L’IMU ‘rtacci vostri

Creato il 05 maggio 2012 da Tnepd
Mi scuserete se non sarò di gran buonumore, in questi giorni, ma mi hanno fatto il calcolo dell’IMU. Per ora conosco l’importo della prima rata, quella di giugno, con la sola componente statale. La seconda rata di dicembre – non è vero che ci sono tre rate, ma solo due, pare – conterrà anche la componente comunale dell’imposta, il federalismo insomma, quindi sarà molto più salata. Ringrazio la dolcissima signora Carmela Esposito, del CAF, per avermi comunicato l’ammontare dell’esosa gabella con una delicatezza che nemmeno certi medici hanno nell’informare i parenti di una diagnosi infausta.  Non vi tengo più sulle spine, sono € 550,00 da pagare entro il 16 di giugno. Perché così tanto? Perché la casa vuota dei miei genitori – mica un castello della Loira ma un A4 più garage – che da un anno è in vendita ma vendere non è facile, soprattutto quando c’è crisi e hai a che fare con immobiliaristi che non sarebbero capaci di piazzare neppure la cuccia del cane, mi viene considerata seconda casa, visto che vivo in affitto per i cazzi miei e con chi mi pare da 12 anni. Se riuscirò a vendere, con il ricavato potrò finalmente comperarmi la prima casa e allora fine dell’affitto e fine del problema, forse. In ogni caso, anche se un domani abitassi in una casa mia, nessuna detrazione per figli a carico perché – che sbadata  - non ho pensato di farne a suo tempo. Non sarebbe un regime fascista se non tassasse scapoli, nubili e coppie senza figli. Intanto però i professori (ma l’IMU è figlia deforme del federalismo e l’ICI l’ha tolta alla cazzo Miciobellobamboccione, non dimenticatelo) mi portano via, a giugno, mezzo stipendio e a dicembre probabilmente l’intera tredicesima. A suo tempo potremo masturbarci con il calcolo finale nell’esproprio. Ha ragione la Fornero, “è meglio far studiare i figli che pensare a lasciar loro delle case in eredità. Il problema è che i miei, oltre a lasciarmi una casa, mi hanno pure fatto studiare, meschini. Quindi?  Mettiamola così. Non mi chiamo Fornero né Deaglio. La zia ricca ha ragione, le case di proprietà non sono roba da piccoli borghesi del settore impiegatizio, che è meglio restino al loro posto. Le case bisogna sapersele mantenere, sono cose da ricchi, neh? Se io fossi un avvocato da 10.000,00 euro al mese – parlo di robetta di provincia, non di Ghedini – cosa sarebbero per me 550 euro? Il 5,5% di una mesata. Potrei permettermi tranquillamente di pagarne altre due o tre all’anno di IMU sulla seconda casa, senza sentire troppo male. Visto che invece sono un’impiegata da 1100 euro netti, l’imposta incide di fatto e parlando solo della prima rata, per il 50% netto su uno stipendio mensile già tassato alla fonte in maniera disumana. La Costituzione recita che la tassazione deve essere progressiva. In questo caso salta pure la proporzionalità che, secondo altri, sarebbe il modo più giusto di calcolare la tassazione. Io, per il mio stipendio e se fossi considerata uguale al mio omologo avvocato immaginario, dovrei pagare, se vale anche per me la regola del suo 5%, € 60,50 di IMU.  Oppure lui potrebbe pagare € 5.000,00, la metà del suo mensile. Scegliete voi.  Un’eccessiva pressione fiscale ingenera recessione. Ormai lo sanno anche i tombini per strada. Conseguenze recessive personali di questa rapina? Sul lungo termine di dicembre, l’esproprio capitalistico per me significa rinuncia al divano nuovo che avevo già preventivato di acquistare. Tanti saluti alle fabbriche del territorio, come quella che ha assorbito il personale in esubero dell’OMSA, che avrebbero potuto guadagnarci un pezzo venduto in più. Sul medio periodo di giugno, l’ammanco di 550 euro inciderà sul budget vacanziero e quindi di riflesso sul comparto del turismo romagnolo del mare. Meno cene al ristorante, meno spese in genere. Salutame a soreta Crescita. Nel breve e brevissimo periodo la recessione mi provoca solo una gran depressione, rabbia e senso di ingiustizia. Depressione di quelle reattive, che hanno una causa precisa, identificabile, come quella che ti agguanta quando subisci un lutto. Mentre però per il lutto siamo di fronte all’imponderabile, in questo caso si tratta di decisioni umane, prese con freddezza scientifica ed in perfetta lucidità da gente che non si è neppure posta il banale problema di correlare l’importo di una tassa con il reddito del contribuente per far sì che non saltasse i tappi della progressività, proporzionalità ed equità. Contribuente che, essendo lavoratore dipendente, ha un reddito chiaro e trasparente come l’acqua di fonte.   Gli è che ragionano con il loro portafoglio. Questo è il problema. E non ho alcuna intenzione di sentirmi in colpa perché ho un lavoro e dopotutto sono proprietaria di una casa e quindi dovrei sentirmi una privilegiata e stare zitta. Preoccupatevi se sono già arrivati alla piccola media borghesia, vuol dire che al di sotto ci sono già le montagne di cadaveri. Il loro scopo, ricordatelo, è di farci un giorno sentire di troppo per l’aria che respiriamo e che rubiamo alle narici dei loro carlini mangiafiletto. Cià, ho un tale nervoso che potete farmi premere il pulsante che sgancia una bella termonucleare dove volete, che non mi faccio alcuno scrupolo, anzi, mi guarderò il fungone dall’oblò cum gaudium magnum.

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