Di recente mi è capitato fra le mani un vecchio articolo su John Ernst Worrel Keely e così ho deciso di parlare di questo controverso personaggio da molti considerato un ciarlatano, anzi “il” ciarlatano per eccellenza; e da lì, lasciandomi andare ad associazioni a ruota libera, è nata l’idea ancora più intrigante di parlare del suono e di quello che rappresenta in termini, soprattutto, di conoscenza, interiore e divina. I diversi spunti offerti dal soggetto hanno finito per amalgamarsi raggiungendo le monumentali dimensioni di questo post. Lo ammetto, la vastità della materia mi avrebbe fornito materiale per diversi scritti; e tuttavia non ho avuto cuore di smembrare quanto avevo già messo per scritto come fosse un unico flusso di coscienza, perciò lo pubblico così com’è, con l’unica accortezza di dividerlo in due parti, per non annoiare troppo i temerari che decideranno di proseguire nella lettura...Contemporaneo di Tesla, Popov e Stubblefield, ma probabilmente meno famoso presso il grande pubblico, Keely (1827 – 1898) fu un inventore americano, di Philadelphia, che annunciò di aver scoperto una nuova forza fisica che, se sfruttata, poteva produrre inaudita potenza.Questa forza, che egli chiamava “forza vibratoria simpatica” (Sympathetic Vibratory Physics),“forza eterica” (Etheric Force), “forza vibrante elettromagnetica” o anche “dinasferica”, poteva essere utilizzata per esempio per far levitare oggetti, far girare ruote e motori di grandi dimensioni e disintegrare rocce. Keely impiegò 50 anni della sua vita per sviluppare e perfezionare una vasta gamma di macchine che si potessero alimentare tramite “vibrazioni intermolecolari di etere", con implicazioni enormi: questo avrebbe significato motori e generatori in funzione senza uso di combustibili, e quindi con potenzialità di funzionamento virtualmente illimitate a costi ridottissimi.
Tutto ciò è oltremodo interessante perché Keely, dopo un’infanzia travagliata, prima di interessarsi di scienza svolse molti altri lavori tra cui il falegname, l’artista di circo, l’elettrotecnico e anche il direttore d'orchestra... Keely affermava di poter catalizzare la forza vibratoria necessaria per far muovere gli oggetti utilizzando una varietà di strumenti musicali, tra cui trombe, corni, armoniche, violini e cetre, e anche semplicemente fischiettando, e usò spesso strumenti musicali per attivare le sue macchine.Con altri ingegneri fondò la società “Keely Motor” a New York e i $10.000 procurati dai suoi investitori, quasi tutti uomini d'affari di New York e Philadelphia, gli permisero di costruire la sua prima macchina. Nel 1874 il “motore Keely” era pronto, e il 10 novembre John Keely organizzò una prima dimostrazione nel suo laboratorio per un piccolo gruppo di cittadini di Philadelphia, per poi effettuarne altre ancora per scienziati e altri osservatori interessati; tentò poi di metterlo in produzione, ma questo fu ostacolato dal fatto che l’apparato doveva essere sintonizzato sulle vibrazioni del corpo dell'operatore e su quelle dell'ambiente circostante.Purtroppo Keely non riuscì mai a creare un prodotto commercializzabile. Bisogna dire che, nonostante le sue ricerche prospettassero l’avvento di una rivoluzione tecnica senza precedenti, con grandissimi impatti sulla qualità della vita e del “sistema” pianeta Terra, egli dovette subire l’indifferenza delle alte sfere dello stato e dell’industria, quando non una vera e propria opposizione (all’epoca probabilmente non esisteva il concetto di ecologia, ma anche adesso non è che le cose siano cambiate poi tanto). Quando Clara Jessup Bloomfield-Moore, una delle principali finanziatrici di Keely, chiese a Thomas Edison di incontrarlo, questi fece marcia indietro all'ultimo minuto.Per tutto il tempo in cui la sua azienda fu in vita, Keely dovette affrontare problemi legali, accuse di frode e persino occasionali accuse di stregoneria e legami con l’occultismo. Queste ultime si possono spiegare in parte con il fatto che la famosa occultista e medium russa Helena Petrovna Blavatsky, fondatrice della Società Teosofica, parlò delle sue idee nel suo saggio “Scienze antiche e scienze moderne”, prendendo spunto da quanto riportato dall’opuscolo “I segreti di Keely” diffuso dalla Bloomfield-Moore. Questo avvenne fondamentalmente perché le idee di Keely collimavano con quelle dell’esoterismo. Mai sentito parlare, ad esempio, del Vril?
Ma torniamo al buon John Keely, che nel 1890 dichiarò di essere giunto ad una svolta: il suo "liberatore" avrebbe disintegrato l’aria rilasciando una forza eterica che avrebbe convertito 1 litro di acqua in energia sufficiente ad inviare “un treno di autovetture da Philadelphia a San Francisco" - egli sosteneva che l'acqua si sarebbe dissolta ad una frequenza di 42,7122 KHz. “Nella disintegrazione di acqua lo strumento è impostato su terzi, seste, e noni, per ottenere i migliori effetti.”. (John Keely)“Se solo conosceste la magnificenza del 3, 6 e 9, allora avreste una chiave per l'universo.” (Nikola Tesla)Purtroppo le cose non andarono per niente come lui si auspicava. Quando Keely morì, dopo essere stato investito da un tram, era praticamente in rovina e destinato a cadere nell’oblio. I giornalisti e gli ingegneri si recarono presso il suo laboratorio per fare qualche indagine, ma non trovarono granché. Si disse che i sostenitori di Keely si fossero già appropriati della maggior parte dei suoi macchinari, mentre i due soci storici di Keely affermarono di aver trovato ogni cosa distrutta, perché egli avrebbe già bruciato in precedenza le carte, i disegni e i documenti, e distrutto o reso inservibili tutte le apparecchiature, delle quali ci sono rimaste principalmente delle fotografie. Che cosa sarà successo veramente? Keely distrusse davvero il frutto del lavoro di una vita in preda all’amarezza? O lo fece per nascondere i suoi inganni, come affermarono i suoi detrattori? Oppure ancora fu il Potere Occulto, un Grande Fratello ante litteram, a far sparire i frutti delle sue scomode scoperte dalla faccia della terra? Ormai temo che la verità su questa vicenda si sia persa nei meandri della storia.Se gli scienziati e gli ingegneri dell’epoca derisero le sue affermazioni, descrivendole nella migliore delle ipotesi come i resoconti di interessanti esperimenti di acustica e meccanica e nulla più, e nella peggiore come un tentativo di frode su larga scala, oltre un secolo dopo noi possiamo, però, considerarle con approccio diametralmente opposto. Il perché è l’oggetto della seconda parte del post.
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