L'eterno ritorno

Creato il 09 giugno 2011 da Lanterna
Stamattina, Amelia si lamenta di un minuscolo fastidio al mignolo del piede e io sospiro, per l'ennesima volta: "Quanto somigli a tua nonna!".
Sua nonna, che è anche mia mamma, è così attenta ai piccoli fastidi che un granello di sabbia nella scarpa potrebbe rovinarle una prima della Scala. Sua nonna, al contrario di me, che sono sua figlia e sono nata 6 giorni dopo di lei, è la rappresentazione perfetta del suo segno zodiacale, la Vergine: organizzata, ordinata, deve avere tutto sempre sotto controllo, non riesce a delegare.
Mia nonna, invece, mi somigliava di più. Infatti innumerevoli volte mia madre è sbottata con me: "Quanto somigli a tua nonna!".
Già, quanto somiglio a mia nonna. Forse perché, mutatis mutandis e per carità, io ho una vita più simile a quella che ha avuto lei.
Mia madre è cresciuta in un ambiente pronto ad aiutarla: i miei 4 nonni lavoravano in negozio e mi potevano tenere nel retrobottega, il suo lavoro era sicuro (e aveva trovato subito un posto statale, a 20 anni, appena uscita dall'ITIS), viveva in una casa dei miei nonni. Per dire: ha potuto permettersi di non mandarmi alla materna.
Io, pur con tutte le migliorie degli ultimi 60 anni, sono più simile a mia nonna: non ho nessun appoggio logistico fisso, a parte quelli che ho pagato. Mi trovo in balia della disponibilità dei nonni, che hanno necessità oggettive da anteporre alle mie (pure oggettive, ma mie). Mi trovo a vedere i miei bisogni disprezzati dallo Stato, esattamente come mia nonna nel dopoguerra.
E mi chiedo a volte se non valga la pena di fare fagotto e andarmene in un Paese civile.

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