Nei parchi di Tokyo e di tutto il Giappone le gemme dei ciliegi si stanno lentamente schiudendo per rinnovare, come ogni anno, l’incanto della loro fioritura bianco rosata.
L’hanami, ossia la contemplazione di quegli alberi in fiore, mentre si passeggia in silenzio o in sommessa conversazione con persone amiche, è ritenuta dai giapponesi una delle più gratificanti esperienze dello sguardo e dello spirito.
La sublime e struggente bellezza della natura si esprime per loro, all’inizio della primavera, proprio in quelle nuvole ricamate: lo sguardo che le accarezza è per i nipponici un esercizio estetico e filosofico. Infatti appaga gli occhi e fa riflettere sulla precarietà della condizione umana, che, come quei petali, può dissolversi da un momento all’altro.
Purtroppo tale fragilità il popolo giapponese la sta sperimentando in questi giorni nella maniera più atroce. Lo spaventoso tsunami seguito al terribile terremoto ha spazzato via chilometri di costa, ridisegnando la carta geografica dell’arcipelago e addirittura spostando l’asse terrestre. Città costiere, villaggi, vite umane, imbarcazioni, treni e autobus: tutto travolto dalla marea nera. Le immagini sono impressionanti e incredibili, come l’impotenza umana.
La natura che fiorisce i ciliegi e regala la gioia dell’hanami, quella stessa natura che come pochi al mondo essi sanno rispettare e apprezzare, si è abbattuta con forza furibonda sul loro paese bellissimo e inquieto.
In questi giorni di tragedia, nell’incubo, ancora una volta, della catastrofe atomica, colpisce la loro compostezza e dignità, retaggio forse di un’autodisciplina e di un fatalismo atavici, del tutto lontani dalla nostra cultura.
Anche quest’anno fioriranno i ciliegi: che sia per loro il segno della vita che rinasce, nonostante.
MGC