L’ex capo della Polizia sul verdetto della Cassazione per il G8 di Genova: quando continuare a tacere non farebbe una lira di danno.

Creato il 09 luglio 2012 da Massimoconsorti @massimoconsorti

Per anni Gianni De Gennaro, all’epoca della “macelleria Diaz” capo della Polizia e oggi sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, ha taciuto. Non ha detto una parola né fatto un commento su quanto accadde durante il blitz notturno dei “celerini” nella scuola Diaz. Per anni lui, che di quei macellai in uniforme (lo dice la Cassazione non io) era il capo, ha fatto finta di nulla come se la sospensione dei diritti civili fosse stato un incidente di percorso, un “danno collaterale” delle guerre. Solo che a Genova la guerra non c’era. Ora ha rilasciato una dichiarazione non firmata nella quale afferma testualmente: “Le sentenze della magistratura devono essere rispettate ed eseguite, sia quando condannano, sia quando assolvono (...) Per quanto mi riguarda, ho sempre ispirato la mia condotta e le mie decisioni ai principi della Costituzione e dello Stato di diritto (...) Resta comunque nel mio animoun profondo dolore per tutti coloro che aGenova hanno subìto torti e violenze ed un sentimento di affetto e di umana solidarietà per quei funzionari di cui personalmente conosco il valore professionale e che tanto hanno contribuito ai successi dello stato democratico nella lotta al terrorismo ed alla criminalità organizzata”. L’idea che mi sono fatto, conseguenza della solidarietà espressa ai “funzionari di cui personalmente conosco il valore”, è che quanto accaduto alla Diaz sia stato accuratamente pianificato e voluto, che “quella” doveva essere una lezione-prova di forza in vista di fatti ben più gravi e dolorosi. Alla faccia del rispetto di una Costituzione che non prevede da nessuna parte che infilare un manganello fra le gambe di una ragazza o cantare “Giovinezza” o inneggiare a Pinochet rientri fra i compiti di un poliziotto. 



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