come ho già espresso su altri Spazi Web (YouTube, Fb e via discorrendo), vorrei poter esprimere anche qui ciò che penso sulla nuova uscita di un libro in cui l’autrice, senza alcuna conoscenza in merito al Transgnderismo e/o al Transessualismo, ha deciso di romanzare la storia di una persona transgender. Che azzardo Signora Marina Di Guardo, mi scusi se mi permetto! Ecco, come generare ulteriore confusone su di una realtà ancora oggi non compresa appieno!
Intanto credo che una scrittrice che parta scrivendo “UN transgender”, riferendosi ad una persona xy (biologicamente maschio), sebbene per continuità (così ha deciso l'autrice...che non sa minimamente cosa significa vivere sulla propria pelle tale condizione) abbia deciso di farsi chiamare “Angelo” (anche se di fatto porta abiti ed ha atteggiamenti femminili rispetto a quello che poi è il suo genere di appartenenza), beh, a mio avviso stia già partendo con il piede sbagliato!!! Al massimo si tratta di unA transgender: già questa cosa credo la dica molto lunga! Quando parliamo di Transessualismo e/o di Transgenderismo, parliamo di realtà troppo delicate e ancora oggi stigmatizzate, per questo motivo andrebbero prese con le adeguate pinze.
Mai come negli ultimi tempi si è parlato così tanto di Transessualismo e/o di Transgenderismo, peccato che non sempre se ne parli nella maniera più consona. Ecco, ho la netta sensazione che spesso tali condizioni vengano un pò strumentalizzate per i propri scopi…come si suol dire: per riempire il proprio portafoglio!!! In ogni caso, non si può parlare di certi argomenti senza nemmeno avere le basi per poterlo fare! Parlo da persona transessuale, che vive sulla propria pelle ciò che, ahimè, molti raccontano per sentito dire! Proprio perchè si sta parlando di una condizione ancora oggi profondamente stigmatizzata, sono sempre più convinto che non sia ancora arrivato il momento giusto per poterla romanzare; come dire: cercare di battere su di un dente che ancora duole, beh, non mi sembra proprio una azione così intelligente.
Inizialmente ammetto che non avevo approfondito la lettura, ma quando poi l’ho fatto mi sono arrabbiato come non mai (e chi mi conosce sa quanto sia difficile farmi arrabbiare). Sono arrivato all’ottava pagina e non ci potevo credere. Senza girarci troppo attorno, ecco il pezzo sul quale mi vorrei soffermare:
"Non riesce a capire, di primo acchito, se è un uomo o una donna. Un leggero trucco sul viso la inganna, al primo sguardo. Poi, dopo un osservazione più attenta, nota altri particolari come la presenza del pomo d’Adamo, l’insolita grandezza delle mani curatissime e i lineamenti piuttosto marcati. Non le sfuggono gli occhi, di un azzurro intenso e poco comune, grandi e allungati. La bocca, truccata discretamente con del lucidalabbra, è carnosa ed evidente. I capelli, neri e lucidissimi, arrivano fino alle spalle. L’abbigliamento, semplice e casual, è costituito da una camicia bianca e un jeans sbiadito. "Il solito trans in trasferta a Milano dalla provincia - riflette - in cerca di clienti e di fortuna."Bene, non dico oltre perchè "quel uomo-donna" (nel pezzo successivo) basta e avanza per farvi capire che la persona che sta scrivendo non sa nulla (ma proprio nulla) di Transessualismo e/o Transgenderismo.
Io dico: ci sono così tanti personaggi e contesti di fantasia sui quali costruire e plasmare delle storie ma, porca miseria, perchè usare proprio la figura di una persona trans* che, grazie alla nostra società, ha già un bel fardello sulle spalle da portare avanti tra pregiudizi e luoghi comuni?
Poi che tristezza, sempre LA SOLITA MORBOSA CURIOSITÀ: "E’ UOMO O DONNA?" Ma "fatevi" na padella di castagne "vostre" una volta tanto!
