L’inventore di sogni di Ian McEwan

Creato il 01 luglio 2012 da Nasreen @SognandoLeggend

È nato nel 1948 ad Aldershot e vive ad Oxford. È autore di due raccolte di racconti e di dieci romanzi. Tutti i suoi libri vengono pubblicati in Italia da Einaudi.La sua prima pubblicazione è la collezione di brevi racconti Primo amore, ultimi riti nel 1975. Nel 1998 fa discutere la sua premiazione al Booker Prize per il romanzo Amsterdam. Il libro del 1997, L’amore fatale, su una persona affetta dalla Sindrome di de Clerambault, viene da molti considerato un capolavoro, ma anche il suo romanzo Espiazione, ha ricevuto critiche egualmente favorevoli.Nel marzo e nell’aprile 2004, solo qualche mese dopo che il governo britannico lo aveva invitato a presenziare a una cena in onore della First Lady Laura Bush, a McEwan è stato negato l’ingresso negli Stati Uniti dal Dipartimento per la Homeland Security non essendo provvisto del visto corretto per un soggiorno di lavoro (lo scrittore si accingeva a tenere una serie di lezioni dietro compenso). Solo dopo diversi giorni di esposizione del caso sulla stampa britannica a McEwan è stato concesso l’ingresso, a ragione del fatto che, come illustrato da un funzionario di frontiera, «siamo ancora dell’avviso che lei non dovrebbe entrare, ma il suo caso ci sta procurando un danno di immagine.»Il suo romanzo Chesil Beach è stato pubblicato il 6 novembre 2007 dalla casa editrice torinese Einaudi, che ha in catalogo tutti i suoi libri con la traduzione di Susanna Basso.È soprannominato “Ian Macabre” per i toni cupi di molte delle sue narrazioni.

Sito: http://www.ianmcewan.com/

Titolo: L’inventore di sogni
Autore: Ian McEwan (Traduttore: S. Basso)
Serie: //
Edito da: Einaudi (Collana:  Einaudi tascabili)
Prezzo: 8,50 € 
Genere:  Narrativa, Ragazzi
Pagine: 117 p. 
Voto
    

Trama: Un bambino sogna a occhi aperti e immagina di far sparire l’intera famiglia, un po’ per noia e un po’ per dispetto, con un’immaginaria Pomata Svanilina; oppure sogna di poter togliere al gatto di casa la pelliccia, di farne uscire l’anima felina e di prenderne il posto, vivendone per qualche giorno la vita, soltanto in apparenza sonnacchiosa; oppure sogna che le bambole della sorella si animino e lo aggrediscano per scacciarlo dalla sua camera… Fin dalle prime pagine di questo libro ritroviamo il consueto campionario di immagini perturbanti che sono un po’ il “marchio di fabbrica” di McEwan. Specialmente nella prima stagione della sua narrativa l’autore britannico ci aveva abituato a profondi e terribili scandagli nel microcosmo della famiglia, e in quei mondi chiusi e violenti i bambini e gli adolescenti giocavano sia il ruolo delle vittime sia quello dei carnefici. Ne “L’inventore di sogni” McEwan ritorna sul luogo del delitto, ma lo fa con un tono e uno spirito completamente diversi, scegliendo il registro sereno e sdrammatizzante per definizione: quello del “racconto per ragazzi”.

Recensione
di Debora

Il libro di cui vi parlerò oggi è un libro catalogato tra la letteratura per ragazzi. Infatti, volendo, potete trovare in commercio l’edizione dedicata proprio a loro che vi offrirà in più delle immagini splendide dell’illustratore Anthony Browne. Io che sono curiosa ho fatto una ricerca sul web e ho trovato delle immagini davvero carine di questo illustratore: se siete come me non resisterete a dare un’occhiata a ciò che troverete on-line. 
Alcuni elementi che ci fanno capire che è una storia per bambini sono il fatto che il protagonista è un ragazzino di 10 anni, Peter, e che la scrittura ha la caratteristica di essere molto semplice e scorrevole. È un libricino di poche pagine che anche un adulto legge molto volentieri in poche ore, per ritornare all’infanzia.
La cosa che più si nota è il sottolineare più volte il fatto che il pensiero adulto sia così diverso, lontano anni luce da quello infantile.

I grandi sapevano che nella sua testa qualcosa doveva pur esserci, ma non riuscivano né a vedere né a sentire che cosa.

Non solo nei pensieri, ma anche nelle azioni quotidiane gli adulti agli occhi di un bambino risultano noiosi e svolgono solo attività inutili e oziose. Nel capitolo “I grandi” salta all’occhio come in spiaggia sia un evento raro che i grandi facciano attività movimentate. “Come faranno poi a divertirsi?”, si domanda il nostro piccolo Peter. Gli adulti sono proprio noiosi.

La verità era che tutti i grandi, alla minima opportunità, preferivano sprofondare in una delle tre tipiche attività da spiaggia: stare seduti a cianciare, leggere libri e giornali, o dormicchiare.

Al protagonista, Peter, piace stare da solo con sé stesso ma soprattutto ama stare da solo con i suoi pensieri che vagano per mondi fantastici. L’autore usa molto spesso tra le righe espressioni come “sogni ad occhi aperti” e verbi come ” sognare”, “riflettere”, “fantasticare” , “pensare”; sono ripetizioni che esaltano, appunto, i sogni e il carattere di Peter un po’ sulle nuvole.
Il bello, poi, è che il lettore rimane sempre con il dubbio: Peter starà solo sognando ad occhi aperti e si starà inventando storie bizzarre o tutto ciò accade davvero? Le vicende che gli accadono sono magiche, strane, incredibili. Molto spesso si troverà in difficoltà o farà la parte della vittima, ma grazie al potere della sua mente, che è così forte, diventerà coraggioso, compiendo azioni al di là delle sue aspettative. 

Ian McEwan grazie all’immaginazione di Peter riesce ad entrare anche nei mondi di esseri normalmente inanimati o, secondo l’opinione comune, privi di sentimenti; avremo così il punto di vista delle bambole della sorella di Peter e quello del gatto di casa. L’autore utilizza, in queste circostanze, descrizioni molto dettagliate, come nel momento in cui racconta di queste bambole che risulteranno ai nostri occhi quasi macabre.

Questo libro ci strapperà anche molte risate perché le situazioni in cui si trova il  bambino sono spesso assurde e ironiche. 
Insomma una bella scoperta che mi ha fatto venire la voglia di leggere altri libri di questo autore.
E come ultima nota positiva, il prezzo è assolutamente abbordabile!


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