L’invisibile potere del suono (Pt.1)

Creato il 14 dicembre 2012 da Theobsidianmirror
Un tuono può squassare il cielo, un urlo rompere il cristallo: ecco l’invisibile potere del suono (S.B.) - Il progresso (o ciò che definiamo tale) ha avuto tra i suoi effetti collaterali un eccessivo razionalismo che ha portato molti a credere solo a ciò che si può toccare con mano, o quasi. Tuttavia, in prossimità della fine dell’attuale era, complici le scoperte della scienza moderna, molti sono riusciti a uscire da questo circolo vizioso, recuperando concetti vecchi di millenni come la vera essenza del suono.Si tratta di scienziati, filosofi, musicisti e liberi pensatori che hanno compreso che in natura il silenzio non esiste, che ogni essere vivente emette vibrazioni tramite le proprie parole, azioni, persino tramite i propri pensieri e sentimenti. E stanno cercando di esplorare l’essenza, l’armonia del suono, quella che viene detta eufonia, come chiave di conoscenza della realtà, incluso il proprio microcosmo fisico e psichico, del divino e della spiritualità. I fisici, in particolare, stanno cercando di ascoltare i rumori dei corpi celesti, delle galassie, dell’universo, per cercare di scoprirne la storia e, con essa, il segreto delle nostre origini. È nata la “cosmologia acustica”. Ma prima di parlare di tutto questo, vorrei spiegare brevemente la ragione di questo post ed esporre l’argomento che ne è stata la genesi.
Di recente mi è capitato fra le mani un vecchio articolo su John Ernst Worrel Keely e così ho deciso di parlare di questo controverso personaggio da molti considerato un ciarlatano, anzi “il” ciarlatano per eccellenza; e da lì, lasciandomi andare ad associazioni a ruota libera, è nata l’idea ancora più intrigante di parlare del suono e di quello che rappresenta in termini, soprattutto, di conoscenza, interiore e divina. I diversi spunti offerti dal soggetto hanno finito per amalgamarsi raggiungendo le monumentali dimensioni di questo post. Lo ammetto, la vastità della materia mi avrebbe fornito materiale per diversi scritti; e tuttavia non ho avuto cuore di smembrare quanto avevo già messo per scritto come fosse un unico flusso di coscienza, perciò lo pubblico così com’è, con l’unica accortezza di dividerlo in due parti, per non annoiare troppo i temerari che decideranno di proseguire nella lettura...Contemporaneo di Tesla, Popov e Stubblefield, ma probabilmente meno famoso presso il grande pubblico, Keely (1827 – 1898) fu un inventore americano, di Philadelphia, che annunciò di aver scoperto una nuova forza fisica che, se sfruttata, poteva produrre inaudita potenza.Questa forza, che egli chiamava “forza vibratoria simpatica” (Sympathetic Vibratory Physics),“forza eterica” (Etheric Force), “forza vibrante elettromagnetica” o anche “dinasferica”, poteva essere utilizzata per esempio per far levitare oggetti, far girare ruote e motori di grandi dimensioni e disintegrare rocce. Keely impiegò 50 anni della sua vita per sviluppare e perfezionare una vasta gamma di macchine che si potessero alimentare tramite “vibrazioni intermolecolari di etere", con implicazioni enormi: questo avrebbe significato motori e generatori in funzione senza uso di combustibili, e quindi con potenzialità di funzionamento virtualmente illimitate a costi ridottissimi.
