dopo un’estate con la valigia in mano all’insegna di sole, mare e relax , eccomi di nuovo a scrivere.
Oggi vi propongo un romanzo del grande F.M. Dostoevskij: ”L’idiota”, terminato tra il 1868 e il 1869 durante il soggiorno dello scrittore a Firenze.
Può un uomo totalmente e veramente buono, vivere in società?
E’ questa la domanda che sorge spontanea nel leggere le avventure del principe L.N. Myskin tornato in Russia dopo una lunga permanenza in Svizzera, in cui era stato per curarsi.
Dostoevskij crea un personaggio straordinario, quasi divino, di una bontà ammaliante e commovente.Il principe viene coinvolto in un turbine di eventi: la folle passione di Rogozin per Nastas’ja, il generale Epancin e le tre figlie Aleksandra, Adelaide e Aglaja, la tubercolosi del giovane Ippolit.
Il principe Myskin con la sua sincerità disarmante costringe le persone a mettersi a nudo di fronte a se stesse, per questo la società in cui si trova non lo accetta, lo considera goffo, buffo, un “idiota” incapace di rimanere negli schemi del mondo civile.
Lo splendore della bontà, la forza della compassione e la bellezza possono salvare il mondo?