C’è un prestigiatore americano, Steve Cohen, che ha trovato la sua perfetta collocazione artistica e lavorativa, il suo perchè direi, esibendosi regolarmente in uno degli hotel più famosi e lussuosi al mondo, ovvero il Waldorf Astoria di New York (l’hotel dove alloggiano i presidenti degli Stati Uniti quando sono in città).
Il suo progetto, nato circa 9 anni fa, permette ad un massimo di 50 persone per volta, di accedere al suo spettacolo (cinque ogni weekend) allestito in una lussuosa suite dell’hotel di cui sopra. Il prezzo dei biglietti non sono popolari, 75$ per un posto qualunque o 100$ per la prima fila, ma sembra che lo show registri un ottimo successo di pubblico e permetta sia alla direzione dell’hotel che all’artista di ritenersi largamente, ed economicamente appagati. Senza dimenticare la soddisfazione degli spettatori che continuando ad affluire allo spettacolo ne testimoniano la bontà.
Tra i numerosi vip, che hanno assistito al suo show, da segnalare il commento di Woody Allen che ha definito la performance, un’esperienza religiosa.
Lo spettacolo in questione propone una micromagia vecchio stile, realizzata con oggetti di uso comune ed uno stile che ricorda quello degli illusionisti di inizio secolo: garbato, elegante e forse un pò formale.
Che dire, si dovrebbe e potrebbe replicare anche in Italia?
Non è facile evidentemente ma forse non impossibile. Vediamo chi sarebbero le parti in causa:
- innanziutto i maghi e prestigiatori italiani, ma solo quelli affidabili, gradevoli, talentuosi, eleganti e con uno spettacolo che ben si adatti ad un contesto lussuoso, intimo e di classe. Coloro che abbiano, come dice Cohen, un carisma ed una personalità di rilievo, buona tecnica e buona presentazione (quindi pochi).
- gli imprenditori italiani, rappresentanti e titolari di hotel ed alberghi di lusso (non si può parlare qui di mezze misure evidentemente) nonchè i direttori e consulenti delle stesse strutture turistiche che dovrebbero importare un’idea come quella riportata , mettendo sul tavolo un pò di credibilità dell’hotel ed il rischio di fallire o di avere un clamoroso successo, anche di immagine. Rischio che sarebbe possibile azzerare, testando il mago prestigiatore in questione, attraverso serate di prova, dopo le quali sarebbe necessario fare un sondaggio tra gli spettatori, valutandone i risultati. Se l’intrattenimento magico risultasse in una scala che andasse dal gradevole allo sconvolgente ed incredibile, allora il progetto avrebbe un senso.
- gli spettatori, italiani e non. Persone di un certo gusto e curiosità che capiscono ciò di cui si parla e ne percepiscono l’esclusività, per questo sono disposte a pagare il giusto prezzo. Un pubblico di soli adulti, in cerca di qualcosa di elegante ed unico da ricordare nel tempo. Non solo ospiti degli hotel ma anche esterni.
- uno spettacolo magico, che come quello di Cohen, deve essere un’esperienza e non solo uno spettacolo. Essa tra l’altro comincia dal momento dell’acquisto del biglietto (per Cohen si aspettano anche 5 mesi per trovare un posto) e poi dall’ingresso nello splendido hotel per poi rafforzarsi a spettacolo realmente iniziato.
Direi che trovando la giusta combinazione dei fattori, anche in Italia, potrebbe nascere e prosperare un’esperienza simile. Negli anni, mi è capitato più volte di operare in strutture turistiche ad alto target, Grand Hotel La Pace di Montecatini, Hotel Brufani di Perugia, Hotel Ritz della Versilia, Petriolo Resort ecc ecc ma fin’ora l’idea di avere una suite fissa in cui esibirmi non mi era mai venuta. Chissà.