Grande cantore della insondabilità del mistero del nostro agire, perfetto conoscitore delle contraddizioni dell’animo umano, osservatore spietato di un occidente ipocrita e pericoloso, Dürrenmatt è stato spesso anche un innovatore e uno sperimentatore nel campo dello stile.
E ne L’incarico l’Autore sviluppa una struttura stilistica che in ventiquattro fasi mostra un divenire affabulatorio che fonde storia e dialoghi, personaggi e avvenimenti, creando un flusso narrativo che contribuisce alla ossessione della descrizione e dell’osservazione.
Un Dürrenmatt quasi delilliano, che costruisce una storia che assomiglia a una delle installazioni pop o underground che popolano, come simulacri accusatori, le storie dello scrittore postmoderno americano. E L’incarico assurge proprio a simulacro accusatorio, a installazione narrativa che va oltre la narrazione, a struttura che vive di vita propria, prescindendo dal suo stesso creatore che diviene, come tutti i personaggi di questa storia, osservatore/osservato. Questo romanzo è del 1986. Chissà se Michael-Lindsay Hogg si è ispirato alle sue vicende quando dieci anni dopo girò Guy-Gli occhi addosso? Un libro. L’incarico, di Friedrich Dürrenmatt (Adelphi).