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L’infinito scandalo ricostruzione dell’Aquila. Ma Silvio non era Gesù?

Creato il 12 ottobre 2010 da Massimoconsorti @massimoconsorti
L’infinito scandalo ricostruzione dell’Aquila. Ma Silvio non era Gesù? Notizia fresca anzi, freschissima. Denis Verdini, Riccardo Fusi e Ettore Barattelli sono stati convocati per lunedì prossimo dal procuratore Rossini per rispondere di una serie di piccoli reati emersi dalle intercettazioni del Ros dei Carabinieri. Per chi non lo sapesse, i tre sono rispettivamente triumviro coordinatore del Pdl, ex presidente della Btp e presidente del consorzio “Federico II°” che è poi quello che si è aggiudicato molti dei lavori della ricostruzione post terremoto. La posizione dei tre, già attenzionati ma senza una specifica formulazione di reato, si sta facendo sempre più delicata tanto che stavolta, soprattutto per uno dei “vecchi rimbecilliti” della P3 la magistratura ipotizza il “concorso in abuso d’ufficio con gli imprenditori Fusi e Barattelli, per aver abusato della sua funzione di membro della Camera dei Deputati tesa a favorire gli amici imprenditori”. Non avendo notizia di appartenenza del procuratore Rossini al gruppo bolscevico “Liberateci di Silvio”, siamo costretti ad attenerci ai fatti anzi, sempre secondo quello che è emerso dall’indagine del Ros, al “fatto”. Il 12 maggio del 2009, a Palazzo Chigi, si tenne un incontro organizzato da Verdini, nel corso del quale fra un bicchiere di vin santo e un vassoio di cantuccini, nacque il Consorzio “Federico II°”. All’incontro presero parte alcuni imprenditori abruzzesi, dirigenti della Cassa di Risparmio dell’Aquila, ovviamente il Denis e Gianni Letta. Il consorzio, secondo le indagini, nacque proprio a seguito del summit. Non solo. Subito dopo la sua costituzione, al Consorzio iniziarono a piovere appalti e il Ros tiene a specificare che fu proprio “non a seguito” ma “grazie a”  che il “Federico II°” iniziò a lavorare. Lunedì prossimo, insomma, i tre dovranno recarsi dal procuratore non per una visita da “persone informate sui fatti” ma per iniziare a rispondere di un reato. Ancora. Il procuratore intende appurare il ruolo di altri personaggi, ritenuti “eccellenti”, il cui nome fa la comparsa nelle intercettazioni. C’è un precedente che conferma l’incontro di Palazzo Chigi anche se, siccome è stato raccontato da Verdini ai pm di Firenze, va preso con le molle e calcolandone la tara. Non potendo smentirlo, il coordinatore del Pdl ammise l’incontro ma tenne a specificare che lui aveva “accompagnato Fusi insieme al presidente della Banca dell’Aquila, al consorzio... dal dottor Letta, per raccomandargli la... diciamo la possibilità di lavorare: questo è avvenuto. Siccome Letta è dell’Aquila e era molto interessato alle cose, io ho accompagnato loro da Letta. Il colloquio si è risolto in niente. In grandi gentilezze. Letta in sintesi espose: ‘Parlerò, vedrò, però c’è questa tendenza alla ricostruzione attraverso la Protezione civile...’”. Insomma quell’incontro, secondo la versione di Verdini, si risolse in un giro di vino e tante gentilezze ma, in sostanza, in un nulla di fatto. E comunque, continuare a dire che Letta è dell’Aquila quando è di Avezzano significa dare del romanista a un laziale, tutti e due potrebbero incazzarsi. I fatti, tanto per avvalorare la tesi che dalle parti del Pdl mentire è prassi, non stanno come Verdini li ha descritti. Se si è trattato solo di una italianissima “raccomandazione” o di qualcosa d’altro ce lo diranno i magistrati aquilani, a noi non resta che ricordare la caserma dei carabinieri di Firenze e l’affare legato all’eolico in Sardegna. Tutto il resto, dichiarazioni feroci alla stampa comprese, resta solo una squallida pantomina giocata ancora una volta sulla pelle di persone terremotate dentro e fuori. Il ricordo delle macerie della Casa dello Studente a noi fanno ancora un male della madonna, mentre altrove in molti continuano a ridere.

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