L'intolleranza al glutine come causa nascosta di molteplici patologie - parte 1

Creato il 02 agosto 2014 da Corradopenna
Avevo già segnalato pochi anni fa come una dieta senza glutine potesse dimezzare i sintomi dell'allergia, ma alla luce delle ultime letture e traduzioni il quadro si amplia enormemente. Cercherò di fornire qui di seguito un resoconto riassuntivo delle informazioni contenute nel libro di Lorenzo Acerra "Il mal di glutine" (che vi ricordo è liberamente scaricabile assieme a molto altro materiale del sito scienzamarcia al seguente link), mentre in un successivo articolo riporterò alcune informazioni desunte dal libro "Guarire i sintomi noti come autismo" di Kerri Rivera (che sarà presto disponibile sia in versione stampata che come e-book in formato pdf). La lettura di quei due libri lascia ben pochi dubbi, secondo me, sul fatto che quasi ogni malattia possa essere con-causata da una reazione di intolleranza (o sensibilità che dir si voglia) al glutine. E siccome i test standard sono ben poco accurati (rivelano gli anticorpi solo ad alcuni dei peptidi, ovvero dei "pezzi" in cui viene scomposto il glutine durante il processo di digestione) spesso provare per un mese o più la dieta senza glutine è l'unica strada percorribile per togliersi ogni dubbio. Va tenuto presente però che a volte si ottengono dei miglioramenti sensibili solo dopo un anno e mezzo, e che oltre al glutine altri alimenti che sono ben poco tollerati da un gran numero di persone sono la soia e la caseina (presente nel latte ed in tutti i suoi derivati, burro chiarificato escluso).
Occorre ricordare che le popolazioni cosiddette paleolitiche (che non praticavano ancora l'agricoltura) avevano un migliore costituzione fisica, erano mediamente più alti e manifestavano migliori condizioni di salute (come si evince dagli scheletri rinvenuti). Queste popolazioni che vivevano di caccia pesca e raccolta, ovvero alla stessa maniera in cui vivevano gli aborigeni australiani prima del contatto con l'uomo occidentale, non avevano mai mangiato un cibo tutto sommato artificiale quale i chicchi di cereali cotti. Difficile dire quanto sia stato negativo l'impatto sulla salute dei cereali con il glutine rispetto a quello dei cereali senza glutine, ma dal momento che la genetica umana è rimasta invariata, e dal momento che sono note alcune predisposizioni genetiche all'intolleranza al glutine, è possibile che il ruolo del frumento e degli altri cereali contenenti glutine sia stato fondamentale (bisogna però ricordare che oltre alla predisposizione occorre anche il verificarsi di certe condizioni ambientali di cui si discute più avanti).
Citando alcune righe dell'introduzione del summenzionato libro di Lorenzo Acerra:
I celiaci riconosciuti in Italia sono solo 60.000, contro i 560.000 stimati da ricerche campione fatte su ampi gruppi rappresentativi della popolazione.
Oltre a queste 500.000 persone celiache che non lo sanno e che faranno altri percorsi travagliati e inconcludenti messe di fronte a disturbi cronici, ci sono un 15% degli italiani, quindi 7-8 milioni di persone che non risulteranno mai positive al test celiaco ma che hanno una grossa percentuale di anticorpi celiaci nelle feci. Queste persone notano che eliminando il glutine scompaiono mal di testa, scompare nervosismo, stanchezza, fibromialgia, dolori articolari.
L'autore ritiene che le malattie abbiano sempre più di una causa. Quindi uno deve continuare a cercare e magari agire su più fronti. Per esempio quello dei denti devitalizzati che fanno infezione di nascosto nell'osso.
Le conseguenze, per tutte queste persone con intolleranza al glutine non diagnosticata, sono di avere una vita strana, piena di farmaci, piccole difficoltà inspiegabili, problemi ricorrenti. Stiamo parlando di problemi che ogni volta prendono una forma diversa: difficoltà nervose, al cervello, dolori reumatici, ferro basso, problemi a carico del fegato dell'apparato riproduttivo, tumori,
problemi alle ossa, insomma ... di tutto.
Per capire come mai possa succedere una cosa simile bisogna comprendere che oltre alla genetica esiste l'epigenetica, ovvero che una predisposizione genetica può non manifestarsi mai a meno che non si verifichino certe condizioni ambientali. Sfortunatamente viviamo in un periodo in cui le condizioni ambientali, ovvero l'inquinamento di aria acqua e cibo, agevolano la manifestazione di queste predisposizioni all'intolleranza al glutine. Tra i tanti veleni che possono innescare questo fenomeno uno dei più importanti è il mercurio (rilasciato dalle otturazioni in amalgama, dalle centrali elettriche a carbone, e presente nei pesci di grande stazza quali ad esempio tonno e pesce spada).
