Ormai Roberto Saviano ha capito bene come funziona il meccanismo della cultura spettacolo impegnata. Per guadagnare l'attenzione del pubblico e conquistare seguaci bisogna spararla grossa, il più grossa possibile, che tanto nessuno farà caso ad illogicità, incongruenze ed errori madornali, specialmente se chi le dice ha già raggiunto lo status di popo star, come appunto lo scritto, di un libro solo, casertano.
Scivolategli addosso anche le ultime critiche di...diciamo scarsa attenzione per il lavoro altrui, il neo telepredicatore segue il solco tracciato da Marco Travaglio, impegnandosi in tournè in giro per l'Italia, presenziando un po' dove gli capita occasione di proporre il suo verbo alle masse ignoranti.
Stasera sarà al festival del giornalismo di Perugia, dalla cui platea non mancherà di esporre il suo nuovo cavallo di battaglia, la lotta alla "macchina del fango" con un intervento i cui punti essenziali sono anticipati dalla edizione odierna de La Repubblica.
Il testo è talmente pieno di assurde associazioni e di evidenti prese di posizione apodittiche e partigiane che nemmeno vale la pena di soffermarcisi sopra, che sicuramente sarà domani demolito e spernacchiato da più valenti critici (ma come si fa a paragonere Fini con Matteotti?).
Resta solo da sottolineare il triste declino del giovane scrittore di belle speranze, vittima di un successo tanto grande quanto immeritato, al quale non riesce a dare un seguito letterario, fermo alla composizione degli elenchi delle cose per le quali vale la pena vivere, prestandosi perfino a scegliere i "migliori" tra quelli inviati dai lettori del quotidiano sul quale scrive, che naturalmente non ha nulla a che fare con la macchina del fango di questa difficile stagione della politica e della vita sociale italiana.
Il nuovo corso della carriera di Saviano preoccupa però quanti da tempo avevano occupato il ricco mercato dell'anti berlusconismo e dell'anti politica e le critiche piovutegli addosso da gente come Travaglio e Grillo sono tutt'altro che inaspettate, che come sanno i blogger indipendenti anche l'anti berlusconismo ha i suoi limiti e non può dar da mangiare a tutti.
La conclusione del post non può che essere lasciata a Ennio Flaiano e alla sua sempre verde : " In italia la situazione è sempre grave ma non eè mai seria".