Dunque siamo arrivati alla resa dei conti, e che conti! Con il 17 Dicembre si chiude il termine per il pagamento dell’ultima tranche dovuta per l’IMU (Imposta Municipale Unica o anche Propria) che per sua natura è di fatto una reintroduzione dell’ICI per la componente immobiliare e dell’IRPEF, con le relative addizionali regionali e comunali, per la componente di redditi fondiari su immobili non locati e non affittati. Bene, anzi male. Già nella formulazione della legge, per quanto attiene i fattori moltiplicatori della rendita catastale ci sono delle iniquità incredibili: ovvero per la rendita catastale di fabbricati del gruppo catastale A si moltiplica sempre per 160 sia che si tratti di un Castello, classe A8, sia che si tratti di una abitazione “ultra popolare” A5. Questo al momento è quello che il Governo dei tecnici ci ha lasciato, è doveroso un approccio più incrementale e adeguato alle realtà abitative. Per una applicazione corretta dell’imposta comunale, una visione sistemiche e che tendesse ad un modello impositivo quanto più equo possibile, avrebbe, se non altro, cercato di applicare quanto disposto dalla legge 30/12/2004, n. 311 che al comma 336 tratta in merito della possibilità per i Comuni di richiedere quanto necessario ai titolari degli immobili che risultino avere un classamento non congruo per intervenute variazioni edilizie. Non solo, il comma 335 determina che possano e debbano essere presi in considerazione, proprio ai fini dell’applicazione dell’imposta comunale sugli immobili, disparità tra il valore medio di mercato e il valore medio catastale al fine di identificare il corretto classamento. La ruota gira, purtroppo a pagare tutto sono sempre i soliti noti, poi ci sono gli altri.tr atto in sintesi da savonanews.it del 11 dicembre 2012