Milan Kundera e la moglie
L'insostenibile leggerezza dell'essere è forse uno dei romanzi che più di tutti deve essere letto per poter essere capito.
Milan Kundera crea un capolavoro di realismo, in cui ogni minima osservazione indaga profondamente l'animo umano.una sottile argomentazione filosofica pregna l'intero romanzo, ispirato sia alla teoria dell'eterno ritorno di Nietzsche che ad alcune concezioni di Parmenide sul bene e male. La storia è ambientata nella Praga comunista del 1968, durante l'invasione russa e la conseguente Primavera di Praga: un periodo tanto buio quanto sconosciuto e misterioso. Si è catapultati senza preavviso in un mondo magico e affascinante, un paese con un storia e una cultura troppo diversa dalla nostra per poter essere capita appieno. L'atmosfera percepita può essere solamente lievemente assaporata, indubbiamente fraintesa da chi non ha vissuto i fatti narrati. Mille futili dettagli sono descritti molto dettagliatamente per esprimere l'idea che si cela in essi: il canto di un uccello, un quadro, una bombetta, una sinfonia di Beethoven, tutto acquista rilievo se connesso ad un particolare ricordo o sensazione. Il destino e la vita umana si basano su una combinazione di coincidenze, di scoperte, di sensazioni che vivacizzano ogni singolo avvenimento:
"Non certo la necessità, bensì il caso è pieno di magia. Se l'amore deve essere indimenticabile, fin dal primo istante devono posarsi su di esso le coincidenze, come uccelli sulle spalle di Francesco d'Assisi."
I quattro protagonisti, Tereza, Tomàs, Sabina e Franz si presentano come un embrione in crescita, vivi e reali quasi al limite della sofferenza. Essi indagano le possibilità umane, i limiti della sofferenza e della gioia, devastano il proprio io, deridono le convinzioni sociali: vivono, nel loro assoluto e sconcertante realismo, in un mondo in conflitto, in cui la personalità e l'individualismo sono messe al bando.
l'insostenibile leggerezza dell'essere il film
L'amore è il perno su cui ruota la costruzione romanzesca, un amore penetrante, soffocante, così intenso da essere quasi inverosimile.
Kundera arriva alla sublimazione del sentimento, trasformandolo da sofferenza a piacere, da ossessione fisica a bisogno concreto.Si mette a nudo l'animo umano, percependo le più profonde e indomabili inclinazioni dell'uomo:la paura d'abbandono, il tradimento, la debolezza mentale, il desiderio di libertà, inconsistenza della vita. L'incredibile relazione di Tereza e Tomas riassume fedelmente ogni spunto del romanzo, racchiudendo in essa l'essenza pura dell'amore, il trasporto del sentimento, il fardello della compassione. Il loro amore si basa su un'idea salda di fedeltà, quella della docile Tereza, ossessionata, quasi estremamente bisognosa dell'amore del marito, un donnaiolo oltre il limite del sopportabile: entrambi vivono in un inferno privato, fatto di gelosie, ossessioni, possessione erotiche e sentimentali, ma dal quale nessuno dei due sente il bisogno di evadere. Un ulteriore personaggio vivacizza la storia: l'autore. Il suo volto è in ombra, al centro del quadrilatero amoroso formato dai protagonisti del romanzo: e quei quattro vertici cambiano continuamente le loro posizioni intorno a lui, allontanati e riuniti dal caso e dalle persecuzioni della storia, oscillanti fra un libertinismo freddo e quella specie di compassione che è «la capacità massima di immaginazione affettiva, l'arte della telepatia delle emozioni».
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All'interno di quel quadrilatero s'intreccia una molteplicità di fili: un filo è un dettaglio fisiologico, un altro è una questione metafisica, un filo è un atroce aneddoto storico, un filo è un'immagine. Tutto è variazione, incessante esplorazione del possibile. Con diderotiana leggerezza, Kundera riesce a schiudere, dietro i singoli fatti, altrettante domande penetranti e le compone poi come voci polifoniche, fino a darci una vertigine che ci riconduce alla nostra esperienza costante.Da qui l'impressione che il mondo sia un immenso "campo di concentramento", in cui la persona viene annientata e ricostruita secondo nuove leggi.
Kundera ha creato un romanzo dalla forza espressiva impressionante, di cui la potenza psicologica è difficilmente sostenibile. Affascinante, distruttiva ed estremamente travolgente, questa storia ha incantato un'intera generazione (in Italia influenzò addirittura alcune trasmissione televisive, tra cui quella presentata da Renzo Arbore in Rai); essa ha fatto luce su un mondo semisconosciuto, in cui il destino è percepito in modo totalmente diverso da nostro; un mondo in cui la vita appare come un nulla voluto dall'esistenza.
Il tempo umano non ruota in cerchio ma avanza veloce in linea retta. È per questo che l'uomo non può essere felice, perché la felicità è desiderio di ripetizione.Articolo di Antonia GaliseArticolo originale di Sentieri letterari. Non è consentito ripubblicare, anche solo in parte, questo articolo senza il consenso del suo autore. I contenuti sono distribuiti sotto licenza Creative Commons.