Nei duemila anni e passa, in cui la chiesa cattolica ha costruito il suo impero in Italia e nel mondo, ha avuto papi guerrafondai, politicanti, pavidi e viziosi. Molto radi qualcuno che abbia lasciato, nel suo apostolato, una traccia visibile e memorabile di bontà cristiana. Eppure tutti loro, hanno elevato a santi uomini e donne senza parsimonia, che avevano avuto ruoli edificanti in una chiesa più centrata sulla sua avidità terrena che celeste. La chiesa del terzo millenio si è trovata nella gola di un imbuto in cui l'avevano costretta i suoi vizi: gli scandali della banca vaticana, i preti coinvolti in sparizioni e omicidi di giovani donne, uomini della chiesa denunciati più volte per pedofilia. Tutti hanno contribuito ed hanno portato, dopo duemila anni, il papato di Ratzinger all' autolicenziamento e autoreclusione, piuttosto che continuare a farsi costringere dai vescovi famelici che lo circondavano e tenevano in ostaggio, per coprire gli scandali in cui veniva soffocata e travolta la fede. La gente si allontanava, la credibilità dell'istituzione e del vaticano, ma anche la fede stessa hanno raggiunto il livello più basso di tutta la sua esistenza; e fu Francesco. Lui capovolse il modo ma anche il verbo sin dalla sua prima apparizione a quella finestra dalla quale era passata anche molta farina del diavolo. Questo Papa ha dato segnali impensabili prima, ha usato parole e dato esempi di aperture storiche verso le altri fedi e verso il mondo dei poveri, dei diseredati, del dolore e dei deboli. A questo Papa si oppongono forze retrive terribili, dentro e fuori della chiesa, ma continuano ad opporsi anche coloro che per duemila anni hanno rimproverato alla chiesa cattolica proprio questa sua pretesa di primato e di chiusura verso le altre fedi. Coloro che si professavano "credenti non praticanti" perché in una chiesa così compromessa non sarebbero mai entrati, quelli che non mettevano in discussione la fede, ma la pratica quotidiana che molti suoi esponenti mostravano di prediligere: vita mondana e lusso, salotti politici e manichei, lembi di confini indistinti tra malaffare e corruzione. Quella parte di credenti che non osavano definirsi atei, non credenti, ma stanchi di dover coprire e difendere la distinzione tra fede e chiesa, finivano con l'allontanarsi da essa e guardarla da fuori emancipandosi da essa, ancora sono qui a rimproverare al povero Francesco, che gli errori e gli orrori della chiesa comunque ricadono su di lui. Bene, io mi sono definito da troppo tempo un"credente non praticante" frustrato dai troppi preti che ho incontrato nella vita, tra i quali, da nessuno di loro ho mai ricevuto un segnale di fede, ma di marpioni coperti da una immunità sconcertante, mentre brigavano in faccende assolutamente tutt'altro che trasparenti e che c'entrassero lontanamente con la fede. Ora, credo che chi si definisce oggi "cattolico non praticante", per quando dice non mi basta. Sono nato in un Paese che é cattolico per storia millenaria, non ho incontrato nella mia infanzia altro che la costrizione a frequentare la chiesa cattolica, l'asilo cattolico, la scuola cattolica, l'oratorio, le associazioni culturali e di aggregazione cattoliche, al sindacato cattolico,...l'unica scelta possibile sarebbe stato l'esclusione da ogni condivisione con gli altri Non sono un cattolico non praticante, sono un credente non frequentante. Io non ho mai sollevato il dubbio che Dio esista, ma non sono mai riuscito ad entrare in uno di quei negozi dove lo svendono. L'ho sempre cercato (e trovato!) nell'immensità dell'universo che sta fuori dalle potenti chiese. L'ho sempre visto nella carità dell'uomo, nella sua debolezza. Francesco sgretola quella facciata d'oro e di potere che la chiesa ha costruito tra se e l'uomo, ma costruisce una catena di esseri umani differenti e li riporta direttamente al Padre. non sono un cattolico non praticante, sono un credente e da oggi, un credente frequentante ed impegnato. Impegnato a fianco di un Pastore che parla una lingua che va sentita, compresa e diffusa. Questo credo debba essere oggi un impegno che debba essere condiviso da ognuno di quelli che comprendono che il percorso intrapreso da questo uomo, vada sostenuto ed accompagnato. Per non lasciarlo solo, per non lasciare di nuovo, una delle case di Dio, nelle mani dei mercanti e dei farisei.
