L’evento mondano par excellence

Creato il 02 marzo 2014 da Salone Del Lutto @salonedellutto

Da My Fair Lady a Il diavolo veste Prada siamo abituati a vedere film in cui viene riproposto più o meno esplicitamente il mito di Pigmalione. Spesso il segno esteriore e tangibile della trasformazione di una donna è il cambio degli abiti, come nella famosissima sequenza dello shopping di Pretty Woman.

Tra le molte strade che si possono percorrere ne La grande bellezza di Paolo Sorrentino c’è anche quella che segue il mito di Pigmalione rintracciabile nel rapporto tra Jep (Toni Servillo) e Ramona (Sabrina Ferilli). Jep porta la compagna alle feste che caratterizzano la sua vita di “re dei mondani”. Fin qui niente di nuovo, non fosse che per lui anche i funerali sono occasioni mondane.

Così Ramona lo accompagna a uno dei tanti presenti nel film e per l’occasione ha bisogno dell’abito giusto. Insieme vanno in una boutique romana specializzata in vestiti per funerale, arredata in marmo e illuminata in modo da creare l’atmosfera adatta all’occasione.

La prima volta che ho visto questa scena non ho potuto fare a meno di pensare a Pretty Woman e a Ramona, che si prova alcuni vestiti davanti a Jep, come la versione “luttuosa” di Julia Roberts. E se Richard Gere dava alla sua compagna indicazioni su come comportarsi nelle occasioni in cui doveva seguirlo, anche Jep non manca di illustrare a Ramona le regole di comportamento che un mondano deve tenere ai funerali:

«Molti pensano che un funerale sia un evento casuale privo di regole, non è così. Il funerale è l’appuntamento mondano par excellence. A un funerale, non bisogna mai dimenticarlo, si va in scena. Con pazienza si attende che i parenti si liberino dalla calca e, una volta accertatisi che tutta la platea si sia seduta, solo a quel punto si possono fare le condoglianze. In questa maniera tutti ti possono vedere. Si prendono le mani del sofferente, si appoggiano le proprie sulle sue braccia, si sussurra qualcosa all’orecchio, una frase sicura detta con autorevolezza per esempio: “Nei prossimi giorni quando ci sarà il vuoto sappi che puoi contare sempre su di me”. Il pubblico si chiederà: “Ma che sta dicendo Jep Gambardella?”. È permesso raccogliersi in un angolo da soli come a meditare sul proprio dolore a questo punto però è richiesta un’ulteriore abilità. Il luogo scelto deve essere allo stesso tempo isolato ma ben visibile al pubblico. Inoltre una buona recita è tale quando è scevra da ogni ridondanza, dunque è regola fondamentale: a un funerale non bisogna mai piangere perché non bisogna rubare la scena al dolore dei parenti. Questo non è consentito, perché è immorale».

Ne La grande bellezza la morte è una delle protagoniste, se non la principale. È presente nei funerali ma anche nelle feste, nello studio del chirurgo plastico, nella passeggiata notturna dentro le case di Roma, che sembrano tante tombe di famiglia, di Jep e Ramona. Anche per questo auguriamo a Sorrentino ogni fortuna per la cerimonia degli Oscar, l’evento cinematografico mondano par excellence.

di Valentina Rossetto
Valentina Rossetto si è laureata in Lettere con una tesi in Storia del Cinema. Specializzata nell’archiviazione e conservazione dei film, ha lavorato per molti archivi pubblici e privati tra cui l’Archivio Nazionale Cinematografico della Resistenza, il Museo Nazionale del Cinema e il Castello di Rivoli – Museo d’Arte Contemporanea. Ha collaborato ad alcuni progetti di ricerca dell’Università degli Studi di Torino e scrive di cinema per riviste e blog.

La grande bellezza: regia e soggetto di Paolo Sorrentino; sceneggiatura di Paolo Sorrentino e Umberto Contarello; interpreti: Toni Servillo, Carlo Verdone, Sabrina Ferilli, Carlo Buccirosso, Iaia Forte, Giorgio Pasotti et al.; fotografia di Luca Bigazzi.

Guarda il trailer
Ascolta I Lie di David Lang, eseguita da Torino Vocal Ensemble.


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