La vicenda delle tangenti dell’Expo ha confermato l’esistenza di una cupola costituita dai rappresentanti di aree politiche diverse che si spartivano la torta e dialogavano con le imprese degli appalti. Una vera e propria manna dal cielo, a pochi giorni dalle elezioni europee che consente strumentalizzazioni a destra e
È l’ennesimo scandalo scoperchiato dall’imprendotore Maltauro e emerso dal lungo interrogatorio secretato dai magistrati, durato 9 ore. La cupola esiste. Arrestato con altre 6 persone nell’inchiesta milanese sugli appalti truccati a suon di mazzette Expo. 9 ore di faccia a faccia con i Pm e l’imprenditore vuota il sacco sul sistema di appalti foraggiati da tangenti necessarie per aggiudicarsi i lavori nei cantieri dell’esposizione milanese. 22 anni dopo Tangentopoli, nell’ Expopoli si travestono da consulenze e i mediatori diventano lobbisti.
I politici, negano. Le immagini però non lasciano dubbi.
Enrico Maltauro e Sergio Cattozzo ripresi durante lo scambio delle mazzette: ...io ho questi 15.000…mi faccia quello che deve fare… Al casello autostradale o fuori da un bar, immagini eloquenti. L’imprenditore Maltauro: “Pagavo Cattozzo per mediazione”.
Sono loro due, disponibili a chiarire, già nell’interrogatorio di garanzia davanti al Gip. I primi due ad essere ascoltati dai pubblici ministeri. Di Cattozzo i bigliettini, con sigle, numeri, date e percentuali di come si spartivano i soldi degli imprendotori, nascosti nelle mutande durante la percuisizione. ” Sono un procacciatore di affari, un lobbista all’americana” ha dichiarato. 490mila euro nei primi mesi di quest’anno sottoforma di consulenze o versati in contanti.
Rimangono ferme le posizioni degli altri arrestati sul sistema degli appalti truccati che ha fat
Pizzini che sarebbero arrivati anche a Maroni, che annuncia querele milionarie, contro Repubblica e il suo titolo infamante in prima pagina: ” EXPO, così la cupola portava i pizzini ad Arcore e a Maroni”. Pressioni, che i componenti del folto gruppo, capace di condizionare gli appalti a favore degli imprenditori che pagavano le mazzette avrebbero esercitato anche sul ministro Lupi , citato ben 4 volte come referente politico durante gli interrogatori.
C’è del marcio in Danimarca, aveva detto Shakespeare nell’Amleto, anche nell’EXPO2015, aggiungiamo noi contemporanei, e tanto anche. La politica, dopo l’iniziale choc, nega e minimizza e c’è anche chi accusa i magistrati di esagerare. Dunque l’Expo si farà, non c’è alcun dubbio. O meglio, quasi tutti faranno di tutto perché si faccia, comunque. Troppi si sono esposti, troppe risorse sono state mobilitate e troppe promesse sono state fatte nel suo nome. E quindi, non c’è scandalo attuale o futuro che tenga, indietro non si può tornare.