Ho come l'impressione, che la questione dell'ineleggibilità di Berlusconi, sia un proxy. Una di quelle cose da usare per arrivare a qualcos'altro.
Sia chiaro che Berlusconi è ineleggibile: a tutti gli effetti. A norma di legge, aggiungo - perché non si confonda il sacro (la legge) dal profano (tutto il resto dei motivi che basterebbero a non farne proprio un candidato, con l'accezione etimologica). C'è una legge del '57: non si può parlare di roba contro di lui, perché ai tempi - bei tempi si potrebbe dire - era davvero lontano dal fare il politico.
Ma perché adesso?
Sono venti anni che Berlusconi viene regolarmente eletto, senza conseguenze successive. E non è nemmeno, come dice qualcuno, che la maggioranza l'ha sempre guidata lui, motivo per cui le varie Giunte avrebbero sempre sublimato la questione. Il centrosinistra le elezioni le ha vinte e non mai spinto troppo sull'ineleggibilità, anzi.
Non è accettabile, certo, il pregresso, la storia, la pseudo-prescrizione - ancora!? allora è un vizio - della norma, o meglio del comportamento davanti alla norma. Come dire, o come dicono: "non lo si può dichiarare ineleggibile, perché altrimenti dovremmo giustificare (cosa impossibile) il perché non lo sia stato tutte le volte precedenti". No davvero: sarebbe assurdo. Travaglio ha usato una buona metafora: sarebbe come non condannare un serial killer colto in flagranza al settimo omicidio, perché non era stato beccato per i sei precedenti.
Tutto questo è sacrosanto: ma, e mi duole dirlo, ci sono momenti in cui certe cose devono essere un po' messe da parte. Chiudere quell'occhio - nel caso magari anche tutti e due - perché in fondo, ci sono stati passaggi anche peggiori. L'interesse in ballo, stavolta è concreto e tangibile: il governo del paese. Anche perché altrimenti ci si dovrebbe mettere a spiegare agli elettori del Pd, come mai la sinistra ha ignorato il tutto in precedenza - magari anche quando aveva i numeri per decidere - e invece stavolta si debba andare fino in fondo - in un momento delicato, dove i numeri mancano e ci si gioca la tenuta della maggioranza.
Sembra allora che in tutta questa pigra polemica, il vero sia altrove.
E forse è da ricercare nel riposizionarsi, in vista del futuro, sia prossimo che remoto. E per "remoto" intendo quel che succederà quando questo governo cadrà - e forse sarà prima del previsto - e si andrà al voto di nuovo. Per futuro prossimo, invece, intendo le elezioni amministrative di domenica. E quel perpetrato stile di accorciare la distanza dalla propria costituency, del rimotivare i propri adepti, nel fare campagna elettorale, che ha il Pd e che consiste nel tirare in ballo un po' del solito e vecchio antiberlusconismo di maniera.
Salvo poi, che qualcuno non si renda conto che quell'antiberlusconismo ormai sta diventando di facciata. Ladri di Pisa, che si azzuffano di giorno poi di notte si sa come va a finire. Ma occhio, perché gli elettori cominciano a scoprirlo.
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