L’infanzia violata

Da Psytornello @psytornello

Oggi vorrei parlare di un tema molto delicato che non viene affrontato spesso perché spaventa e crea sicuramente un grande sconvolgimento emotivo: l’abuso sessuale sui minori. Ricordo ancora il mio periodo di tirocinio post lauream in un servizio di neuropsichiatria infantile, a stretto contatto con un’equipe che si occupava proprio di maltrattamento e abuso all’infanzia: i primi mesi tornavo a casa quasi paralizzata dallo sconcerto, mi rimbombavano in testa storie che mi sembravano quasi incredibili ma che purtroppo erano tristemente vere, storie di bambini violati nella loro innocenza, la cui spensieratezza era stata derubata e il più delle volte da un membro della propria famiglia…un genitore, un nonno, uno zio…

Sono passati tanti anni da allora ma i casi di abuso non sono diminuiti, anzi i dati si fanno sempre più allarmanti. In Italia dal 2006 a oggi gli abusi fisici sono più che triplicati e le segnalazioni a Telefono Azzurro sono aumentate del 3,9%. E queste statistiche non rappresentano che la parte emersa dell’iceberg: molti infatti sono gli episodi che ancora rimangono nell’ombra… Ma il numero crescente di segnalazioni a cosa è dovuto? Alcuni ritengono sia legato all’aumento del tasso di violenza nella nostra società, altri pensano invece che oggigiorno la sensibilità nel riconoscere la presenza di un abuso sia assai più spiccata.

Ma cosa si intende per abuso sessuale? “Si definisce abuso sessuale quel comportamento che coinvolge bambini non autonomi e non ancora adolescenti, in attività sessuali che essi non comprendono ancora completamente, per le quali non sono in grado di dare risposte adeguate, o che violano i tabù sociali dei ruoli familiari“.
All’interno della classificazione internazionale si distinguono 5 tipi di abuso sessuale:

  1. il coinvolgimento di un minore in relazioni sessuali da parte di un genitore;
  2. lo sfruttamento a scopo di gratificazione sessuale da parte di individui legati al bambino da parentela o conoscenza (membri della famiglia estesa);
  3. la violenza sessuale da parte di individui estranei;
  4. la prostituzione;
  5. lo sfruttamento di minori nella produzione di materiale pornografico.

Dopo la famiglia, la Scuola è il luogo in cui i bambini trascorrono la maggior parte del loro tempo e, proprio per questo, il più delle volte sono gli insegnanti a confrontarsi con un loro eventuale malessere.

Quali segnali devono essere monitorati e possono risultare allarmanti in un bambino? Tra i segnali specifici annoveriamo:

  • la tendenza ad erotizzare i rapporti con i coetanei o gli adulti (anche per ricevere affetto);
  • una conoscenza della sessualità non adeguata all’età;
  • lesioni traumatiche dell’apparato genitale o anale;
  • giochi sessuali persistenti con altri bambini e con giocattoli;
  • disegni nei quali siano presenti elementi sessuali.

Esistono anche degli indicatori aspecifici, ovvero:

  • un brusco calo del rendimento scolastico;
  • difficoltà nell’apprendimento e nel mantenimento dell’attenzione;
  • difficoltà nelle relazioni;
  • disagi nell’area psicoemotiva;
  • comparsa di disturbi del sonno e dell’alimentazione;
  • crisi acute di ansia;
  • suicidi o tentati suicidi e forme di autolesionismo.

Non è sempre facile cogliere i segnali di disagio in un bambino: sono necessari empatia, ascolto attivo e competenza nel dare il giusto peso a certi comportamenti. Infatti, è importante tenere conto del fatto che la sessualità è presente nel bambino come nell’adulto ma ovviamente con modalità differente. E’ normale che in età infantile il pene dei maschietti possa avere delle erezioni e la stimolazione del clitoride nelle bambine possa dare delle sensazioni di piacevolezza, ma tale reazioni nulla hanno a che vedere con la risposta sessuale tipica dell’adolescenza. Altrettanto plausibili sono le curiosità circa le differenze tra uomo e donna e le manifestazioni di affettività verso gli amichetti. L’adulto deve quindi discernere tra i comportamenti tipici dello sviluppo sessuale del bambino e quelli che invece possono far presupporre uno stato di disagio (masturbazione continua, conoscenze sulla sessualità non adeguate all’età, imitazione di atteggiamenti sessuali degli adulti…).

Cosa fare quando si sospetta  una situazione di maltrattamento o abuso ai danni di un minore?  Un adulto (insegnante o altra figura educativa di riferimento) che rilevi segnali di disagio riconducibili a trascuratezza o maltrattamento, deve segnalare il caso ai Servizi psicosociali di zona con i quali sarà possibile programmare un piano di intervento che sostenga il minore e attivi le risorse della famiglia. Nel caso in cui i Servizi rilevino poi una situazione di grave pregiudizio per il bambino, potranno inviare segnalazione alla Magistratura minorile che, attraverso le indagini necessarie, si attiverà per valutare se i sospetti sono fondati.

Fonti:

Il fenomeno dell’abuso sessuale e del maltrattamento ai danni di minori, Cismai – Novembre 2000;

Henry e Ruth Kempe, Le violenze sul bambino, Armando – Roma, 1978;

Finkelhor e Korbin, Child Abuse as an International Issue. Child abuse & Neglect, 12 (1), 3-23, 1988.


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