Fair is foul, and foul is fair: / Hover through the fog and filthy air.(Le Tre Streghe dal Macbeth di William Shakespeare)
Cari lettori,
durante il Salone del Libro di Torino ho avuto l'onore e l'immenso piacere di conoscere e intervistare Chiara Palazzolo, autrice notevole e versatile del panorama letterario italiano. Insieme abbiamo parlato di molte cose: del suo ultimo libro Nel Bosco di Aus, di come è nato e da cosa ha tratto ispirazione per luoghi, eventi e personaggi; di stili letterari e di Shakespeare; e soprattutto delle donne, e della loro capacità infinita di rinnovarsi e di amare con tutto il cuore... incluse quelle che vivono da secoli sotto forma di streghe.Non vi anticipo altro e vi invito alla visione della videointervista, ringraziando ancora Carla per la sua affettuosa disponibilità. Di seguito, la recensione del suo sorprendente romanzo.
VIDEOINTERVISTA
Untitled from Alessandra Zengo on Vimeo.
RECENSIONE
Carla Passante, la protagonista del romanzo, ha da un pò di tempo un incubo ricorrente. Sta attraversando di corsa un bosco, di notte, in gara contro il tempo. E' in fuga da qualcuno, o forse sta cercando di raggiungerlo, prima che sia troppo tardi. Per sconfiggere la Strega, che l'ha privata del suo corpo, ma che non è riuscita a offuscare la sua anima. Per riconquistare se stessa e allontanare definitivamente la paura che la tiene prigioniera. Per tornare a casa e riprendersi la sua vita. Per riconquistare il suo piccolo grande Amore.
La vita di Carla, fino a qualche tempo prima rispetto all’inizio della storia, poteva definirsi piuttosto ordinaria, al limite della banalità: insegnava inglese in una scuola media, aveva un marito avvocato in carriera, due figli adolescenti, Andrea e Nicodema, e uno di sette anni, Albertino. Lo stress quotidiano riguardava fatti e problemi tangibili, “moderni”, che lei affrontava con impegno ma anche con una certa automaticità, velata di una discreta dose di sintomatica distrazione.
La figlia che poco più che bambina ottiene di tingersi i capelli di rosa a patto di smetterla di lamentarsi del trasloco nella nuova casa, distante dalla scuola e dagli amici, o il marito che approfitta della sua “sindrome della brava bambina” per scaricare la maggior parte delle responsabilità familiari sulle sue spalle... Carla trovava sempre il modo di giustificare tutto e tutti, e tirare avanti, giorno per giorno. Correva da una parte all'altra, dentro e fuori casa, dalla mattina alla sera, cercando di non dimenticare niente. Men che mai il proprio bambino a scuola...
La prima impressione è che la donna possa essere affascinata dallo stile di vita di Amanda a tal punto di farle credere che il suo tran tran quotidiano in confronto sia di una noia mortale. Oppure che Carla sia vittima di un fatale incantesimo. E' infatti proprio durante una partita a carte, giocata a ritmo serrato e in una sorta di spazio-tempo falsato, che l’antivigilia di Natale la nostra eroina viene trasformata in qualcosa di veramente insolito…
La trasformazione fisica sarà solo l'inizio. Carla non avrebbe infatti mai immaginato che incontrare la strega che Albertino continuava a dire di veder girare dentro e fuori casa loro avrebbe definito la sua mutazione più profonda, o meglio, le avrebbe dato libero accesso al suo io più nascosto. Anche lei si rivela essere una strega, non solo per i poteri ereditati dalla nonna Venera, ma soprattutto in veste di colei che dà libero accesso al cambiamento, che si adatta senza soccombere alle nuove situazioni che le si presentano innanzi, e che non smette mai di lottare per difendere e (ri)conquistare ciò per cui vale la pena vivere, e a volte, forse, anche morire.
Il linguaggio e lo stile di Chiara Palazzolo nel raccontare questa storia così insolita e originale, ma contemporaneamente così vera, sono anche loro insieme semplici e articolati: come le ho detto durante l’intervista, mi hanno ricordato il flusso di coscienza di Joyce, inteso naturalmente come tecnica, in questo caso tutt’altro che oscura e personalizzata, adeguata alle sue esigenze di scrittrice che vuole comunicare visioni e sensazioni profonde dei suoi personaggi in modo unico e indimenticabile.
Uno stile solo apparentemente frammentario – si può notare un utilizzo molto personale della punteggiatura, che in ogni caso non infastidisce e non appesantisce la lettura, - attraverso il quale il pensiero della protagonista viene esposto in terza persona, in un continuo e coinvolgente passaggio tra il suo mondo interiore e gli eventi narrati, appassionante e fluido.
Al termine del libro, si ha l’impressione che Carla, attraverso il dolore e la privazione, abbia realmente subito una trasformazione, fisica e spirituale, decisamente originale e al di fuori dei cliché ai quali ci ha di solito abituato la letteratura – e spesso confrontati con la vita cosiddetta “reale”. Per questo, più che definirlo romanzo horror o thriller, l’ho sentito più come romanzo di formazione, classico e moderno insieme, destinato ai giovani ma ancora di più al pubblico adulto, e alle donne in particolare. Come nel Macbeth di Shakespeare, le streghe con le loro profezie (qui, addirittura attraverso le loro azioni egoistiche), indirizzano le loro vittime verso il loro destino. Indirizzano, non obbligano.
A differenza del nobile scozzese, Carla sa bene cosa vuole, proprio per aver accettato e abbracciato in pieno quello che le accade. Ma nel contempo riesce grazie a questa comprensione a trovare la forza per combattere e opporsi al “fato crudele”. Per sottolineare il potere positivo e vincente della volontà. Un romanzo di iniziazione alla vita, che sono sicura farà riflettere i suoi futuri lettori, e sia rimasto ben saldo nei pensieri di chi, come me, ha già goduto della sua compagnia.
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