Piccolo botta e risposta tra me e la Signora Di Guardo
Questa è la sua risposta a tutto ciò che vi ho appena esposto:
"Gent.mo Marco Michele, il fatto che Lei sia una persona transessuale non credo possa permetterLe di generalizzare una realtà che comporta numerose possibilità e varianti di atteggiamento e modi di essere. Lei crede forse di essere la persona transessuale “per eccellenza”? Pensa di poter rappresentare un compendio delle scelte e delle attitudini di moltissime persone che vivono questa situazione? Prima di scrivere il libro mi sono documentata in maniera molto approfondita e Le posso assicurare che esistono numerose sfumature nel transgenderismo. Angelo, il mio protagonista, rappresenta una di queste. E’ una persona genderqueer, che non si riconosce nella dicotomia uomo/donna, rifiutando lo stereotipo di genere. Angelo non vuole scegliere tra maschio o femmina e decide di non cambiare il proprio nome perchè rappresenta la continuità tra quello che era prima e quello che è adesso. Mi viene il forte dubbio che Lei parli per puro spirito polemico, ha forse letto il mio libro? Ha potuto comprendere come tratteggio il personaggio di Angelo? O si è attenuto ad una scorsa veloce di questa intervista o un ascolto frettoloso su You Tube? In questo caso La invito a documentarsi prima di esprimere critiche così aspre e decise. In quanto al volere trattare questo argomento al solo scopo di riempirmi il portafoglio, Le posso assicurare che, avendo pubblicato con una piccola casa editrice, probabilmente con i proventi del libro potrò, forse, offrire una pizza alle mie ragazze.Cari salutiMarina Di Guardo"Al ché mi è venuto spontaneo risponderle questo:
"Gent.ma Marina Di Guardo, fa al quanto sorridere (quasi specie) che sia proprio lei a venirmi ad insegnare cosa siano le sfumature quando io, al contrario suo, sto vivendo in prima persona tale condizione sulla mia pelle; tra l’altro, sono il primo a ribadire in continuazione che non esiste un modo soltanto di vedersi, di percepirsi e di viversi!Se avesse letto in Web qualcosa in più su di me, senz’altro si sarebbe risparmiata degli interrogativi così inappropriati.Premesso ciò, non serve che io risponda alle sue domande: come vede, sono prive di fondamenta.Signora Di Guardo, le assicuro, lungi da me esser polemico: la mia è solo schiettezza. Poi, se vuole che tutti le dicano che sia un libro fantastico, ok, va benissimo: a me cambia poco; però, mi permetta soltanto di dirle che accettare le critiche è un gran segno di intelligenza.Comunque, le posso assicurare che non mi sono soffermato solo all’intervista e quello che ho letto, mi spiace doverlo dire, non mi è piaciuto per nulla! Tutto mi ha fatto pensare tranne che questo personaggio fosse Genderqueer!Iniziamo ad usare i giusti pronomi e a dare il giusto valore ai termini!Mi scusi, il suo personaggio è tanto Genderqueer da far pensare questo a Giorgia?"Il solito trans in trasferta a Milano dalla provincia - riflette - in cerca di clienti e di fortuna."Mi pare al quanto strano, non le sembra?Ahhh, il solito luogo comune: transessuale=prostituzione!Le voglio chiedere una cosa: lei ha la più pallida idea di chi sia "UN TRANS"?Io sono uN trans, io, FtM (Female to Male): uN uomo transessuale! Ripeto, iniziamo a dare i giusti pronomi e a dare il giusto valore ai termini che vengono usati perchè, se male adoperati, possono trasformarsi in lame affilatissime!Le garantisco che avrebbe fatto più figura (se proprio voleva parlare di una persona Genderqueer), se avesse usato per tutto il libro l’impersonale...sinceramente l’avrei apprezzato di più!Sa che c’è?Le persone che leggeranno il suo libro non capiranno un fico secco della condizione transgender e si prenderanno il lusso di usare "UN TRANS" anche per tutte coloro, donne transessuali, che si battono ogni giorno (ogni santissimo giorno) per essere legittimate in quanto donne. E si prenderanno il lusso di credere che tutte le donne transessuali battono i marciapiedi!Perdoni la mia enfasi, ma sono stanco di sentir parlare di Transessualismo e/o Transgenderismo a sproposito da tutti coloro che non si prendono nemmeno la briga di usare i pronomi e i termini corretti.Ci si mette davvero un attimo a generare confusione...a maggior ragione se si parla di condizioni non ancora comprese fino in fondo.Si figuri, molti non sanno nemmeno l’esistenza degli uomini transessuali, figuriamoci se i media hanno ben chiaro che tipo di sfumatura sia quella Genderqueer! Per questo mi sono permesso di dirle che non penso sia arrivato il momento giusto per romanzarle: sono realtà che ancora hanno bisogno di essere sviscerate, prima ancora di essere romanzate.Ripeto, quando parliamo di Transgenderismo e/o di Transessualismo, parliamo di condizioni troppo complesse e delicate...a maggior ragione quando parliamo di sfumature come quella Genderqueer!SalutiMarco Michele Caserta"Ho riso un’ora quando ho letto "non credo possa permetterle di generalizzare una realtà che comporta numerose possibilità e varianti di atteggiamento e modi di essere"...la Signora Di Guardo proprio a me lo dice :)! Talmente si è documentata che nel suo libro usa "uN transgender" o, ancora più scorrettamente, "uN trans", per descrivere il suo personaggio Angelo. Poi, voglio dire, proprio perchè si sta parlando di un personaggio che rifiuta totalmente la dicotomia uomo/donna che forse, per descriverlo, avrebbe dovuto utilizzare un fantastico impersonale! Boh, sono sempre più basito!
