Vanessa era snella caviglie sottili occhi da cerbiatta capelli corti che permettevano al collo esile e bianco di essere ammirato.Mentre stava transustanziando il pane nel corpo e il vino nel sangue di Nostro Signore si accorse che il desiderio di lei lo stava invadendo di nuovo, perciò abbassò lo sguardo e si appoggiò all’altare per la frustrazione (la velocità con cui si riempiono i vasi sanguigni è spaventosa).Pensò: - Se questa è la conseguenza dell’astinenza, se non farlo significa bramare Vanessa così (la voleva su di sé nel confessionale, la lingua tutta in gola, le gambe avvinghiate alle sue natiche, le mutande lacere), Nostro Signore non può non aiutarmi a trovare un rimedio e l’unico che io conosca è quello, ma ai ragazzi che glielo confessavano li ammoniva.Dovette appoggiarsi di nuovo all'altare per sopportare il turbamento di un’eccitazione così feroce: mio Dio, abbi pietà di me (ma l’avrebbe rifatto).Non si stava staccando da sé, non stava osservandosi agire da un punto distante, non stava scampando alcun pericolo, anzi i suoi pensieri erano fisionomie reali e lui era lì con loro: quelle erano le caviglie le cosce i fianchi di Vanessa.Tutta una burla il sesto comandamento!Gli si rammollirono le gambe, sentì il calore crescere fino ad esplodere in fiocchi: una condizione assoluta di benessere. Quell’estasi colmò per un istante ogni sua molecola e il momento dopo si dissolse.Chiese perdono.Però - pensò - meglio averlo fatto.Pochi attimi ancora e lo sconforto svanì del tutto.
Lucia Immordino