L’incompresa Asia Argento e il talento limpido di Xavier Dolan

Creato il 23 maggio 2014 da Oggialcinemanet @oggialcinema

23 maggio 2014 • Festival di Cannes 2014, Speciale Festival di Cannes, Speciale Festival OAC, Vetrina Cinema

E’ di nuovo il turno di una regista italiana al Festival di Cannes. Dopo Alice Rohrwacher, a presentare il suo nuovo film sulla Croisette è stata Asia Argento, che con Incompresa partecipa nella sezione Un Certain Regard. Se con i suoi lavori precedenti l’attrice-regista aveva sempre in qualche modo fatto scandalo, con la sua terza prova dietro la macchina da presa esplora alternando durezza e tenerezza l’universo infantile. Al centro della narrazione una bambina di nove anni che soffre per l’incapacità dei genitori di porle attenzioni nel momento del loro divorzio. Abbandonata da loro e anche dalla sua migliore amica, la piccola prenderà una decisione che cambierà la sua vita. Ambientato nel 1984, a Roma, il film vede nel cast Charlotte Gainsburg e Gabriel Garko, per la prima volta in un ruolo davvero impegnativo.

Un po’ d’Italia è presente anche nel film collettivo I ponti di Sarajevo, presentato oggi fuori concorso. L’opera che è composta da tredici frammenti è un viaggio condotto da altrettanti registi nella città serba, tratteggiando il ruolo di Sarajevo nell’Europa di ieri e di oggi. Una pellicola mosaico toccante e necessaria, che vede tra gli autori Aida Begic, Sergei Loznitsa, Ursula Meier, i nostri Vincenzo Marra e Leonardo Di Costanzo (che firmano due dei migliori frammenti) e anche Jean-Luc Godard, il quale quindi presenta un altro suo lavoro dopo Adieu au Langage.

Xavier Dolan – Red carpet – Mommy © FDC / M. Petit

Se ieri scrivevamo entusiasticamente del film del maestro francese, oggi dobbiamo levarci il cappello di fronte all’ultima pellicola di Xavier Dolan. L’enfant prodige del cinema canadese (e mondiale) è per la prima volta in concorso a Cannes e – non crediamo di esagerare nel pronostico – punta dritto alla Palma d’Oro. Con Mommy Dolan ritorna a investigare il rapporto madre-figlio, dopo il suo esordio I Killed My Mother. In questo caso una madre vedova e un ragazzo effetto dal disturbo di deficit di attenzione. Nel loro complicato rapporto si intromette però la nuova vicina di casa. Insieme ritroveranno un equilibrio ormai perduto e riacquisteranno la speranza di una relazione serena. Durante la visione ci commuove, ci si emoziona, si ride, si rimane incantati dallo stile coinvolgente ed originale del giovane regista. Mommy sfiora così il cielo del capolavoro e si candida prepotentemente alla Palma d’Oro.

Chi invece ha realizzato un ottimo film ma non entusiasmante è Ken Loach, che con Jimmy’s Hall ci immerge nell’Irlanda degli anni ’30, raccontandoci di Jimmy Gralton che in quel periodo, appena tornato dagli Stati Uniti, apre in campagna un circolo-sala da ballo, ottenendo grande successo ma suscitando al contempo scandalo nella comunità del luogo. Si tratta della classica operazione alla Loach, un dramma storico-sociale che sa mescolare dramma, sentimentalismi ed ironia. Un prodotto ben scritto, diretto con mano ferma, ma che non si può catalogare tra le migliori opere dell’autore.

di Antonio Valerio Spera per Oggialcinema.net

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