Nei duemila anni e passa, in cui la chiesa cattolica ha costruito il suo impero in Italia e nel mondo, ha avuto papi guerrafondai, politicanti, pavidi e viziosi. Molto radi qualcuno che abbia lasciato, nel suo apostolato, una traccia visibile e memorabile di bontà cristiana. Eppure tutti loro, hanno elevato a santi uomini e donne senza parsimonia, che avevano avuto ruoli edificanti in una chiesa più centrata sulla sua avidità terrena che celeste. La chiesa del terzo millenio si è trovata nella gola di un imbuto in cui l'avevano costretta i suoi vizi: gli scandali della banca vaticana, i preti coinvolti in sparizioni e omicidi di giovani donne, uomini della chiesa denunciati più volte per pedofilia. Tutti hanno contribuito ed hanno portato, dopo duemila anni, il papato di Ratzinger all' autolicenziamento e autoreclusione, piuttosto che continuare a farsi costringere dai vescovi famelici che lo circondavano e tenevano in ostaggio, per coprire gli scandali in cui veniva soffocata e travolta la fede. La gente si allontanava, la credibilità dell'istituzione e del vaticano, ma anche la fede stessa hanno raggiunto il livello più basso di tutta la sua esistenza; e fu Francesco. Lui capovolse il modo ma anche il verbo sin dalla sua prima apparizione a quella finestra dalla quale era passata anche molta farina del diavolo. Questo Papa ha dato segnali impensabili prima, ha usato parole e dato esempi di aperture storiche verso le altri fedi e verso il mondo dei poveri, dei diseredati, del dolore e dei deboli. A questo Papa si oppongono forze retrive terribili, dentro e fuori della chiesa, ma continuano ad opporsi anche coloro che per duemila anni hanno rimproverato alla chiesa cattolica proprio questa sua pretesa di primato e di chiusura verso le altre fedi. Coloro che si professavano "credenti non praticanti" perché in una chiesa così compromessa non sarebbero mai entrati, quelli che non mettevano in discussione la fede, ma la pratica quotidiana che molti suoi esponenti mostravano di prediligere: vita mondana e lusso, salotti politici e manichei, lembi di confini indistinti tra malaffare e corruzione. Quella parte di credenti che non osavano definirsi atei, non credenti, ma stanchi di dover coprire e difendere la distinzione tra fede e chiesa, finivano con l'allontanarsi da essa e guardarla da fuori emancipandosi da essa, ancora sono qui a rimproverare al povero Francesco, che gli errori e gli orrori della chiesa comunque ricadono su di lui. Bene, io mi sono definito da troppo tempo un"credente non praticante" frustrato dai troppi preti che ho incontrato nella vita, tra i quali, da nessuno di loro ho mai ricevuto un segnale di fede, ma di marpioni coperti da una immunità sconcertante, mentre brigavano in faccende assolutamente tutt'altro che trasparenti e che c'entrassero lontanamente con la fede. Ora, credo che chi si definisce oggi "cattolico non praticante", per quando dice non mi basta. Sono nato in un Paese che é cattolico per storia millenaria, non ho incontrato nella mia infanzia altro che la costrizione a frequentare la chiesa cattolica, l'asilo cattolico, la scuola cattolica, l'oratorio, le associazioni culturali e di aggregazione cattoliche, al sindacato cattolico,...l'unica scelta possibile sarebbe stato l'esclusione da ogni condivisione con gli altri Non sono un cattolico non praticante, sono un credente non frequentante. Io non ho mai sollevato il dubbio che Dio esista, ma non sono mai riuscito ad entrare in uno di quei negozi dove lo svendono. L'ho sempre cercato (e trovato!) nell'immensità dell'universo che sta fuori dalle potenti chiese. L'ho sempre visto nella carità dell'uomo, nella sua debolezza. Francesco sgretola quella facciata d'oro e di potere che la chiesa ha costruito tra se e l'uomo, ma costruisce una catena di esseri umani differenti e li riporta direttamente al Padre. non sono un cattolico non praticante, sono un credente e da oggi, un credente frequentante ed impegnato. Impegnato a fianco di un Pastore che parla una lingua che va sentita, compresa e diffusa. Questo credo debba essere oggi un impegno che debba essere condiviso da ognuno di quelli che comprendono che il percorso intrapreso da questo uomo, vada sostenuto ed accompagnato. Per non lasciarlo solo, per non lasciare di nuovo, una delle case di Dio, nelle mani dei mercanti e dei farisei.
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