Molti dei dispositivi realizzati da Keely servivano a manipolare la gravità. Uno di essi era il "trasmettitore simpatico", un globo di rame di circa 30 cm di diametro contenente una lastra Chladni (altra storia molto interessante quella di E.F.F. Chladni, tra l’altro) e tubi metallici vari, la cui posizione poteva essere regolata per mezzo di una manopola. Il globo era sostenuto da un supporto in metallo, intorno alla cui base si protendevano aste metalliche piuttosto corte, di diverse dimensioni e lunghezze, che vibravano come diapason quando pizzicati dalle dita. In un esperimento, il trasmettitore era collegato da un filo d'oro, platino e argento alla parte superiore di un vaso di vetro pieno d'acqua. Quando sulle corde di una cetra si trovava l'accordo giusto, sfere di metallo del peso di 0,9 kg si alzavano dal fondo del vaso fino a colpire il tappo di metallo, e rimanevano in quella posizione finché non veniva suonata una nota diversa che le faceva affondare di nuovo. Un altro dispositivo era un modello di dirigibile che si levava in aria e si spostava a comando guidato dalle modulazioni del suono di un violino.La premessa di Keely era che fosse possibile utilizzare l’etere come tramite per altre forze, forze che hanno a che fare con il flusso polare della terra e sono sintonizzate dal sistema di "vibrazione simpatica” (cioè dalla risonanza di alcuni accordi armonici), che egli aveva individuato seguendo un complesso percorso di ricerca dei fenomeni di risonanza. Questi flussi di energia sarebbero composti da correnti triple di flusso vibratorio: flussi magnetici, elettrici, gravitazionali e neurofisiologici (di cervello e mente). Dal momento che questi flussi sono di natura vibrazionale e sono ottimizzati per le proprie rispettive sfere, Keely era convinto che questo fosse la base della "musica delle sfere" - definizione non nuova, ma mutuata dalla tradizione pitagorica, come vedremo più avanti.
Tutto ciò è oltremodo interessante perché Keely, dopo un’infanzia travagliata, prima di interessarsi di scienza svolse molti altri lavori tra cui il falegname, l’artista di circo, l’elettrotecnico e anche il direttore d'orchestra... Keely affermava di poter catalizzare la forza vibratoria necessaria per far muovere gli oggetti utilizzando una varietà di strumenti musicali, tra cui trombe, corni, armoniche, violini e cetre, e anche semplicemente fischiettando, e usò spesso strumenti musicali per attivare le sue macchine.Con altri ingegneri fondò la società “Keely Motor” a New York e i $10.000 procurati dai suoi investitori, quasi tutti uomini d'affari di New York e Philadelphia, gli permisero di costruire la sua prima macchina. Nel 1874 il “motore Keely” era pronto, e il 10 novembre John Keely organizzò una prima dimostrazione nel suo laboratorio per un piccolo gruppo di cittadini di Philadelphia, per poi effettuarne altre ancora per scienziati e altri osservatori interessati; tentò poi di metterlo in produzione, ma questo fu ostacolato dal fatto che l’apparato doveva essere sintonizzato sulle vibrazioni del corpo dell'operatore e su quelle dell'ambiente circostante.Purtroppo Keely non riuscì mai a creare un prodotto commercializzabile. Bisogna dire che, nonostante le sue ricerche prospettassero l’avvento di una rivoluzione tecnica senza precedenti, con grandissimi impatti sulla qualità della vita e del “sistema” pianeta Terra, egli dovette subire l’indifferenza delle alte sfere dello stato e dell’industria, quando non una vera e propria opposizione (all’epoca probabilmente non esisteva il concetto di ecologia, ma anche adesso non è che le cose siano cambiate poi tanto). Quando Clara Jessup Bloomfield-Moore, una delle principali finanziatrici di Keely, chiese a Thomas Edison di incontrarlo, questi fece marcia indietro all'ultimo minuto.Per tutto il tempo in cui la sua azienda fu in vita, Keely dovette affrontare problemi legali, accuse di frode e persino occasionali accuse di stregoneria e legami con l’occultismo. Queste ultime si possono spiegare in parte con il fatto che la famosa occultista e medium russa Helena Petrovna Blavatsky, fondatrice della Società Teosofica, parlò delle sue idee nel suo saggio “Scienze antiche e scienze moderne”, prendendo spunto da quanto riportato dall’opuscolo “I segreti di Keely” diffuso dalla Bloomfield-Moore. Questo avvenne fondamentalmente perché le idee di Keely collimavano con quelle dell’esoterismo. Mai sentito parlare, ad esempio, del Vril?
