L’ iPad e l’ iPerconsumatore

Da Pedroelrey

Nell’ultima decina di giorni articoli, recensioni ed approfondimenti relativi al lancio dell’ultimo ritrovato della Apple hanno tenuto banco sino alla saturazione, oserei dire, perfino all’ossessione.

Indiscrezioni, esibizionismi, critiche, tutte con un punto il comune: la focalizzazione sull’ “iCoso”® .

Tra tutte, la più interessante mi pare quella effettuata dalle pagine di Periodistas21, in cui viene esposta una critica tanto spietata quanto azzeccata con specifico riferimento al ruolo dell’ iPad in ambito editoriale.

Nell’articolo si spiega come [e perchè] il passaggio al tablet sia un passo indietro rispetto alla speranza di contenuti aperti ed utili.

Sono perplessità condivise da più parti relativamente alla pericolosa inutilità dello strumento concepito non per produrre o per condividere ma solo per consumare standosene comodamente sul proprio divano.

Non è casuale, infatti, se al lancio gli editori hanno immediatamente riacceso le loro speranze, sin ora frustrate, manifestando favori e positività, arrivando sino a definirlo il futuro dei quotidiani. Tutto diviene una applicazione [a pagamento] affinché il web non scappi ancora una volta di mano e si possano, finalmente, mettere sicuri e ben guardati recinti all’informazione, in cui le espressioni culturali si trasformano in pure occasioni di consumo.

L’iPad raccoglie le tendenze di una nuova era per i contenuti digitali, di maggior consumo e minor partecipazione e apertura di contenuti e mezzi. In cui la viralità delle reti sociali si riduce al marketing [nella sua accezione negativa] e l’utente torna ad essere un consumatore. E’ in questo che sperano gli editori tradizionali per risolvere i problemi dai quali non riescono a districarsi.


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