—Traduzione dell’articolo: Terrorist Designation of Egypt’s Muslim Brotherhood Highly Risky
— Considerazioni personali
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Per la prima volta nei suoi 85 anni di storia, l’organizzazione egiziana dei Fratelli Musulmani, FM, (Muslim Brothers, MB) Mercoledì (25 dicembre) è stata dichiarata organizzazione terroristica. La decisione del governo provvisorio, presumibilmente con l’approvazione della Giunta militare, è arrivata dopo due attentati mortali a Mansura e Il Cairo.
Il governo non ha presentato alcuna prova del coinvolgimento dei FM negli attentati, infatti, un gruppo radicale con il nome di Ansar al-Bayt Maqdis (Difensori della Moschea Sacra) ha rivendicato la responsabilità degli attacchi. I FM ha denunciato tutti gli atti di violenza, in particolare contro gli agenti di sicurezza.
L’azione del governo contro i Fratelli Musulmani avrà implicazioni di vasta portata, sia a breve che a lungo termine, per l’Egitto e, infine, per gli Stati Uniti. Dichiarare i FM organizzazione terroristica è una vittoria a breve termine per i fautori della linea dura all’interno della Giunta e del governo civile provvisorio, che hanno promesso di schiacciare l’organizzazione dei FM. Ma è una vittoria di Pirro, perché dal 1940 ogni governo egiziano, che si scontra con i FM, non è riuscito a schiacciarla.
I FM non sono solo un’organizzazione politica, come affermano questi sostenitori della linea dura. Si tratta di un movimento sociale, religioso, educativo, sanitario e culturale. E ‘il volto più visibile e credibile della presenza civica dell’Islam nel paese. È anche la più grande e più disciplinata componente politica islamica nel mondo arabo e sunnita.
I FM sono penetrati nella società egiziana, soprattutto nel livello inferiore della classe media e fra i poveri, attraverso una miriade di organizzazioni non governative. Questi gruppi forniscono cibo, assistenza sanitaria e educazione all’infanzia gratuitamente o a un costo accessibile. Inoltre, milioni di Egiziani della classe media e del terziario beneficiano dei servizi medici in ospedali e cliniche gestite dai FM.
Quando confrontati con ospedali privati costosi o ospedali pubblici di bassa qualità, le strutture sanitarie dei FM offrono l’unica alternativa interessante a disposizione per la maggior parte degli egiziani.
Miope la decisione del governo di marchiare i FM come organizzazione terroristica; costringerà tutti questi servizi a fermarsi lasciando milioni di egiziani senza cure, istruzione e servizi sociali. Questi disagi improvvisi è presumile che spingeranno la gente in piazza, creando una nuova ondata di disordini, violenza e instabilità.
La Giunta militare è cieca e si scaglia contro i FM perché non è riuscita a sedare le manifestazioni quotidiane contro la sua sempre più infiltrante dittatura. Le recenti condanne e incarcerazione di tre icone laiche di Piazza Tahrir è un altro segno d’intolleranza viscerale e spietata dei militari verso tutte le voci di opposizione, laici o islamici.
L’azione del governo prevedibilmente non fermerà le dimostrazioni pubbliche contro i militari, nonostante la crescente ondata di arresti di FM e di semplici simpatizzanti. Mentre sempre più numerosi sono i leader detenuti e la comunicazione fra le leadership interrotta, gli affiliati più giovani e, forse, più radicali si faranno avanti. L’Egitto andrà verso un elevato livello di caos e d’insicurezza.
Le probabilità di una soluzione politica inclusiva stanno rapidamente diminuendo. La Giunta militare sarebbe sciocca a credere di escogitare un sistema politico stabile senza includere i Fratelli Musulmani. L’Islam politico è una componente organica della politica egiziana che risale al 1928, anno della fondazione dell’organizzazione.
