Nessun parlamentare europeo o degli stati componenti è venuto a conoscenza di tutto questo e nessuno è stato consultato per capire lo scopo di questi droni che dovrebbero entrare in servizio nel 2020: tutto è passato direttamente tra la lobby della Unmanned Vehicle Systems (UVS) International, raggruppamento di imprese per la sicurezza e i burocrati di Bruxelles, al di sopra e al di sotto di qualsiasi controllo democratico, come avviene ormai per mille cose. I soldi dei cittadini vengono dilapidati senza alcuna verifica da un famelico branco di 35 mila burocrati e 15 mila lobbisti.
Un oceano sommerso dietro il quale si nascondono sperperi e affari, ma che è anche un comodo sistema di occultamento verso gli obiettivi inconfessabili che la governance continentale si prefigge senza darne alcuna notizia ai cittadini e ai loro distratti o complici rappresentanti di Strasburgo. Ecco a che punto siamo arrivati e per fortuna che esistono organizzazioni come Statewatch che almeno riescono a spostare un po’ di polvere. Così almeno qualcosa traspare, ma giusto qualcosina perché la notizia finora è stata pubblicata solo dal Telegraph. Tutto il resto tace aspettando l’altra Europa. Piena di droni.