L’involuzione digitale: la tv del nulla e dell’omofobia che guardano tutti

Creato il 17 settembre 2012 da Abattoir

lunedì 17 settembre 2012 di Gas Giaramita

Chi l’avrebbe mai detto che lo schermo di una tv avrebbe continuato ad incollare migliaia di persone al suo vetro, ancora nel 2012?

L’avvento del digitale poteva essere la goccia che avrebbe potuto far traboccare il vaso dei telespettatori. E invece non è stato così. Al contrario, le strade si sono riempite di vecchi televisori da buttare, non perché fossero sfasciati ma perché il segnale aveva smesso di arrivare in molte case.

Milioni di persone hanno preso la palla al balzo per fare nuove compere, hanno passato pomeriggi interi nei migliori centri commerciali ed hanno deciso di investire su qualcosa che fino a poco prima poteva essere considerato uno strumento obsoleto nell’era dell’Ipad.

Se fino allo scorso anno la tv italiana era un passatempo per anziani, casalinghe e giovani poco affascinati da Internet, adesso le cose sono un po’ cambiate. Sono i discorsi “da bar” che fanno capire come si muove il mondo. Da questi dialoghi, senza molti fronzoli, mi accorsi di non essere stato molto attento ai nuovi hobby della gioventù-quasi adulta e matura degli ultimi mesi.

Strabuzzando gli occhi e cercando disperatamente chi fosse ancora simile a me, scopro che in molti guardano i nuovi programmi del digitale. Essi, anche se bizzarri e fondamentalmente stupidi, sono argomento di lunghe e tediose chiacchierate.

In pratica, il digitale terrestre offre molti canali e difficilmente ti può venir da dire “stasera non c’è nulla in tv”. Anzi, ciò che si sta diffondendo è il fenomeno contrario. Ovvero, hai così tanta scelta e puoi diventare testimone (dicono per motivi di studio antropologico) delle schifezze più ardite che l’uomo abbia mai pensato di trasmettere ad una massa di telespettatori.

Così, incredulo e un po’ deluso del gruppo di amici che si era digitalizzato senza preavvisarmi, decido di togliere gli indugi e di accendere la tv dei miei e vedere di che pasta è fatta la nuova programmazione.

Rai Storia e Focus sembrano offrire le cose più interessanti.

Per il resto puoi beccare qualche film interessante, se ti va male ti trovi un cinepanettone, Elisa di Rivombrosa, e se ti va peggio puoi passare una serata facendo zapping sulle offerte proposte dai migliori cartomanti della Sicilia. Poi, come sempre, tutto è soggettivo. E questa opinione varrà poco se confrontata con quella di milioni di utenti.

Eppure non è soltanto questo. Sembra prendere piede ciò che già molto tempo fa Mtv faceva regolarmente: prendi una pubblicità trasmessa in un altro paese, la traduci in un italiano sguaiato e cerchi di vendere il prodotto nel nostro paese; ecco, molti canali fanno lo stesso con i telefilm più orridi e i reality show più insulsi.

Ho avuto la sfortuna di guardare un programma, molto probabilmente made in Usa, che aveva come protagonisti dei ragazzi che si contendevano la “femmina” di turno. Obiettivo del gioco: portarsela a letto. Non sto scherzando: “riuscirà Kevin a passare una notte di sesso con Samantha che non si scorderà mai nella vita”, suonava per lo meno così.

Io non pensavo che un programma del genere avrebbe superato ogni limite della decenza più di quanto aveva già fatto.

Ebbene, il “fortunato vincitore” si ritrova improvvisamente ad un bivio che non si sarebbe mai aspettato. La “femmina”, pronta ad aprire le gambe al suo maschio, ha da fare una confessione importante. Tutti si guardano, impauriti, e non sanno che aspettarsi, finché dopo minuti interminabili di suspence, che neanche Gerry Scotti è in grado di superare, ecco la verità:

“Beh, io lì sotto sono un uomo”.

Vediamo che reazione ha lo squallido pisellone vincitore, raggelato.

Quello che ho continuato a vedere, e che non mi aspettavo, sono state delle pure e incresciose forme di omofobia lagalizzata e resa spettacolo.

Così, prima di conoscere la scelta del vincitore (godersi il premio o mollare tutto?), si passa ad intervistare i candidati sconfitti. Questi sono dei contenti e sbeffeggianti bambocci che non hanno alcun ritegno, né filtri; fanno boccacce, ridono a crepapelle, fanno battute del cazzo.

La regia punta di continuo sul volto “deluso” del vincitore, il quale pensa di essere stato vittima di un grossissimo sgarbo (naturalmente la colpa è della donzella, non della trasmissione), poiché tra i due c’è stato pure un bacio. Insomma, ‘sto tizio s’era tutto invaghito, ma il suo essere maschio, offeso nel profondo del suo scroto, lo ha costretto a rifiutare soldi, vacanza e una compagna.

Aldilà del fatto che in una situazione del genere, dettata da copioni di un certo tipo, tutti sono promotori di dinamiche perverse, mi chiedo allibito:

  1. Dove sta il senso di tutto ciò?

  2. Se anche la tv legittima l’omofobia con questi suoi programmacci, lo spettatore offeso ha il diritto di replicare?

  3. Cos’è la creatività nell’era dei format globalizzati? Quante cattive idee vengono messe in circolo e quanti soldi sporchi girano?

  4. Chi sono questi individui che senza far rumore mettono in piedi shows criminosi?

Forse è bene accendere la tv ogni tanto. Forse sarebbe bene non lasciarla libera di sprofondare nel nulla.


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