L'inferno: e' una eresia salvarsi?

Creato il 19 ottobre 2010 da Gurufranc

È UNA ERESIA TENTARE DI SALVARE L'ARTE, LA CULTURA E I POSTI DI LAVORO?

SE È SI VOGLIAMO PECCARE E SALVARCI:

SALVARE IL MUSEO MADRE

Siamo contro i musei. E non siamo certo le prime. Ma si può continuare a esserlo in maniera estrema, in un mondo che va a rotoli, quando ormai la velocità raggiunta sul piano inclinato ti ha già portato a intravedere il salto nel vuoto, la dissoluzione, la fine?

Non è un mistero: l'arte, la cultura, sono posizionate con un piede nella fossa. Non è un mistero, tutti sanno quanto sia difficile (quanto costi) conservare un patrimonio come quello italiano. Giunti al punto in cui si è risulta preferibile andare all'inferno, resistere, tentare di praticare accanimento terapeutico e fare ciò che si può. Non ce la sentiamo, dunque, di dare un'altra spinta., sapendo che la situazione è davvero grave. Di ciò, infatti, si tratta; si è in una fase intollerabile e qualcosa occorrerebbe finventarla. Vorremmo che si fosse già fatto tutto, e che, imbroccata la giusta via, si potesse dire: le opere d'arte devono stare dove è l'uomo, nelle piazze, dove, finalmente liberato e cosciente, vive la propria quotidianità.

Così non è. 

E allora i musei hanno ragion d'essere, giacché, soli, rappresentano un baluardo a salvaguardia della bellezza. E del lavoro. Se, poi, un museo si pone in maniera innovativa rispetto all'opera d'arte, se intende entrare nel sangue, nel tessuto connettivo di una città, dell'Europa, del mondo, per restarci proponendo linguaggi e valori cristallizzati in forme innovative, tutte da esplorare, allora non si tratta più di sottoscrivere un appello: si tratta della propria esistenza, della sopravvivenza. O c'è chi ritiene che si possa vivere senza sangue, senza pelle?

 In attesa di ulteriori interventi (sono ben accetti, immaginiamo, anche quelli divini), dal sito: http://www.museomadre.it/savemadre.cfm, estrapoliamo:

Il MADRE è diventato in pochi anni uno dei nuovi musei più amati dalla critica e dal pubblico di tutto il mondo. Una città, che ha una grande storia di gallerie private di assoluto valore, ha finalmente trovato in questo splendido museo nel centro storico un punto di riferimento di sicuro prestigio e di forte e riconosciuta credibilità internazionale. Per chi studia e ama l'arte contemporanea e, aldilà dei tanti problemi che l'affliggono, riconosce il rinnovato splendore culturale di una città come Napoli, è impensabile che il MADRE, un museo già così importante e accreditato, venga improvvisamente abbandonato e distrutto dal governo locale. Non sarebbe solo un colpo per il mondo internazionale dell'arte, sarebbe un dramma anche per l'Italia, che ha bisogno di un sistema solido e il più possibile esteso di spazi dedicati alla promozione e allo studio della ricerca contemporanea. Al direttore Eduardo Cicelyn, al capocuratore Mario Codognato e a tutto lo staff del Madre esprimiamo la nostra stima, la nostra solidarietà e l'invito a non dismettere il necessario impegno per la salvaguardia di un museo che è dei cittadini napoletani, ma che appartiene anche a chiunque creda in Italia, in Europa e nel mondo che la cultura del nostro tempo non possa rinunciare all'esplorazione di nuove forme, di nuovi linguaggi e di nuovi valori.

In questa stessa pagina, la stessa di prima, c'è il modo di riappropriarsi della propria vita:

http://www.museomadre.it/savemadre.cfm

alessia e michela orlando


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