“L’imperfezione” – Un romanzo giovanile di Raul Montanari

Creato il 14 ottobre 2010 da Fabry2010


Suppongo che il titolo di questo post farà incazzare come una bestia Raul Montanari.
Anzi, no, meglio scrivere farebbe incazzare come una bestia, Raul Montanari. Scrivo farebbe perchè figurati se Raul Montanari si mette a leggere questo post. E comunque ora ho poco tempo per ragionare sui modi verbali, veramente ho sempre meno tempo per fare qualunque cosa: dico, possibile che più si invecchia e meno si ha tempo per tutto? Così scrivo questo post di getto, dopo aver letto di getto questo romanzo giovanile di Raul Montanari preso di corsa ieri sera nella piccola ma agguerrita biblioteca del mio paese (dico agguerrita perchè la capo bibliotecaria è una mia vecchia amica appassionata di questi scrittori di gialli non gialli alla Raul Montanari e ha piazzato vicino all’ingresso uno scaffale di legno bianco intitolato “Primizie” dove lascia le preziosità che scova chissàdove, tipo questo semisconosciuto romanzo giovanile di Raul Montanari che dovrebbe essere la sua opera prima).
Ammetto che non è corretto parlare di romanzo giovanile a proposito di un autore che è tutt’altro che vecchio
Sia chiaro, giovanile è qui da intendersi come opera scaturente freschezza narrativa e vivacità di trama, contenente in nuce tutte le caratteristiche più brillanti dello stile di Raul Montanari, nonché una vivida descrizione della Milano da bere (anzi ormai bevuta) di fine anni ottanta, l’epoca di ambientazione del romanzo.
Mi attacco ai due buchetti dello Sheridan, suggendo le ultime stille di questo morbido coffee liqueur e visualizzo la protagonista del romanzo. E’ una ragazza albanese di nome Ari Anna che lavora come apprendista in una sartoria del centro di Milano. Ari Anna è una ragazza molto graziosa e determinata nel coltivare il proprio sogno di diventare un giorno una stilista. Sogno che peraltro non coincide esattamente con quello dei genitori, che la vogliono sposata a un cugino arrivato da Durazzo, e neppure con quello dello zio, che invece la vorrebbe indirizzare al mestiere più antico del mondo sulla Statale Paullese.
Capovolgo lo Sheridan in un bicchiere sfaccettato come la personalità dell’altro protagonista della vicenda, Martin Ziegler, un ragazzone svizzero tedesco di madre italiana, giunto a Milano per motivi di lavoro (è fisioterapista di un famoso centravanti elvetico appena acquistato dall’Inter). Martin, abituato a bazzicare palestre in tuta da ginnastica, realizza che per ambientarsi nel bel mondo meneghino deve cambiare aria all’armadio. E dove va a rifarsi il guardaroba? Ma nella sartoria dove lavora Ari Anna. La folgorazione è reciproca.
Ora però arrivano gli intoppi. La padrona della sartoria si accorge di un’imperfezione (da qui il nome del romanzo) nei preziosi abiti in preparazione per un matrimonio aristocratico: qualcuno ha rubato il pregiatissimo filo di cachemire con cui erano imbastiti. Per un caso fortuito del furto viene accusata proprio Ari Anna. La stampa zafferana, in quel momento a corto di notizie, si getta sul caso, con un reportage intitolato Il filo di Ari Anna. La polizia sospetta che il buon Martin sia complice di Ari Anna.
Seguono colpi di scena a raffica, ci scappa anche il morto (lo zio pappone di Ari Anna) e alla fine…basta così! Non voglio certo svelare il finale a sorpresa.
Del resto, la trama, pur nella sua originalità, non è certo l’elemento che più mi ha colpito in questa lettura. Trovo molto più interessante il ricorrere di certi segni stilistici che poi nei romanzi successivi emergeranno potenti come cifra d’autore. Ad esempio, l’uso dei riassuntini all’inizio di ogni capitolo, elemento stilistico rientrato alla grande nelle ultime due opere di Montanari, La prima notte e Strane cose, domani. Nel romanzo L’imperfezione, a onor del vero, lo strumento dei riassuntini è a volte spinto all’eccesso, come nell’ultimo capitolo, dove il riassuntino iniziale è più lungo del capitolo stesso. Ma son peccati veniali, di gioventù.

L’imperfezione, di Raul Montanari (anno 1990, pare, ma le ultime due cifre sono scolorite dall’umido di questa copia della libreria; anche il nome dell’Editore è coperto da una macchia, sembra Mazzaferro Editore, ma non ne sono sicuro).



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