E’ successo ieri.
Davanti ad una tavola imbandita si attendeva l’arrivo di mio marito che , con le teglie di pasta al forno in macchina, ci avrebbe raggiunto per dare inizio al Pranzo di Pasqua. Ma ecco l’imprevisto:
- “Al semaforo, un signore di mezza età dall’aspetto dismesso, pareva volesse domandarmi una monetina.Anche il giorno di Pasqua! Ho pensato. Che tristezza, sarà un tossico, sarà un ubriacone o sempliecemente un poveraccio? D’altronde è ciò che penso ogni volta che m’imbatto in queste persone. L’istinto è quello di far finta di non vedere. Diciamo che subentra anche un po’ di paura per tutto ciò che leggiamo nei quotidiani.Sono andato oltre il ragionamento ed ho aperto il finestrino . Quell’uomo aveva bisogno d’aiuto. Non chiedeva nulla, semplicemente non si sentiva bene. L’ho fatto salire in macchina senza pensarci due volte, l’ho portato all’ospedale regalandogli anche una parte di quella pasta al forno che doveva arrivare sulla tavola di Pasqua”.
All’arrivo di mio marito, qualche commensale già brontolava per il ritardo e per la scarsa quantità del “primo” ma, davanti al racconto della piccola avventura, quel pezzo di pasta al forno che mancava è diventato un sollievo per tutti, una grande gioia per quel poveretto che avrà passato sicuramente una Pasqua diversa, curato e sfamato, e per tutti noi perchè è diventata una Pasqua speciale.
Un racconto condiviso che ci ha nutrito meno il corpo e più lo spirito .