Fin da quando aveva memoria, Jerry Luther era stato ossessionato dai robot.
Il primo ricordo risaliva a quando aveva circa diciotto mesi: papà si fermò a far benzina, e l’automaton della Shelby Petroleum s’allungò dalla pensilina, sul braccio mobile, nelle ghette anni Cinquanta del XX secolo, il naso rosso, il cappello a scacchiera bianca e blu, la voce metallico-polifonica, tipica dei primi modelli; lo riconobbe grazie a un elementare software di movimento, e gli fece ciao con le quattro dita guantate di giallo, attraverso il parabrezza; poi sollevò il cofano, a controllare acqua e olio. Ma questo lo capì molti anni più tardi.
La mamma lo tirò via dall’auto torcendogli il braccio, mentre berciava al marito i prezzi folli dell’ultimo discount visitato, intervallando l’elenco di prodotti e cifre con dei «Pazzesco!», oppure «Hai capito? È folle!», lo trascinò, mentre il sole picchiava e l’acqua nebulizzata del vicino autolavaggio si posava sul viso, e l’aria era aspra di benzina e dolce di sapone e della crema per la carrozzeria.
Il diner era cinto da neon tubolari rossi e gialli, con le cornici verdi intorno ai menù interattivi. S’avvicinarono, e un altro automaton, la Betty Boop serie 5.01, vestita da cameriera bianca e rossa, aprì la porta a vetri, mise le mani in grembo e fece la boccuccia piccola sulla faccia larga come un televisore, si chinò su di lui e gli disse: «Per te frittelle gratis, tesoro.» Fece l’occhiolino, gli passò il dito sulla guancia e stampò un bacio di rossetto carminio, trasmettendogli una carica elettrostatica, che gli mozzò il fiato e lo mandò in ospedale.
Tre giorni dopo Betty fu smantellata, sospetto malfunzionamento generato da un conflitto di programmazione, si trattava di un modello impiegato in origine nelle case di piacere, e poi convertito alla ristorazione.
Tre anni dopo, la causa intentata da sua madre alla catena di distribuzione del diner, rese ricca la sua famiglia.
Amber Heard, ancora un volta modello per la mia narrativa. ^^
Nei trent’anni successivi, a Jerry venne diagnosticato l’Asperger, gli automaton divennero cyborg, poi replicanti e infine persone artificiali autocoscienti a pelle calda sprovviste di sistema linfatico. Lo erano diventate grazie a Lei™, bionda, algida e perfetta, tre volte più forte di un umano, cinque volte più longeva, e immune alle malattie. La creatura di Jerry imitava la vita, o meglio viveva esplicitando funzioni biologiche parallele, succedanee alle naturali; Lei™ venne dotata di diritti civili dal 28 Giugno 2137, dopo l’approvazione del disegno di legge 447 da parte del Parlamento di New Rio.
Il 7 Gennaio 2142, mentre l’Europa rieleggeva Jacob Zeudi, quale suo Dittatore Pro Tempore, e soffocava per l’alta concentrazione di acidi gassosi nell’aria, venne decisa la produzione in serie dei modelli Lei™, per sopperire all’elevato tasso di mortalità femminile della popolazione terrestre, contaminata dall’Agave, virus che ne causava l’invecchiamento precoce, e conseguente sterilità e morte, con aspettative di vita stimate in venti anni.
Destinazione d’uso dei modelli Lei™: intrattenimento sociale.
Numero di modelli in pre-ordine: oltre diciannove milioni.
L’Asperger aveva reso Jerry Luther l’uomo più ricco della Terra.
Il passo che avete appena letto è l’idea per un romanzo, la sua introduzione, scritta di getto, contenente parte di tutte le suggestioni che mi frullano in testa da mesi, da quando ho scritto un piccolo racconto chiamato Margine, che potete scaricare, se volete, in questa pagina. Aggratis, ovviamente. Si tratta di un raccoto scritto di getto, a suo tempo, e mai più ripreso, il che significa che è possibile ravvisare in esso delle imperfezioni stilistiche, ma anche no, a seconda del tipo di lettura di cui soffrite.
E visto che ho finalmente capito che è meglio scrivere che perder tempo a parlare di scrittura, questo è ciò che ho in mente e a cui lavorerò nel 2013, ricavando comunque il tempo per tenere aggiornato il blog, dare una conclusione alle avventure di Marilyn, vivere e mangiare ogni tanto.
È solo un’introduzione, per di più provvisoria. Consideratela una linea guida, che ho voluto condividere con voi. Molto apprezzate le osservazioni.
Buona continuazione.