Crediamoci che gli introiti le consentiranno soltanto di offrire una pizza alle sue ragazze!
In tempo reale...
Un piccolo frammento in tempo reale di un commento della Signora Di Guardo:
"Ho voluto attribuire a Giorgia, la protagonista femminile, questa frase “politically incorrect” proprio per porre l’accento su quanti pregiudizi e prevenzioni gli eterosessuali possano nutrire nei confronti delle persone transgender."Ma cosa centra ora con "gli ETEROSESSUALI"? Boh, sono sempre più convinto che la Signora Di Guardo non abbia le idee abbastanza chiare a proposito di Transgenderismo! Non si sta parlando di Orientamento Sessuale, ma d'Identità di Genere. Chissà se lo sa...
Forse la Signora Di Guardo voleva dire "le persone che si identificano nel proprio genere di appartenenza" o più semplicemente "le persone Cisgender"...o forse no...mah. E poi, quella frase non è soltanto "politically incorrect": è proprio sbagliata alla base: IL trans - UN trans - transessuale=prostituzione. Io capisco che, come giustamente sostiene, i protagonisti siano umani e come tali possano pronunciare frasi che ricalcano luoghi comuni ma, caspiterina, quanto meno usare i pronomi e gli articoli corretti non sarebbe stato malaccio! La Signora Di Guardo sostiene che si tratta di un Romanzo e non di un Trattato sul Transgenderismo, ma proprio perchè si sta parlando di un Romanzo e non di un Trattato sul Transgenderismo le ho esposto ripetutamente il mio disappunto sulla pubblicazione dello stesso. Con un Romanzo non si può pretendere che vi sia un qualche approfondimento in merito. Ribadisco: quando parliamo di Transgenderismo, parliamo di svariate condizioni che, ancora oggi, hanno un forte bisogno di essere sviscerate e discostate da moltissimi luoghi comuni e da moltissimi pregiudizi. Insomma, come si dice da me: ogni cosa a suo tempo. Rimango fermo sulla posizione che, questo, non fosse il momento più opportuno per romanzare una storia di questo tipo; oltre a ritenere scorrette le modalità di linguaggio e meno adatti i termini già presenti nella trama stessa.
Ah, dimenticavo...la Signora Di Guardo mi chiede un esempio di impersonale...
Un esempio di impersonale?Beh, poteva benissimo evitare i pronomi e gli articoli maschili per utilizzare un fantastico impersonale (assicuro, senz’altro più adatto ad un personaggio che si discosta totalmente da una dicotomia uomo/donna). Non ha mica scritto "UN Angelo" (oltre a non essere grammaticalmente corretto quando si utilizzano i prenomi), ma bensì "UN transgender" e, più scorrettamente ancora, "UN trans". Voglio dire, non è perchè si sta trattando di un personaggio xy (quindi, biologicamente maschio) con un nome maschile (sempre per il discorso della continuità etc.) che, allora, per descriverlo diventa così necessario usare per forza il pronome o l’articolo maschile.
La realtà transgender è ben altra...ma forse Marina Di Guardo ancora non lo sa.
N.B.
I commenti non sono stati presi da una conversazione confidenziale.
Vi abbraccio
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