A tutto questo si aggiunge il fatto che
il grano per fare la pasta è stato modificato numerose volte facendolo diventare sempre più glutinoso; è diventato del 30% più glutinoso con lo sforzo agricolo della prima metà del XX secolo; è diventato mostruosamente più glutinoso nella seconda metà del XX secolo, mediante esposizione a raggi gamma del Cobalto radioattivo (ENEA, istituto della Casaccia, Roma), la prima volta per ottenere una semenza di colture nanizzate, la seconda volta per ottenere la pasta di grano che non scuoce (ovvero la specialità "Creso");
Dal momento che il DNA di queste ultime piante (che ormai hanno conquistato quasi il 100% delle superfici coltivate a frumento) è stato modificato artificialmente con le radiazioni nucleari, non è errato definire OGM la pasta di cui si ciba la stragrande maggioranza di italiani. In ogni caso si tratta di un cibo che porta ancora più facilmente all'innesco di reazioni da sensibilità al glutine.
Un altro motivo di grande rilievo che ha portato ad un incremento delle manifestazioni di sensibilità al glutine è la disbiosi intestinale causata dall'uso e dall'abuso di farmaci e dell'allattamento artificiale (in sostituzione di quello al seno) a causa della quale il glutine non viene scisso negli aminoacidi costituenti ma proprio in quei peptidi che possono dare origine alla reazione di intolleranza. In effetti un intestino sano, equipaggiato della corretta microflora intestinale e privo di parassiti, difficilmente genera dei peptidi come risultato finale della digestione del glutine e difficilmente presenta una porosità tale da permettere a tali peptidi di essere assorbiti, di finire nel circolo sanguigno, e quindi di fare reagire il sistema immunitario.
Come è stato segnalato prima ci sono diverse sostanze chimiche, farmacologiche, nonché metalli pesanti che possono innescare l'intolleranza al glutine, ed una di queste sostanze è il mercurio che causa per appunto disbiosi intestinale. Probabilmente anche altre sostanze innescano la sensibilità al glutine proprio causando l'insorgenza della disbiosi.


L'elenco di malattie e sindromi che possono essere scatenate o con-causate dal glutine (e che di conseguenza possono guarire almeno parzialmente con una dieta senza glutine) è piuttosto lungo.
Una più succinta classificazione è la seguente:
  • disturbi gastrointestinali di vario tipo,
  • vari tipi di malattie autoimmuni
  • vari tipi di malattie infiammatorie
  • disturbi dell'apparato genitale femminile e aborti spontanei,
  • epatite, anemia, nefropatia, neuropatia
  • malassorbimento, problemi di mineralizzazione ossea
  • difficoltà di crescita, perdita di peso
  • alcuni tipi di malattie cardiache, pressione alta
  • anoressia, disturbi mentali
  • artrite, dermatiti
  • disturbi della tiroide
  • autismo, iperattività e disturbi dell'apprendimento
  • emicrania, stanchezza cronica
  • epilessia
  • carenze del sistema immunitario.
  • alcuni tipi di tumore
    Un elenco più dettagliato è invece il seguente:
    lupus eritematoso, pancreatite, osteomalacia, emorroidi, vertigini, acufene, attacchi d'ansia, stress, prolasso della valvola mitralica, colite, perdita di capelli, crisi anafilattiche gravi dolori addominali, gonfiore addominale, dermatite erpetiforme, psoriasi, sarcoidosi cutanea, monoartrite, artrite reumatoide, morbo di Sjogren, altre forme di artrite, diabete, epatite, tiroidite, paratioridite ed altre malattie della tiroide, linfomi e alcuni tipi di tumore, epilessia, infertilità femminile, aborto spontaneo, amenorrea, menarca ritardata, menopausa precoce, dismenorrea, diarrea, costipazione, gas e brontolio nello stomaco, duodeno-digiuno-ileite ulcerosa, colite ulcerosa, rettocolite ulcerosa, morbo di Crohn, laringo-spasma, afte, difetti allo smalto dentale, ipertensione, iper-colesterolemia, psicosi, ansia, depressione, schizofrenia (o cosiddetta tale), fibromialgia, stanchezza, dolori articolari, anemia, osteoporosi, mal di testa, emicranie secondarie ad ipoperfusione cerebrale, leucopenia (e quindi carenze del sistema immunitario con conseguente suscettibilità alle infezioni), tubercolosi (nei soggetti con intolleranza al glutine tale malattia è più aggressiva, presumibilmente a causa delle carenze del sistema immunitario), iperattività, autismo, difficoltà di crescita, perdita di peso, indebolimento, osteomalacia, anoressia, malassorbimento, steatorrea, demineralizzazione ossea (incluse le malattie da demineralizzazione periodontali), atassia, corea di Huntington, nefropatie, neuropatie.
