L'influenza di H.P. Lovecraft sul mondo ludico (di Matteo Poropat)

Creato il 31 agosto 2010 da Mcnab75

Segnalazione importante: prendete carta e penna e preparatevi ad appuntare.

Da qualche giorno è disponibile in versione gratuita (ebook) o a pagamento (cartaceo) il saggio di Matteo Poropat L'influenza di H.P.Lovecraft sul mondo ludico. Trattasi di un agile libercolo scritto con abbondanti riferimenti, foto, immagini e proprietà di linguaggio che analizza tutti quei videogiochi, giochi di ruolo e di carte nati come omaggio o continuità dei racconti del Solitario di Providence. Leggendolo vi accorgerete che sono molti, dai più espliciti e dichiarati a quelli in cui l'influenza lovecraftiana è meno palese ma altrettanto importante.

Si spazia da Alone in the dark a Prisoner of ice, sfiorando anche, a titolo citazionistico, videogames di vaga ispirazione cthulhuide, come Quake e The lurking horror. La parte che a me piace ancora di più è però quella che riguarda i giochi di ruolo, in primis il mitico Call of Cthulhu, con tutte le varie espansioni nate negli anni (Dark Ages, Gaslight etc etc).

Non mancano i riferimenti ai meno noti ma altrettanto giochi in scatola, come Arkham Horror.

Capitolo a parte quello dei giochi di carte, collezionabili e non, mondo che Matteo esplora con pignoleria certosina: certe serie di card game non li avevo mai nemmeno sentiti nominare!

L'influenza di H.P.Lovecraft sul mondo ludico non è però un mero esercizio enciclopedico. Nelle 57 pagine che lo compongono l'autore riesce ad analizzare “l'orrore secondo HPL” e a cercarlo nei vari giochi presi in considerazione, citando dove, quando e perché l'anima stessa del Solitario è stata meglio ripresa, che si tratti di un videogame o di un modulo per RPG. Va da sé, per esempio, che un card game non può ricreare le atmosfere cupe e tenebrose di una buona sessione di Call of Cthulhu, anche se coi giochi di carte si può provare l'ebrezza di “utilizzare” i mostri lovecraftiani calandosi nei panni di un demiurgo in grado di evocarli per spazzare via l'avversario.

Insomma: il saggio vi dice tutto quello che volete sapere in merito al lato ludico derivato dal mondo di HPL, comprese le sensazioni di chi ha provato tutto ciò di cui parla.

Analisi a parte, questo libro vale la pena di essere letto, magari anche comprato, perché è la perfetta, limpida dimostrazione di quanto le autoproduzioni, una volta considerate rozze, volgari e ineleganti, stiano oramai pareggiando o addirittura superando le proposte dei big dell'editoria?

Tiro l'acqua al mio mulino? Senz'altro sì.

Con un giusto giro di collaboratori e consulenti, proprio come abbiamo fatto sia io che Matteo, è oramai possibile confezionare saggi e romanzi che godono di dignità propria, e che spesso vanno a inserirsi laddove l'editoria nostrana pecca di ignoranza e qualunquismo, rifiutandosi di trattare temi che la letteratura di genere anglofona (ma anche francofona) copre oramai in modo capillare.

E allora sì: anche le autoproduzioni, oltre alla microeditoria, possono colmare queste lacune e proporsi come validissime alternative. Purché tutti voi facciate una sola cosa: passate parola. Iniziative come queste sopravvivono solo così. Non fermate il segnale, come direbbe Matteo.

L'influenza di H.P.Lovecraft sul mondo ludico:

Ebook gratuito (57 pagine a colori)

Versione cartacea (in bianco e nero, 62 pagine, 6.5 euro)

Il sito di Matteo Poropat




L'influenza di H.P. Lovecraft sul mondo ludico sul mio IPad (sono un pessimo fotografo, si sa, ma spero renda l'idea).


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