L’Homo Novus della Repubblica Centrafricana

Creato il 27 luglio 2012 da Ilnazionale @ilNazionale

26 LUGLIO – Guance piene, scure, colorate di ebano. È molto lontano il Francois Bozizè provato dalla fame e dalle violenze degli anni della prigionia.

I mesi delle torture, quando fu arrestato nel 1989 perché accusato di aver ordito un golpe ai danni della neonata dittatura di André Kolingba , rimangono silenti tra le pieghe del suo volto serio.

Oggi l’uomo di punta della Repubblica Centrafricana si gode il suo potere.

Ma prima di poterne disporre in qualità di presidente, ha ricoperto quasi tutte le cariche del cursus honorum centrafricano.

É stato brigadier generale dello stato negli anni di Bokassa, ministro della Difesa nei 4 anni di DavidDacko, ministro delle Comunicazioni nei lunghi giorni della dittatura di Kolingba

Ma anche e soprattutto nemico dello stato dal 1989 al 1991. Dopo la detenzione e nonostante le accuse che lo volevano protagonista delle manovre per rovesciare il regime, riesce comunque,nel 1993, a partecipare alle elezioni ,ottenendo un risicato 1.5% .

La vittoria va invece a Patassè che si consegna alla storia come primo presidente centrafricano eletto democraticamente. Ed è proprio a quest’ultimo che il generale Bozizè si dichiara fedelissimo per lunghi anni. E fedelissimo si dimostra, fresco di nomina a Capo di Stato maggiore, combattendo con costanza i vari ammutinamenti dell’esercito. E ogni altra rappresaglia anti-governativa.

Ma le cose cambiano nel 2001.

Bramando il ruolo presidenziale, Bozizè come aveva fatto con Kolingba negli anni ’90, fomenta un nuovo colpo di stato nel maggio del 2001. La risposta armata delle truppe libiche e dei ribelli congolesi del Movimento per la Liberazione del Congo che spalleggiano il governo, non permette che i desideri famelici di Bozizè si realizzino. Segue la fuga del traditore in Ciad per evitare l’arresto. Ma le trame del generale Francois non sono finite ne tanto meno le sue ambiziose mire. Per tutto il 2002 si alternano i dolorosi giorni di sangue e stupri che raccontano gli scontri tra le truppe e i ribelli, entrati senza successo nella capitale Bangui.

Il vicino Ciad in questo concerto di armi e sofferenza viene accusato di fraternizzare con Bozizè e di fornire al grande traditore truppe e aiuti.

Ma è con una mossa strategica, lasciando per un momento in un angolo la violenza, che il generale si impadronisce del suo Paese.

Infatti sfruttandone la provvisoria assenza, Bozizè si sostituisce al presidente nella reggenza dello stato, presidiando tutti i luoghi nevralgici tra cui l’aeroporto, impedendo addirittura a Patassè di atterrare sul suolo di quella che era stata la sua repubblica.

Dopo aver superato indenne le elezioni del 2011, il generale Francois continua oggi a sedere la poltrona del potere .

Ed è una poltrona comoda. Da cui può orchestrare i nepotismi più vari e far funzionare il suo complesso sistema di corruzioni. 

Miryam Scandola


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