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L'Imu di Brunetta e i rimborsi dei 5S. La politica è solo un affare di soldi.

Creato il 06 maggio 2013 da Massimoconsorti @massimoconsorti

L'Imu di Brunetta e i rimborsi dei 5S. La politica è solo un affare di soldi.Diciamolo francamente, l'introduzione dell'Imu, concepita come l'ha concepitaMario Monti, è stato un dramma. Psicologico ed economico. Psicologico perché gli italiani si sono sentiti vessati, turlupinati, fraudolentemente attaccati nell'unico bene (la prima casa, ovviamente) ottenuto dopo una vita di sacrifici e un mutuo perenne. Economico perché, il balzello si è dimostrato di una onerosità insopportabile da chi vede il proprio stipendio fermo da cinque anni, da chi ha perduto il posto di lavoro, da chi è esodato, da chi ha in mano solo un contratto co.co.co, da chi è pensionato al minimo. LettaLetta dice che quando Monti ha introdotto “la vergogna”, la situazione dell'Italia era al collasso, e che quindi è stato inevitabile mettere le mani in tasca ai “certi”, ai redditi fissi. Peccato che gli unici italiani che hanno (e pagano) la crisi, siano proprio, e solo, i cittadini con reddito fisso, mentre gli altri hanno fatto ricorso ai soliti “spalloni” e ai castelletti estero su estero. L'Imu, inutile negarlo, ha depresso un intero popolo che già si era visto alzare l'aliquota Iva anche sui beni di prima necessità, con la conseguenza che i macellai e i pescivendoli si sono ritrovati con un mercato contratto, e con consumatori che hanno rinunciato alla carne e al pesce considerandoli beni di lusso. Nessun contraccolpo, invece, per il mercato degli smartphone, e questo resta un mistero gaudioso. Insomma, gli italiani preferiscono non mangiare, piuttosto che privarsi degli smartphone e dei tablet che, notoriamente, soddisfano lo stomaco come e meglio di una fiorentina o di una frittura di scoglio. Ma come sempre avviene nel nostro paese, c'è chi, pur avendo, decide di non dare. Pur potendo permettersi il pagamento dell'Imu e dell'aumento dell'Iva, trova disdicevole dare allo Stato ciò che lo stato chiede, anzi pretende. Come considerare altrimenti l'attacco furibondo di Renato Brunetta nei confronti dell'Imu, se non una scappatoia per non versare i 5500 euro di imposta solo sulla sua abitazione romana, e non tenendo in considerazione le altre case e ville che ha in Italia? Tutti gli altri membri del governo non è che stiano messi male. E, anche se al top della classifica c'è Renatino, un risparmio che va dai 2000 ai 5000 euro l'anno non farebbe schifo a nessuno. Così, mentre i pidiellini si battono come leoni per abrogare l'imposta almeno sulla prima casa, dal Pd rispondono che è solo un problema di aliquote e di maggiori detrazioni, da portare dai 200 euro previsti attualmente, ai 600 per il futuro. Fatti due conti (il tabellino è pubblicato per intero sul Fatto.it), una maggiore detrazione agevolerebbe le famiglie con basso reddito, lasciando praticamente immutato il balzello per quelle con reddito più alto, ma agli abbienti questa piccola riforma non va giù, loro, che possono, non vogliono dare. Loro, gli abbienti, sono quelli che se sentono parlare di “patrimoniale”, mettono mano alla pistola e non al portafogli. Soldi, maledetti soldi. Beppe Grillo è stato messo in minoranza. I parlamentari 5S, non voglio restituire allo stato la parte non giustificata degli 8000 euro di rimborsi accessori e forfettari previsti dai regolamenti delle camere. Forse per evitare di rimetterci dopo uno scippo, o lo smarrimento della borsetta, i grillini pensano che in questo modo si possano mettere al riparo da eventuali incidenti di percorso. Parliamoci chiaro, i grillini, per cinque anni, sono già stati condannati al voto del silenzio, a mangiare nei fastfood, a bere acqua minerale liscia, a dormire dalla Caritas e a spostarsi in metropolitana, una vita che neppure il più candido degli eremiti vorrebbe per sé, figuriamoci una banda di ragazzotti con il testosterone a mille e gli ormoni in fibrillazione. Beppe parla bene, lui se ne sta nella sua villa di Genova, si muove in Suv, prende gli aerei, incassa un fottio con i clic sul blog e la vendita online dei suoi scritti, che cazzo gliene frega se un parlamentare è costretto a una vita monacale e a presentare anche lo scontrino per un caffè e cornetto? I ragazzi hanno ragione, probabilmente questa sarà per loro un'esperienza irripetibile, perché renderla un incubo non si capisce. A proposito di Suv. Gli ultimi dati sulle immatricolazioni, parlano del crollo del mercato delle auto di lusso. Un flop da 100 milioni di euro che il governo di Mario Monti, a buon diritto, può allineare con orgoglio nella sua bacheca dei trofe, insieme al sangue e alle lacrime. E continuiamo a chiederci come cazzo facciano 32 milioni di italiani a essere in possesso di uno (o più) smartphone con internet tutto compreso. Mistero glorioso.

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