Il titolo del libro è stato ispirato dalla poesia “Sonetto al vino” di Borges, quindi per chi mastica libri suonerà familiare.
Altrettanto familiare sarà il tema: il vino. Vicino e lontano è sempre un oggetto di discussioni accese o stentate, arroganti o timide, saccenti o epicuree… ma resta, per i più, un puro liquido da versare nel bicchiere, con la certezza che non possa essere di facile approccio, anzi, che “il facile” non esista proprio e quindi “meglio lasciar fare ai sommelier”.
Eppure non è così, avvicinarsi e soprattutto educarsi al vino è possibile, come in qualsiasi altro settore, spendendo tempo, avendo disciplina, imparandone la storia e facendo proprie tecniche e intuito.
Il libro di Sangiorgi arriva con un fulmine a ciel sereno, iniettando nella sua quadripartizione (Approccio al vino (la descrizione del vino buono), Le parole del vino (l’indagine linguistica), La Dispensa (per i neofiti in cerca di consigli), Visioni e letture (antologia di poetica del vino) ) un sentimento di fiducia in chi vuole intraprendere un percorso cognitivo e nuove strade per chi è già amante del nettare di Bacco.
“Il vino è nutrimento dello spirito, è un prodotto emotivo, vale la pena essere pronti ad accoglierlo e a farsi toccare, mettendo in campo curiosità, duttilità e tenacia”, in questa frase c’è tutta l’essenza del ricco e corposo volume pubblicato da Porthos edizioni e soprattutto il vero intento dell’autore/esperto: quello di emozionare, anche nelle parti più tecniche (che non mancano) rendendo vivida la parola e trasformandola in immagine. Meccanismo che viene alimentato da una scrittura confidenziale e mai saccente, narrativa eppure autorevole.
L’agronomia, la degustazione, gli attimi… tutto è pervaso da un profondo amore che contagia ad ogni passaggio creando così un’importantissima base di fondamenta su cui erigere la propria civiltà del vino, fatta di alte sfere così come di approcci più essenziali.
Incredibilmente “fresco”.
Buona scelta
IBD
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