La nicoise, questa sconosciuta. Ognuno la fa e la racconta come vuole. Non c’è in rete una ricetta uguale all’altra e non c’è la possibilità materiale di fare una lectio complessiva. Sono andato a orecchio, e oggi i miei commensali giudicheranno della bontà del risultato. Forse è semplice fare un’insalata, ma è operazione tanto lunga. Uno dei caratteri che io amo di più è il colore: la mia insalata deve essere molto colorata, deve essere una gioia per gli occhi prima che per la bocca. Oltretutto c’è anche l’annoso problema dell’acqua. Come già espresso nei miei post la cucina, e non solo quella per amore, è una battaglia inane contro l’acqua. E se vuoi fare un’insalata, nel senso di un misto di verdure e altre cose, l’acqua la devi usare. E quindi dovrai cercare, dopo avere lavato con grande cura le tue verdure, anche di asciugarle bene, perché l’acqua non ha sapore anzi, porta via il sapore. Per ultimo considera, cara/o Lettrice/ore, che le varie componenti, per essere bene amalgamate, dovranno essere tagliate a pezzi i più piccoli possibili.
Fatte queste doverose premesse la mia insalata di oggi, che definirò “tipo Nicoise”, è stata così composta: sei pomodori quelli piccoli e ovali, un paio di carotine tagliate a brunoise, una manciata di olive toscane da urlo, un paio di patate bollite tagliate a cubetti (vengono bene perché poi sfarinandosi fanno un polverino carino e amalgamante), due pugni di fagiolini cotti al vapore, una ventina di capperi sott’aceto, sei acciughine sott’olio, un cespo di quella lattughina riccia rossa che in profondità diventa verde (sorry, il nome mi sfugge, forse non l’ho mai saputo), una scatoletta di tonno sott’olio ma scolata dell’olio, qualche fogliolina di basilico stracciata con le mie mani da zappaterra (eppure suono anche il pianoforte!), e infine la vinagrette (3 olio,1 aceto, sale e pepe). Forse l’uovo è veramente troppo. Tutto qui, ma un’ora non è bastata. Trovati qualcuno che ti ama che te la prepari…………Bon appetit.