L’Inter e la ”tempesta perfetta” post-Lazio: il caso è reale, oppure no?

Creato il 23 dicembre 2015 da Agentianonimi

La reazione dopo la bufera, che poi forse bufera non è: è di oggi la notizia della volontà dell’Inter di multare Felipe Melo, Adem Ljajic e Stevan Jovetic, i tre ”indiziati” per il caos avvenuto nello spogliatoio nel post-Lazio (e svelato, seppur con toni eccessivi, dalla Gazzetta), detraendo loro il 5% dello stipendio, il massimo consentito per intervenire senza dover render conto agli organi arbitrali della FIGC, e chiudere così il caso che ha colorato le pagine dei maggiori quotidiani dalla serata di lunedì ad oggi, ma la sensazione è che ci troviamo di fronte ad uno di quei classici ingigantimenti all’italiana, una cosa nella quale siamo bravi, bravissimi, forse i migliori.

I fatti, stando alle indiscrezioni riportate dalla Rosea e parzialmente confermate dalle sanzioni studiate dai nerazzurri, sarebbero questi: quando Mancini annuncia la formazione e Ljajic sente il suo nome tra i panchinari, il serbo sbotta, sbuffa, nei fatti inizialmente si rifiuta di cambiarsi e scaldarsi, iniziando con netto ritardo rispetto ai compagni (nelle immagini Premium, lo si vede ancora in giacca e cravatta nello spogliatoio), salvo poi convincersi ed iniziare un blando riscaldamento, contestato da Mancini a tutta la squadra. Il tecnico si sarebbe confidato coi suoi collaboratori, lamentandosi della scarsa intensità dei ragazzi nel pre-gara e lasciandosi andare ad un profetico ”Questa la perdiamo”, e nei fatti la prestazione dell’Inter ha solo confermato le sue sensazioni: squadra abulica, che non aveva il ritmo dei giorni felici e soffriva terribilmente in costruzione (una costruzione affidata al duo Melo-Medel, non esattamente i migliori architetti della Beneamata), finendo sotto contro una Lazio ritrovata e capace di sfruttare un’incertezza difensiva dell’Inter e di Montoya in particolare.

Nell’intervallo, ecco la reazione dello jesino, con una lavata di capo da far rizzare i capelli a tutto lo spogliatoio, e l’iniziale voglia di dare una scossa forte, cambiando quello Jovetic che ancora non è riuscito a giocare in armonia con e per Icardi (accentrando il gioco ed aspettando sempre quell’attimo in più): JoJo si prepara per farsi la doccia e Ljajic per entrare, ma in extremis ecco il colpo di scena, con Mancini che tiene in campo il montenegrino e non cambia nulla, chiedendo ai suoi una reazione d’orgoglio, che arriva solo in parte col gol di Icardi: l’Inter si squaglia subito dopo, ed a quel punto il Mancio torna sui suoi passi e cambia Jovetic (e Biabiany), inserendo gli acclamati Ljajic e Brozovic, ma non riuscendo ad evitare un ko bruciante, e dovuto alle follie di Felipe Melo, che prima causa il rigore del sorpasso, e poi si fa espellere con un colpo da kung-fu. Le cronache narrano di un’aspra lite tra Mancini e Jovetic a fine gara, con Guarin a ”rimettere al suo posto” l’ex Fiorentina e difendere il suo allenatore (subito smentite dalla stessa Gazzetta, dopo la ”sparata” di lunedì, le voci riguardo lo scontro fisico), mentre si sono subito spente le voci di un confronto acceso tra Melo ed Icardi, con Maurito che avrebbe solo (dovere di capitano) ripreso il compagno per il suo comportamento dannoso per la squadra.

I fatti, probabilmente svelati da una talpa nello spogliatoio (ed è questo il vero problema dell’Inter), sono raccontati in modo molto dettagliato, ma si prestano anche alla più facile delle interpretazioni, che subito va a cancellare le risse potenziali, le possibili ripercussioni future ed ogni possibile ”vendetta” di Mancini, che in passato aveva vissuto dei momenti abbastanza tesi con Balotelli e Tevez (eufemismo, soprattutto per la mini-rissa con l’Apache): è normale che un tecnico sia infuriato per non aver visto i suoi giocare come sanno e per il clima ”da vacanza” che si respirava da inizio match, e voglia cambiare tutto e tutti al 45′, è normale che nello spogliatoio, dopo un ko bruciante contro un’avversaria che storicamente dà il meglio contro i nerazzurri (”Oh nooo” esclusi) ed una giornata in cui tutte le avversarie per lo scudetto hanno vinto (Napoli e Fiorentina ora sono a -1, la Juve a -3, la Roma a -4), la tensione sia forte e palpabile, e si accendano i toni, anche fino allo scontro verbale, perchè questo è avvenuto in casa-Inter.

La rabbia per non essere stato schierato in campo di Ljajic, la rabbia per la sostituzione di Jovetic, la rabbia per il mancato risultato di Mancini e dei giocatori, ed il nervosismo di chi vede la Juventus vincere partite su partite e tornare in lizza per lo scudetto: basta così poco per creare un caso a livello nazionale, ed ingigantire degli eventi che sono accaduti in ogni spogliatoio nei momenti topici della stagione (ci ricordiamo, tra le altre, le dichiarazioni di Buffon nel post-Mondiale 2014, o le parole dello stesso Gigione nazionale nel momento-clou della crisi-Juventus)?

L’Inter e Mancini, che hanno subito spento il fuoco della polemica, per poi intervenire in silenzio e dare comunque un segnale al gruppo, sono convinti che questa situazione possa essere usata come propellente per la seconda metà di stagione (la strategia di usare la rabbia per generare reazioni positive è vecchia quanto il calcio stesso, Mou ed il Mondiale 2006 insegnano), e nel frattempo i tifosi nerazzurri si scatenano contro l’eccessivo clamore mediatico e la ”spia” che ha sbattuto i guai dello spogliatoio ai quattro venti: ”che sia tornato quel rumore dei nemici di cui parlava Mou?”, la domanda aleggia pesante nell’aria, a voi la risposta…


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