    Giusto per fare tre esempi riporto dal suddetto libro le seguenti citazioni.
    Nel 49% dei pazienti cardiopatici è stata evidenziata la positività ematica degli anticorpi celiaci anti-transglutaminasi [Peracchi 2002]; l'intolleranza al glutine, se non individuata, in questi casi può avere esiti fatali [Schattner 1999, Chuaqui 1986]
    (...)
    Mazure, un ricercatore dell'ospedale di Buenos Aires, scrive: "I dati da noi raccolti forniscono la prova incontestabile che la rarefazione ossea avviene in celiaci asintomatici prima che ogni altro sintomo diventi evidente. Poiché la diagnosi precoce e l'adozione del regime senza glutine sono di fondamentale importanza per evitare ulteriore deterioramento della struttura ossea, i pazienti con problemi di demineralizzazione dovrebbero essere indirizzati subito alle specifiche indagini celiache".
    (...)
    Reading [1988], psichiatra australiano, documenta la guarigione con il regime senza glutine in cinque suoi pazienti. Il suo approccio in realtà è mirato a curare la depressione con il metodo di individuare le intolleranze alimentari. In base a queste considerazioni vengono esclusi i cereali contenenti glutine e ciò porta all'inaspettata remissione dei tumori.
    Quello che occorre fare presente è che alcune di queste malattie si manifestano anche:
  • prima ancora che sia rilevabile il danneggiamento dei villi intestinali, ed in tal caso si tratta di segnali precoci della sensibilità al glutine dell'individuo che evolverà in celiachia vera e propria
  • in assenza di danneggiamento dei villi intestinali (ovvero di celiachia conclamata) che potrebbe non verificarsi mai; in tal caso s parla di "sensibilità al glutine non celiaca".
    Un concetto va rimarcato, le analisi standard per il riconoscimento della celiachia hanno dei grossi limiti. Infatti le analisi standard riconoscono solo 4 o 5 anticorpi collegati alla sensibilità al glutine sui 28 fino ad ora scoperti (che non è detto per altro che siano tutti quelli esistenti), e quindi la migliore e più affidabile tecnica di controllo potrebbe essere costituita dall'adozione per almeno un mese (a volte anche molto di più) di una dieta senza glutine.
    C'è da segnalare anche che molti medici non sono aggiornati rispetto alle più recenti scoperte nel campo della sensibilità al glutine e potrebbero convincere il paziente che in assenza di danneggiamento dei villi (rilevato con la biopsia) la presenza degli anticorpi rilevata con le analisi del sangue sia poco significativa.
    In chiusura c'è da segnale l'importante questione della relazione tra l'aumentata porosità intestinale e l'acuirsi delle sintomatologie fin qui discusse. Maggiore è la porosità intestinale e maggiore la possibilità che i grossi peptidi originatisi dalla digestione del glutine possano attraversare la membrana mucosa intestinale, finire nel sangue e da lì nel resto del corpo. Tale aumento della porosità intestinale si verifica nell'infanzia, nella vecchiaia e durante il periodo mestruale.
    Di conseguenza a volte capita di osservare una crisi celiaca infantile seguita da un lungo periodo di normalità. La normalità è spesso solo una normalità apparente, un periodo di latenza durante il quale si possono attivare processi tanto silenti quanto dannosi per l'organismo che potrebbero essere riconosciuti troppo tardi.
    Anche il manifestarsi della sensibilità al glutine in tarda età può essere spiegato da tale meccanismo, così come alcune fastidiose manifestazioni ricorrenti durante il periodo mestruale. Anche la sindrome premestruale quindi potrebbe essere correlata alla sensibilità al glutine.
    Voglio chiudere questo lungo articolo con una triste considerazione: come mai nell'era di internet queste informazioni non vengono diffuse capillarmente? Come mai non vengono recepite dai vari ministeri della salute e poi diramate per informare ed aggiornare tutti i medici? O come scrive lo stesso Lorenzo Acerra:
    nell'era del "Progetto Genoma", cioè il fantastico sforzo di multinazionali ed enti privati per trovare farmaci adatti ad ogni categoria genetica, noi (la popolazione) e i medici non dovremmo essere avvertiti di questo fenomeno della celiachia genetica o potenziale?
    Questa colpevole mancanza, agli occhi di chi scrive è l'ennesima prova dell'asservimento delle istituzioni agli interessi delle multinazionali farmaceutiche, che perderebbero lauti profitti se la gente cambiasse dieta invece che assumere continuamente medicinali sintomatici. D'altronde anche il mancato riconoscimento delle possibilità di cura dell'autismo, è una palese conferma del fatto che le istituzioni ben poco si preoccupano della salute del cittadino, per non dir di peggio
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