L'inquisizione e le streghe
Creato il 19 novembre 2013 da Dino Licci
Ci sono nella storia dell'umanità momenti tragici, apocalittici, vergognosi, deplorevoli e vili che, per fortuna, l’evoluzione corregge, istaurando gradatamente governi democratici laddove esistevano dittature totalitarie e repressive. Lo sterminio degli ebrei, i forni crematori, i campi di concentramento che ci evocano tempi recenti di orrore e raccapriccio, come pure le purghe staliniane ed i gulag a noi meno noti ma altrettanto crudeli ed efferati, sono un esempio di repressione violenta ed annientamento della libertà. I popoli si sono dovuto guadagnare col sangue la loro liberà divenendo da sudditi cittadini con le loro rappresentanze parlamentari ed i loro sindacati che tutelino i loro diritti e le loro aspirazioni. A chi di noi, se non a sparute minoranze di esaltati e fanatici che ancora sventolano la svastica come vessillo di lotta, verrebbe in mente di perdonare la vergogna e l’infamia delle persecuzioni razziali? Eppure ci sono vergogne altrettanto eclatanti che vengono perdonate scusandole con la storia che quelli erano i tempi. Anche Lutero apparteneva a quei tempi quando tuonò contro le gozzoviglie e le aberrazioni dei papi rinascimentali che dissipavano in baldorie e bagordi, ricchezze enormi che le monarchie europee elargivano loro e dette la stura al fenomeno della riforma. E la Chiesa che fece? Indisse il concilio tridentino e partorì la controriforma che esacerbò, fra l’altro l’uso dell’inquisizione che da allora si chiamò Sant’Uffizio, un fenomeno di prevaricazione e crudeltà che, nella sua totalità, è durato nientemeno che 5 secoli, cinquecento anni di persecuzioni, torture, roghi che significano intolleranza, faziosità, estremismo, settarismo, chiusura mentale e CRUDELTA’. Gli inquisitori, mentre i corpi degli “eretici” ardevano tra i canti e le litanie dei mistici fedeli che assistevano allo scempio, comandavano che si gettasse acqua sul corpo degli arsi vivi per ritardarne la morte e dar tempo alla loro anima di pentirsi per meritarsi il perdono divino. Tutto ciò è talmente deplorevole ma VERO che, mentre scrivo mi si accappona la pelle.Per questo ho scritto una poesia ed ho dipinto una tela sulle streghe:
Dino Licci-l'Inquisizione-acrilico su tela 50 x 70
Ed ora bruci sgomenta tra i tormenti,
tra croci e preci e monaci impietosi:
Curasti gli ammalati tra i lamenti
dissero ch’eri strega quei potenti!
Torturata, straziata e condannata,
fosti legata a un palo e poi bruciata
per il tuo bene, per la tua salvezza,
da questi santi, mistici vegliata!
Questa è la fede, questa la speranza,
e ti gettavan acqua a ritardare
che tu esalassi l’ultimo respiro,
ma te ne andasti con un gran sospiro.
Accanto a te squartato un gatto nero
condivideva il tuo destino infame:
Una croce, una tiara, un tribunale.
Tal la pietà di chi combatte il male!