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L'infermiera scozzese già guarita dall'ebola è ricoverata al Royal Free Hospital di Londra in isolamento

Creato il 15 ottobre 2015 da Marianna06

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Pauline Cafferkey, l'infermiera scozzese di 39 anni, che aveva contratto,tempo addietro,il virus dell'ebola in Sierra Leone e dal quale, dopo il rientro in patria, era (si diceva) perfettamente guarita, è ricoverata, invece, in questi giorni in isolamento al Royal Free Hospital di Londra.

La recrudescenza del virus, che si è manifestata, ha colpito a sorpresa la donna e pare che lo abbia fatto anche con una certa violenza,per cui le  sue condizioni di salute sono molto gravi.

Questo è quanto riferiscono i sanitari dell'ospedale londinese.

Pertanto certi sospetti circa la completa guarigione dall'ebola,ritenuta impossibile da parte di alcuni epidemiologi ricercatori, sono oggi, a quanto pare, realtà.

E, accanto al caso di Pauline Cafferkey, il cui decorso non è dato sapere come evolverà, giunge notizia che stiano emergendo, in Africa,  casi analoghi.

Ricordiamo che i Paesi particolarmente colpiti dall'ebola sono stati e sono la Liberia e la Sierra Leone oltre alla Guinea in prima battuta.

E con sistemi sanitari  estremamente precari, specie per i primi due.

Proprio questo non consente alle informazioni in caso di grave epidemia come quella dell'ebola, di giungere in Europa e nel mondo come sarebbe opportuno e doveroso.

Da alcune indiscrezioni si è saputo, e proprio nelle ultime ore e a seguito del clamore del caso Cafferkey ,che in Africa persone ritenute guarite dall' ebola accusano, negli ultimi tempi, disturbi alla vista, quando non arrivano addirittura  alla cecità vera e propria.

Inoltre gli ex-malati di ebola soffrono sovente di fortissime emicranie nonché di  gravi problemi di natura neurologica.

Una forma terribile di contagio pare possa avvenire anche attraverso il liquido seminale del maschio.

E ciò spiegherebbe pure le  tante morti al femminile in quei Paesi.

E non come si era detto perché le donne, in genere, erano quelle deputate ad accudire i malati e  a provvedere alla sepoltura, specie nei villaggi rurali.

Infatti il virus dell'ebola pare possa convivere nell'organismo umano, dopo l'apparente guarigione clinica, nascondendosi ben bene in organi vitali senza aggredire sulle prime la persona fisica.

Consente semmai, da dormiente, alle difese immunitarie dell'organismo della persona in questione di reagire  fino a quando poi, un bel giorno, non si manifesta all'improvviso in tutta la sua reale aggressività.

Ora il timore dell'opinione pubblica e delle autorità è che possa esserci stata una qualche forma di contagio (più di una) con tutte le persone con cui Pauline Cafferkey è venuta di necessità in contatto negli ultimi tempi.

Come, ad esempio, potrebbe essere per alcune scolaresche alle quali lei ha parlato in qualità di testimone sopravvissuta all'ebola.

 

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                                                      Marianna Micheluzzi (Ukundimana)


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