Il Generale Al Sisi potrebbe cavalcare l’ondata d’isterismo anti-FM per tutto il periodo che lo separa dalla presidenza, ma cavalcare la tigre è rischioso, come la storia moderna dell’Egitto ha dimostrato. Egli deve imparare dai dittatori militari che l’hanno preceduto sulla poltrona di presidente che reprimere i FM, incarcerare e giustiziare i leader non li ha fatti andare via. L’ondata di violenza che potrebbe seguire alla decisione della Giunta finirebbe per costringere il governo a riconsiderare la propria decisione.
Dichiarare la Fratellanza organizzazione terroristica potrebbe anche avere gravi implicazioni negative per gli Stati Uniti. I sostenitori della linea dura dei militari potrebbero accusare gli Stati Uniti di aver corteggiato i FM e i sostenitori dei FM rivoltarsi contro gli Stati Uniti per il sostegno dato ai militari. Il personale e le strutture americane in Egitto essere presi di mira da teppisti del regime e potenziali terroristi.
Il mite rimprovero del Dipartimento di Stato, invocante “un processo politico inclusivo” e chiedendo “il dialogo e la partecipazione politica attraverso lo spettro politico” – non riuscirà a soddisfare né i militari né i FM. Washington dovrebbe far capire chiaramente alla Giunta che la stabilità politica in Egitto non può essere raggiunta escludendoli dal processo politico.
In realtà, Washington si è impegnata con la Fratellanza a partire dai primi anni 1990 quando l’organizzazione prese la decisione di abbandonare le azioni violente e partecipare alla vita politica egiziana attraverso le elezioni, nonostante le obiezioni frequenti del regime di Mubarak. Gli Stati Uniti dovrebbero continuare a farlo indipendentemente dalla decisione sconsiderata della Giunta.
Emile Nakhleh
Esperto di M.O. e di Islam politico, membro del Council on Foreign Relations, professore presso l’Università del New Mexico. Ha lavorato nella CIA dal 1993-2006, a capo della Unità di Analisi Regionale e successivamente come direttore del Political Islam Strategic Analysis Program
- Considerazioni personali
Quando ebbe inizio la rivoluzione contro il regime di Mubarak, ero sospettosa tanto della componente dei “giovani-laici-internettizzati” che della Fratellanza la quale, nelle mie previsioni, sarebbe riuscita ad assumere la leadership. Come occidentale non è possibile approvare che si identifichi la politica con la religione, tuttavia considero esecrabile un colpo di stato dei militari che si impadroniscono del potere sostituendo la volontà popolare con una dittatura. L’esercito in Egitto ha in sovrappiù la caratteristica di essere una florida componente economica che agisce in regime di assoluta indipendenza senza controllo sui profitti; con questo può manovrare consensi giocando sulla sopravvivenza economica di intere famiglie.
Sembrava a me mancare nella rivoluzione di Tahrir la voce più schiettamente polare; lo ha confermato un ben argomentato mea culpa di un esponente di spicco della rivolta laica: “Ci siamo scontrati con i militari trascurando la gente” Nel tempo il partito dei Fratelli Musulmani , che come descrive nell’articolo Nakhleh una fetta di popolazione certamente la rappresenta, ha vinto le elezioni. Pertanto, è nelle urne che andava premiato o punito.
La democrazia dei carri armati
L’azione di Obama in M.O. somiglia a quella di chi accende un fuoco vicino ad pagliaio a partire dal suo famoso discorso all’Università del Cairo. Era facile intenderlo come una sconfessione della dittatura, ma si è tradotto poi nel privilegiare gli interessi delle lobby americane delle armi continuando, al di là delle blande dichiarazioni, a collaborare con la dittatura militare di oggi, come con quella di Mubarak in passato. Quando Nakhleh afferma che “Obama deve far capire chiaramente alla Giunta che la stabilità politica in Egitto non può essere raggiunta escludendo i FM dal processo politico” in realtà avvisa i FM di accettare l’avvenuto golpe. Che la democrazia sia vilipesa, si salvi, però, la faccia e il business USA chiamandoli “stabilità dell’Egitto”. Come gli americani accettarono la vittoria di George Bush, nonostante i brogli che lo avevano fatto prevalere su Al Gore.
Nulla di nuovo sul fronte di Washington.