Da quando è in carica la povera ministra Cécile Kyenge si è ritrovata in un clima più che ostile: ha subito insulti e volgarità, abbandoni d’aula poco prima che esordisse con un suo discorso, lanci di banane e continue ed estenuanti vessazioni . L’elegantissima ministra ha però sempre risposto con ironia e intelligenza nonostante si trovasse davanti a beceri individui dandoci una grande lezione di classe: mai abbassarsi alla maleducazione altrui, né rispondere con lo stesso inaccettabile tono. In pochi l’avrebbero fatto, specialmente perché sarebbe stato molto semplice rispondere al villanissimo senatore con epiteti che richiamano i più svariati animali dalla mole considerevole.
Pochi giorni fa ho sentito alcune giovani donne parlare: “com’è il ragazzo che lavora lì?”
“ ma non sarebbe neanche un brutto ragazzo MA è albanese”
Occhi sbarrati e sgomento dinanzi a tanta barbarità, pronunciata, tra l’altro, da una persona scolarizzata. Se neanche la formazione provvede a sanare tale tarlo della mente, chi dunque?
Una cosa è certa care le mie signore: si può avere l’ultimo abito di grido e il capello fresco di parrucchiere, ma il razzismo è quanto più inelegante ci sia!
Ps- Cara Cécile, il declino del’invito di sabato alla festa della Lega non è vero che “non le fa onore” come qualcuno ha detto. Indignarsi è sano e giusto, ha tutta la mia solidarietà! Nella foto, la ministra in bianco e nero. (NB- è solo e soltanto nell’abbigliamento che è concesso parlare di colori)