramo… ma l’istinto di sopravvivenza ha la meglio e, all’ultimissimo secondo, i suoi poteri di vampiro lo fanno levitare quel poco che basta a impedire al suo collo di spezzarsi, così Ionas si ritrova a penzolare tra gli altri cadaveri rinsecchiti come un frutto maturo. E parlo anche di uscite inaspettate come quando il virilissimo Caïn, fratello del protagonista, nel mezzo dell’amplesso, risponde alla domanda dell’amante “Mi ami?” con un vigoroso “Succhiamelo! Succhiamelo e ficcami un dito nel culo!”.

Ionas ha appena scoperto suo fratello a letto con Hiéléna.

Insomma, è un libro che penso che valga la pena di essere letto, e non solo dagli amanti del genere che sperano sempre di trovare una rivisitazione convincente dei temi e dei personaggi che gli piacciono (una ricerca che, ultimamente, sembra un po’ un voler cavare il sangue da una rapa). Nel corso della storia Joann riprende alcuni cliché degli horror e li rielabora con ironia, ma L’eterno non è semplicemente questo. È un romanzo spensierato e godibilissimo, che intrattiene senza troppe pretese, esattamente quello che questo tipo di letteratura dovrebbe fare. Quindi consiglio di dare un’occhiata a questo titolo anche a chi, come il sottoscritto, i vampiri escono da tutti i pori, perché penso che il modo che ha Sfar di fare narrativa possa essere stimolante sotto diversi punti di vista. A volte si intravedono gli errori tipici di uno scrittore alla sua prima prova, tuttavia, alla fine, il coinvolgimento è tale che vi si passa sopra volentieri. Perfino l’info-dump, quand’è costellato di particolari così spassosi e interessanti, non dà fastidio.

Herr Joe

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