Il Vril era un'ipotetica forma di energia descritta in varie opere, di cui la più famosa fu forse il romanzo fantascientifico inglese del 1871 “La razza dell’avvenire” (The Coming Race, in seguito rinominato Vril, The Power of Coming Race) di Edward George Bulwer-Lytton. In quest’opera l’autore parla di un’energia primordiale utilizzabile direttamente come potete mentale, oppure applicabile con mezzi tecnici materiali per il controllo della materia e della gravità, che darebbe accesso poteri magici, simili a quelli delle divinità, ad una misteriosa e antica civiltà residente nella Terra Cava, un regno che esiste fin dalla notte dei tempi e che è situato nel centro  fisico e spirituale del pianeta Terra. I "Vril-ya" (termine utilizzato nel libro con il significato di razza semidivina) potrebbero curare qualsiasi malattia, animare gli oggetti inanimati e donargli intelligenza, distruggere delle costruzioni utilizzando speciali bastoni metallici di forma cilindrica in cui confluisce questa particolare energia, ecc. La loro civiltà si sarebbe autoesiliata in città sotterranee nell’attesa che il maturarsi degli eventi umani le consenta di uscire allo scoperto per creare una civiltà superiore. Se il nome Vril era certamente inventato, non lo era il concetto di fondo e quindi le idee espresse in questo romanzo interessarono molte personalità eminenti: tra gli altri, William Scott-Elliot, Louis Jacolliot (che ne parlava in riferimento al Ramayana, il testo sacro indù) e altri studiosi della religione brahminica, poiché il mito di un regno sotterraneo e segreto appartiene a quella tradizione; e in seguito anche Louis Pauwels e Jacques Bergier, che nel saggio del 1960 “Il mattino dei maghi” parlarono della cosiddetta Società del Vril o Loggia Luminosa (Vril Gesellschaft), concetto già caro ai mistici nazisti.Questa misteriosa forma di energia era qualcosa in cui credevano sia gli occultisti, sia coloro che sostenevano che a questo mondo ci sono luoghi che sembrano risuonare degli echi di vibrazioni invisibili, energie sottili che solo persone particolarmente dotate sono in grado di percepire consciamente, ma che hanno una grande influenza, a diversi livelli, su coloro che ne vengono a contatto. E, naturalmente, i sostenitori dell'esistenza di Atlantide e delle altre civiltà scomparse del passato, quelle che lasciarono dietro di sé ciclopiche costruzioni che si pensa siano state edificate con l’ausilio di un grande potere antigravitazionale e in grado di plasmare la materia, e la cui mitologia è spesso, se non sempre, infarcita di racconti su divinità capaci di volare… mitologia che comunemente si tende a considerare alla stregua di una raccolta di favole o poco più, e però… chissà.
Ma torniamo al buon John Keely, che nel 1890 dichiarò di essere giunto ad una svolta: il suo "liberatore" avrebbe disintegrato l’aria rilasciando una forza eterica che avrebbe convertito 1 litro di acqua in energia sufficiente ad inviare “un treno di autovetture da Philadelphia a San Francisco" - egli sosteneva che l'acqua si sarebbe dissolta ad una frequenza di 42,7122 KHz“Nella disintegrazione di acqua lo strumento è impostato su terzi, seste, e noni, per ottenere i migliori effetti.”. (John Keely)“Se solo conosceste la magnificenza del 3, 6 e 9, allora avreste una chiave per l'universo.” (Nikola Tesla)Purtroppo le cose non andarono per niente come lui si auspicava. Quando Keely morì, dopo essere stato investito da un tram, era praticamente in rovina e destinato a cadere nell’oblio. I giornalisti e gli ingegneri si recarono presso il suo laboratorio per fare qualche indagine, ma non trovarono granché. Si disse che i sostenitori di Keely si fossero già appropriati della maggior parte dei suoi macchinari, mentre i due soci storici di Keely affermarono di aver trovato ogni cosa distrutta, perché egli avrebbe già bruciato in precedenza le carte, i disegni e i documenti, e distrutto o reso inservibili tutte le apparecchiature, delle quali ci sono rimaste principalmente delle fotografie. Che cosa sarà successo veramente? Keely distrusse davvero il frutto del lavoro di una vita in preda all’amarezza? O lo fece per nascondere i suoi inganni, come affermarono i suoi detrattori? Oppure ancora fu il Potere Occulto, un Grande Fratello ante litteram, a far sparire i frutti delle sue scomode scoperte dalla faccia della terra? Ormai temo che la verità su questa vicenda si sia persa nei meandri della storia.Se gli scienziati e gli ingegneri dell’epoca derisero le sue affermazioni, descrivendole nella migliore delle ipotesi come i resoconti di interessanti esperimenti di acustica e meccanica e nulla più, e nella peggiore come un tentativo di frode su larga scala, oltre un secolo dopo noi possiamo, però, considerarle con approccio diametralmente opposto. Il perché è l’oggetto della seconda parte del post.
CONTINUA

Potrebbero interessarti anche :

Possono interessarti anche questi articoli :