Un racconto lungo o un romanzo breve? Dilemma che può decidere della sorte dell'autrice, del mercato editoriale tutto ma soprattutto del futuro del mondo.
Io non ho mai letto nulla della scrittrice sarda, colpevolmente, e quindi mi sono accostato a una delle scrittrice di maggiore successo in questi anni, con grande circospezione e grande curiosità.
Sono uno snob editoriale, quando qualcuno ha troppo successo io cerco di stargli un po' lontano, riservandomi di leggerlo quando si comincia un po' a dimenticarsi di lui.
Dopo il successo enorme di Accabadora, io sono girato al largo.
Poi, un giorno in auto, sento a Fahrenheit la presentazione di questo libro, direttamente dalla viva voce dell'autrice. E ho capito del successo.
Letto in un paio di giorni.
Straordinario esempio di elogio alla nostalgia, il libro è meravigliosamente dedito al racconto della vita di paese e alla storia di adolescenti alle prese con una disputa socio-religiosa.
La bellezza delle atmosfere, il linguaggio, l'immediatezza della narrativa rendono queste pagine quasi memorabili.
Credo che ognuno - almeno di una certa età - riconosca se stesso nel percorso quotidiano di questi ragazzi, nella loro esperienza di vita, del loro crescere in un mondo comunque di adulti.
Bellissimo scrivere, affascinante lettura, magnifica esperienza.
Ora vado a ritroso e mi riservo Accabadora.