L’integrazione eurasiatica: un nuovo raggruppamento nel mondo che cambia

Creato il 17 novembre 2012 da Geopoliticarivista @GeopoliticaR

Tiberio Graziani, presidente dell’IsAG e direttore di “Geopolitica”, ha partecipato alla conferenza “Il vettore eurasiatico di sviluppo: problemi e prospettive”, organizzata da “Meždunarodnaja Žizn” (rivista del Ministero degli Affari Esteri della Federazione Russa) e svoltasi a Jalta dal 16 al 20 ottobre scorso. La conferenza ha riunito esponenti di spicco del mondo accademico, diplomatico e giornalistico di Russia, Bielorussia, Ucraina, Kazakistan, Moldova ed esperti d’altri paesi, tra cui appunto il presidente Graziani, di cui riportiamo il testo dell’intervento.

Livello teoretico

Un nuovo paradigma?

L’emergere a livello globale di nuove aggregazioni (raggruppamenti) geoeconomici e geopolitici, come ad esempio BRICS, ASEAN, UNASUR, la recente Unione Eurasiatica ecc., impongono agli osservatori di riconsiderare gli strumenti analitici fino ad ora utilizzati, al fine di comprendere pienamente il procedere delle attuali dinamiche mondiali. Le trasformazioni geopolitiche influenzano profondamente le prospettive tradizionali e i vecchi modelli geopolitici, imperniati su entità a base nazionale. Possiamo osservare come, a livello teorico, l’approccio continentalista o macro-regionalista ai problemi geopolitici sia sempre più affermato. Il paradigma continentalista (o macro-regionalista) appare il più appropriato per comprendere i nuovi assi globali, e in particolare per studiare il processo relativo alla strutturazione in corso del nuovo sistema, che definiamo multipolare o multicentrico. Ciò non significa che un approccio “nazionale” (in termini operativi, tutto riguarda l’interesse nazionale) conti di meno, ma che va riconsiderato all’interno di più larghe entità geopolitiche: la macro-regione, il subcontinente, il continente. Perciò è utile condurre uno studio più approfondito dei processi d’aggregazione. Un tale studio prevede le criticità dei sistemi:

  1. centro-periferia;
  2. a rete;
  3. multicentrico.

 
L’IsAG sta attualmente lavorando allo studio comparativo delle dinamiche che portano alla formazione di grandi aree geoeconomiche o geopolitiche, con particolare attenzione per l’Unione Eurasiatica e l’influenza che nuovi attori geopolitici possono esercitare sulle aggregazioni storiche, come l’Unione Europea.

Lo spostamento geopolitico: alcune considerazioni sulle nuove tensioni

Nell’attuale fase di transizione tra il sistema unipolare a guida occidentale e il nuovo sistema multipolare (una transizione che possiamo definire come lo spostamento uni-multipolare) v’è una nuova tipologia di tensione a livello globale. Si tratta di una tensione tra il Processo di Frammentazione (PF) degli spazi geopolitici (“naturali” o “storici”), per lo più lungo linee di frattura religiose, etniche, culturali e “nazionali”, e il Processo di Aggregazione (PA) o integrazione, basato sulle aree perno o su assi geopolitici preferenziali. Il PF è parte integrante della cosiddetta geopolitica del caos praticata dal sistema occidentale, basata su una lunga sedimentazione teorica (si pensi alla teorizzazione degli “archi di crisi” e dello “scontro di civiltà”). Il PA su base macro-regionale è invece una pratica geopolitica in progressione.
Lo studio del PA sarà utile alla sua stessa definizione a livello teorico e per formulare appropriati paradigmi geopolitici. In tale contesto, particolare importanza sta sempre più assumendo la riflessione teorica sul significato di “cerniera” quale elemento essenziale per la costruzione di grandi entità geopolitiche (come la “cerniera mediterraneo-centroasiatica” in relazione all’integrazione eurasiatica), e sulle comuni basi culturali (unità spirituale di culture) di grandi aree geografiche, oltre alle varie manifestazioni di civiltà individuali.

Il sistema multipolare

I nuovi macro-aggregati geopolitici definiscono, per certi aspetti (principalmente economico, demografico e geoculturale), il carattere del nuovo ordine multipolare. Dobbiamo riflettere sul tipo di multipolarismo che la dirigenza intende costituire. Paiono essere quattro gli aspetti precipui da considerare: sicurezza, geocultura, geopolitica e diritto.

Sicurezza

Riguardo alla sicurezza, la priorità sembra essere lo studio della protezione degl’interessi geostrategici dei grandi spazi (macro-regioni, continenti o subcontinenti). Ciò implica il ripensare i modelli stessi degli attuali sistemi d’alleanza militare (e diplomatica).

Geocultura

In relazione agli aspetti geoculturali, inclusi quelli basati sullo studio delle grandi entità geopolitiche del passato, bisogna riflettere sulla “unità spirituale delle culture” per definire i criteri e le pratiche appropriate alla creazione di un’autentica e armoniosa coesistenza tra popoli differenti. Questi devono basarsi sulla salvaguardia delle loro molteplici identità e, soprattutto – dal particolare punto di vista della geopolitica – sul loro destino comune, forgiato in diversi periodi storici, dalla loro specifica posizione geografica e volontà individuale che, nello stesso spazio, sono espresse politicamente, più spesso in conflitto che pacificamente.

