L'Infanta Cristina davanti ai magistrati del caso Noos: il D-Day della Monarchia spagnola

Da Rottasudovest
Cristina o Letizia, chi ha fatto più danno alla Monarchia spagnola in questi anni? Lo chiedi alle amicizie spagnole e loro non hanno dubbi. Per quanto nessuna di loro faccia i salti di gioia al vedere un giorno Letizia Ortiz sul trono di Spagna, come regina consorte, tutti assicurano che nessuna come l'Infanta Cristina. Letizia avrà plebeizzato la Monarchia, l'avrà anche volgarizzata, come dice il più insistente dei suoi critici, il giornalista Jaime Peñafiel, l'avrà uguagliata al popolo verso il basso, ma è stata Cristina a far cadere la benda da davanti agli occhi di chi credeva che la Famiglia Reale fosse quella raccontata da Hola. "Sono successe contemporaneamente troppe cose, la crisi economica, il re che va a caccia di elefanti, Iñaki che rubava il denaro pubblico e Cristina che lo spendeva" si diceva qualche giorno fa in una conversazione. Letizia, in fondo cosa ha fatto di male? "Ha sbagliato qualche vestito, ma siamo onesti, è la più pulita della famiglia, anche se, con quello che sta succedendo non metterei la mano sul fuoco per nessuno di loro. Sono una famiglia corrotta, il paradigma della Spagna di cui ci dobbiamo liberare, se vogliamo tornare a credere in noi come Paese" diceva qualcun altro nella stessa conversazione.  Ci vorrebbe una catarsi nazionale, con una nuova Monarchia, magari rifondata da Felipe (con o senza Letizia? questo è un altro punto interrogativo), che si liberi degli errori del passato. E il più mediatico di tutti è il caso Noos. Oggi Cristina sarà finalmente davanti al giudice José Castro, che sta indagando sull'Instituto Noos e sulle società satelliti, ipotizzando tutta una serie di reati che vanno dalla malversazione all'evasione fiscale. Cristina è indagata per riciclaggio di denaro e frode fiscale. E' il primo membro della Famiglia Reale spagnola che dovrà dichiarare davanti a un giudice. Per mesi la Zarzuela non ha saputo come gestire la situazione, niente affatto aiutata da Cristina, che avrebbe liberato il padre del pesante fardello se avesse divorziato dal marito o se avesse rinunciato ai diritti dinastici.  Non che adesso la Casa Reale abbia imparato a gestire gli eventi. E' anzi sopraffatta dal susseguirsi degli avvenimenti, tutti negativi per la Monarchia: la salute malferma di re Juan Carlos, su cui cui tenta continuamente di rassicurare, il matrimonio dei Principi delle Asturie, dato in netta difficoltà, nonostante un portavoce della Casa abbia detto che si tratta di alti e bassi normali (e giù nuovo gossip sulla frase), l'impopolarità crescente dell'istituzione. Su tutto il Caso Noos, che ha ridato fiato a vecchi sospetti di corruzione della Famiglia Reale, a cominciare dalla fortuna del Re, dalle origini poco chiare, per continuare con le commissioni che gli amici sceicchi arabi compiacenti gli avrebbero sempre fatto avere per il petrolio e per i contratti firmati con le industrie spagnole. "Se Cristina ha fatto quello che ha fatto è perché lo ha visto in casa" Quante volte avrò ascoltato questa frase in questi anni, pronunciata da persone diverse, in conversazioni diverse, con convinzione sempre maggiore, mano a mano che si avvicinava l'avvio delle indagini sull'Infanta?
E adesso Cristina, che non ha saputo scegliere tra l'istituzione che rappresenta e il marito di cui è innamorata, è stata abbandonata un po' al suo destino. Ha passato buona parte della settimana a Barcellona, dove non è stata raggiunta da nessun familiare, per preparare la sua difesa; a Palma di Maiorca, non dormirà a Marivent; sarà accompagnata solo dai suoi legali e da nessun membro della Casa.  Per El Mundo si tratta del D-Day dell'Infanta e della Monarchia. Tutto è stato negoziato e deciso con cura, in un delicato equilibrio tra i diritti dell'Infanta, le attese dell'opinione pubblica, le esigenze della Giustizia. Per esempio, per arrivare alla porta del Tribunale, c'è una breve discesa, che può essere percorsa a piedi o in auto; è stata negoziata anche quella: il Tribunale non si oppone se Cristina deciderà di scendere in auto; l'opinione pubblica si aspetta che lo faccia a piedi, perché non deve avere alcun privilegio, anche se la sensazione netta è che voglia la pubblica umiliazione dell'Infanta. Perché, siamo seri: davvero se percorre quel pezzo di strada in auto gode di un privilegio?! ma quanti indagati scendono quel pezzo di strada avendo intorno a sé decine di giornalisti provenienti da ogni parte del mondo, attenti a ogni espressione e a ogni sguardo, come in un giardino zoologico? Davvero, in questo caso, Cristina non sarebbe un po' meno uguale degli altri? E' solo un esempio dei tanti possibili su come la difesa ossessiva della presunta uguaglianza dei cittadini sia in realtà una sorta di rivalsa.  Si sta assistendo a uno spettacolo da panem et circenses, con la folla che vuole umiliare Cristina, per aver rotto l'incantesimo di una Famiglia Reale bella e perfetta, per essere, in fondo, il simbolo della Spagna ricca, ammirata e invidiata, che per ingordigia è finita nel fango. Oggi c'è lo spettacolo della secondogenita di un sovrano interrogata da un uomo di Giustizia per una vile e volgare questione di denaro, indegna di una Famiglia Reale e, comunque, di un familiare del Capo dello Stato. Poi, finito l'isterismo collettivo per la deposizione, si spera si possa andare avanti, si possano analizzare con più lucidità le funzioni dell'istituzione e si possa parlare con più serenità dell'eventuale abdicazione di Juan Carlos. Matrimonio di Felipe permettendo, perché, chiaro, non c'è solo Cristina a togliere il sonno ai pompieri della Zarzuela.


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