Il 1930 è un anno cruciale sia per l’India sia per il Mahatma (“Grande Anima”, il titolo onorifico che gli aveva dato il poeta indiano Tagore, premio Nobel per la letteratura). Nel 1930 infatti Gandhi decide di lanciare una campagna di disobbedienza civile di massa (satyagraha) contro la tassa sul sale imposta dai colonialisti inglesi. All’età di 61 anni il Mahatma si mette in cammino dal suo ashram di Ahmedabad e, con qualche decina di compagni, cammina per 24 giorni percorrendo centinaia di chilometri fino al mare, a Dandi. Quando arriva sulla spiaggia sono migliaia le persone unitesi a lui lungo il cammino, e altre migliaia lo stanno aspettando. Gandhi prende un po’ di sale marino, lo alza, lo mostra e grida: «questo è di tutti! Non può esserci una tassa su un bene comune!». Inizia così la grande rivolta nonviolenta contro la tassa britannica sul sale, che porterà in carcere ben sessantamila indiani, fra cui lo stesso Mahatma, scuotendo la coscienza del Paese.
Bosshard arriva in India nel 1930 inviato dall’Agenzia Dephot proprio per documentare, con la sua macchina fotografica, la situazione di generale agitazione contro la presenza britannica e il nascente movimento di indipendenza che si sta imponendo dinnanzi all’opinione pubblica mondiale. I suoi ritratti del Mahatma nell’ashram , i suoi scatti in bianco e nero della storica Marcia del Sale e del boicottaggio delle merci inglesi ci restituiscono in modo chiaro l’atmosfera dell’India dell’epoca: un’India non “folklorica” o “esotica” bensì socialmente e politicamente viva, ispirata dall’immenso carisma del Mahatma.
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