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“L’inquietante urlo del silenzio” di Francesca Napoli – recensione di Rebecca Mais

Da Alessiamocci

Un giorno qualcosa cambiò. Era uno di quei giorni che pensi non arriveranno mai e anche quando arriva non hai il coraggio di affrontarlo, lo guardi da un angolo nascosto, quasi come una semplice comparsa nella tua vita, ma non puoi continuare a lungo: sei costretta a giocarti anche l’ultimo frammento di cuore. Devi viverlo.

“L’inquietante urlo del silenzio” di Francesca Napoli – recensione di Rebecca MaisEmily conduceva un’esistenza serena: famiglia benestante, amici che le volevano bene, voti alti a scuola, un ragazzo che la amava. Ma qualcosa di strano accade nella sua vita. Improvvisamente scaturisce in Emily un desiderio smodato di voler acquisire conoscenze e comincia a studiare senza tregua.

Fino a quando un giorno una lezione a scuola su Nietzsche riguardante il destino insinuò in lei la sconvolgente consapevolezza di un qualcosa che non riusciva a comprendere totalmente. In seguito a ciò la ragazza cominciò ad avere delle visioni che avevano come protagonista Atena, la dea della sapienza.

Ma a causa di questo le amiche Eleonora e Matilde ed il ragazzo Andrea si allontanano da lei e i genitori non trovano altra soluzione che farla ricoverare in una clinica psichiatrica. Qui l’incubo di Emily si concretizza e nessuno potrà esserle di aiuto, se non la sua stessa forza di volontà.

Romanzo d’esordio della giovane Francesca Napoli, “L’inquietante urlo del silenzio” (Butterfly Edizioni, settembre 2012) si colloca nella via di mezzo tra il fantasy ed il gotico. Un libro che si fa leggere tutto d’un fiato, tra misteri, riferimenti al demonio e inspiegabili morti.

Un inquietante storia al confine tra vita e morte, tra silenzi e vuoti insostenibili, tra antichi sortilegi e di inquietanti rivelazioni, che fa comprendere come l’amore possa essere la chiave di tutto.

Un viaggio alla riscoperta di sé, nella consapevolezza che a tutto c’è una soluzione e che la vita va vissuta con coraggio fino all’ultimo momento.

Un esordio di tutto rispetto che fa ben sperare per il futuro letterario della scrittrice.

Written by Rebecca Mais


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