Geopolitica e amministrazione dello Stato

Dobbiamo tenere presente che, nel nuovo ordine multipolare, la geopolitica estende il suo campo d’indagine che, oltre alla “costruzione” di possibili scenari geopolitici e della definizione d’appropriate linee guida per implementarli, includerà pure la definizione di proposte e metodi per gestire “politicamente” gl’interessi continentali o macro-regionali.

Diritto multipolare

Ogni “era geopolitica” ha sempre espresso il proprio diritto per regolare le relazioni tra le varie entità geopolitiche. In un’era multipolare è perciò importante identificare gli elementi che costituiscano l’ossatura del nuovo diritto multipolare.

Il modello “eurasiatico”: armonia, rispetto, fondamenta culturali condivise

Affrontare i processi d’adattamento, modernizzazione e miglioramento dell’efficienza in diverse aree della vita, specialmente delle strutture sociali, statali e sovra-statali, è una sfida che nessun dirigente può evitare. La sfida è tanto più grande quanto questi processi debbono essere governati su scala macro-regionale (o continentale), con la molteplice varietà d’interessi e popoli che vi convivono. Date le varietà climatiche, demografiche, etniche, religiose, culturali ed economiche, l’integrazione eurasiatica è la principale sfida geopolitica del ventunesimo secolo, ma rappresenta anche un’opportunità per la stabilità interna della massa continentale eurasiatica e per l’emergente ordine multipolare. Un modello eurasiatico d’integrazione, a mio avviso, pur prendendo in considerazione le aspirazioni delle diverse nazioni che lo compongono, dev’essere guidato dagl’interessi materiali e spirituali del comune destino continentale.

Livello operativo

Affinché l’integrazione eurasiatica sia efficace, bisogna intraprendere alcune azioni prioritarie. Esse includono commercio, infrastrutture per la mobilità, finanza, ricerca e tecnologia, sicurezza, diplomazia, cultura ed educazione.

Facilitare lo scambio commerciale tra i paesi euro-asiatici

L’istituzione di una commissione congiunta Unione Europea-Unione Eurasiatica per sviluppare i processi di standardizzazione e certificazione di prodotti e commodities.

Infrastrutture comuni per la mobilità

Creazione e sviluppo d’infrastrutture comuni per la mobilità di persone e merci nell’area euro-asiatica. La definizione di regolamenti “eurasiatici” relativi alla mobilità. La creazione e sviluppo di “punti di scambio e contatto” (aree di libero commercio” tra l’Unione Eurasiatica e l’Unione Europea. Corridoi eurasiatici.

Infrastruttura finanziaria

Evoluzione della Banca Eurasiatica verso un’infrastruttura finanziaria per diversi componenti dell’Euro-Asia, inclusa l’Unione Europea. Procedure per istituire una Borsa Eurasiatica.

WTO

Promozione, attraverso i media di massa europei, dell’opportunità che paesi come Bielorussia e Kazakistan s’uniscano al WTO.

Ricerca: creazione di un’Area Eurasiatica di Scienza e Tecnologia

Ricerca e tecnologia sono tra gli elementi più incisivi per rafforzare le aree geopolitiche. Nello scenario eurasiatico è assolutamente necessario edificare un comune spazio di ricerca e tecnologia. Si consiglia la seguente road map:

  1. rafforzare i contatti scientifico-tecnologici tra Bielorussia, Russia e Kazakistan;
  2. implementare i rapporti scientifico-tecnologici tra Unione Eurasiatica, Ucraina, India, Cina, Giappone e Unione Europea.
  3. Come misura aggiuntiva, dovrebbe essere edificata una piattaforma dedicata all’Area Eurasiatica per la Scienza e la Tecnologia.

 
Sicurezza comune

Vanno preparati strumenti di sicurezza per salvaguardare l’intera massa continentale eurasiatica: sensibilizzare, tramite i media europei, sull’allargamento del Consiglio di Sicurezza dell’ONU a paesi come il Kazakistan in Asia o l’Italia in Europa; riposizionare la NATO rispetto alla Russia, all’OTSC, all’OCS ecc.

Diplomazia eurasiatica

E’ necessaria una coerente “diplomazia eurasiatica” per risolvere le tensioni esistenti, a beneficio della stabilità continentale.

Cultura ed educazione

Abbandonare le visioni auto-referenziali (eurocentriche, russocentriche ecc.), superare gli egoismi nazionali, riconciliare le legittime aspirazioni nazionali ai fini della coesioni eurasiatica, formare una dirigenza eurasiatica, istitutire un’agenzia euro-asiatica per lo sviluppo di cultura ed educazione. Le priorità di quest’agenzia dovrebbero essere: creare pensatoi dedicati all’integrazione eurasiatica, politecnici euro-asiatici, centri dedicati alla solidarietà economica.

Riguardo alle fasi che accompagneranno quelle sopra elencate, è necessario: sviluppare il dialogo tra le diverse nazioni euro-asiatiche; approfondire le relazioni tra l’Unione Eurasiatica e i paesi BRICS; avviare un nuovo dialogo tra i paesi eurasiatici e l’Unione Eurasiatica.